Fare critica letteraria è poter parlare di tutto
Critico è chi ha una visione del mondo, in libreria il nuovo romanzo targato Apnea, le differenze tra i dialoghi del cinema e della pagina, rassegna stampa. Che rapporto hai con la critica letteraria?
Studioso ideale è colui che può permettersi di dare per presupposto il ruolo e il peso di un autore o di uno stile all’interno di una cultura che si limita a ereditare, perché assegna a sé stesso il compito di analizzare in modo scrupoloso alcuni caratteri di quell’autore e di quello stile su quello sfondo dato. Critico ideale, invece, è colui che deve reinventare tutto da capo e tutto rimettere radicalmente in discussione: prospettiva, linguaggio, rapporto tra sé e l’opera, tra l’opera e il canone, tra questi poli e la situazione presente e passata.
Nella critica sono decisivi il senso della posizione e delle proporzioni, la scelta del punto di vista, il taglio, l’adeguatezza tra contesto e tono. Le argomentazioni e la sensibilità devono unirsi a una serie di idee-forza sulla realtà circostante, e fare organismo: da qui risulta un gusto, una visione del mondo. Quando sa dosare gli ingredienti con originalità ed esattezza, cioè quando è davvero tale, un critico è semplicemente uno scrittore.
Se tutti gli scrittori contengono in sé stessi un critico implicito, il critico che si esprime è uno scrittore che parla di opere d’arte e attraverso le opere d’arte della vita. E per parafrasare un famoso passo di Šklovskij, qualunque cosa descriva, uno scrittore dovrebbe mostrarcela come se ci apparisse davanti per la prima volta: ripulita dagli stereotipi, dalle opinioni ricevute, dall’autorità della tradizione. Vale anche per gli oggetti estetici, per l’arte sull’arte.
E lo si dice senza l’enfasi grossolana dell’estetismo, che i veri critici hanno sempre evitato. Anzi, proprio per l’ambiguità e la precarietà del loro status, non di rado i critici tendono a reprimere o a dissimulare questo aspetto, a volte facendosi forti del tono e del ruolo magistrale dello studioso, oppure, fino a qualche generazione fa, di quello dell’elzevirista da terza pagina. Si tratta però di pratiche contingenti, non essenziali alla loro definizione. Come ogni saggista, il critico ha certo bisogno - un bisogno oggi disperato - di rivolgersi a un pubblico: ma per conversare, per intrattenere un dialogo socratico che “non conclude” - non per esercitare un sacerdozio.
La sua funzione, come ha detto con parole memorabili Franco Fortini, non è infatti quella di mediare tra un’opera o un autore e un pubblico - il che ne farebbe appunto un sacerdote - bensì tra zone diverse dell’esperienza umana, ovvero tra un testo e ciò che quel testo non è. Fortini dichiarava questa idea nel 1960, nel pieno della metamorfosi dei saperi e della loro trasmissione, affiancandole una definizione divenuta celebre. “Esercitare la critica”, si legge nel saggio eponimo di Verifica dei poteri, “svolgere il discorso critico vuol dire allora poter parlare di tutto a proposito di una concreta e determinata occasione. Il critico allora è esattamente il diverso dallo specialista, dal filologo e dallo studioso di ‘scienza della letteratura’; è la voce del senso comune…”.
Matteo Marchesini
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“Un critico è un filosofo che non crede più nella filosofia” scrive Matteo Marchesini in Casa di carte (il Saggiatore), e allora in cosa crede?
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Notiziona della settimana
In libreria c’è Mi chiamo Marcello Mastroianni (ma non sono lui): il romanzo di Armando Festa (ri)scritto e editato durante la sesta edizione di Apnea! Evviva Armando ed evviva la classe numero 6!
Una dramedy divertentissima sul coraggio di seguire i propri disastrosi desideri. Una riflessione originale, sincera e profonda sul senso di diventare padre.
Si chiama Marcello Mastroianni, come l’attore, ma la sua vita non ha granché di spettacolare. Ha quarant’anni, un aspetto ordinario, un lavoro che non ha scelto e che non lo appaga, una relazione che… Be’, la relazione, almeno, è quella giusta: Alessia è vulcanica, creativa, sicura di sé, e il fatto che non possa avere figli per una malformazione uterina a Marcello non è mai pesato. Eppure, quando è solo e nessuno lo vede, bazzica un gruppo Facebook dal nome rivelatore: Aspiranti genitori. Prima per scherzo, poi per curiosità e, infine, per un oscuro ma irrefrenabile bisogno. Perché la mancata paternità, da tranquilla consapevolezza, è diventata un pensiero fisso, anzi un’ossessione. E il desiderio di un figlio si è gradualmente imposto su qualunque altra volontà. Finché una sera, reduce da una tremenda cena di famiglia dove la sorella di Alessia ha rivelato di essere incinta per la seconda volta, Marcello legge sul gruppo un annuncio un po’ particolare: è una richiesta probabilmente illegale, di certo folle, quelle stravaganze che si trovano in rete ma che è bene dimenticare subito. Invece, senza riflettere, senza volerlo, senza davvero decidere, Marcello risponde. È l’inizio di un turbine di eventi rocamboleschi e surreali che, come una valanga, travolgeranno ogni sua certezza. E, per la prima volta, lo porteranno ad ascoltare davvero sé stesso.
Lista dei 5 film e libri che secondo Armando non potete proprio non aver visto e letto
La versione di Barney di Mordecai Richler, trad. M. Codignola, Adelphi
Io e Annie di Woody Allen, su Primevideo
L’appartamento di Billy Wilder, su YouTube (a pagamento)
Chiedi alla polvere di John Fante, trad. M. G. Castagnone, Einaudi
Una banda di idioti di John Kennedy Toole, trad. L. Bianciardi, Marcos y Marcos
Colonna sonora
Ve l’abbiamo detto che Armando Festa scrive anche per il cinema? Se non l’avete già fatto, provate a vedere Mixed by Erri su Netflix. La sceneggiatura l’ha firmata lui. E intanto ascoltate la canzone di una delle scene più belle del film.
Succede a ILDA
Nuova edizione!
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Vieni ad allenarti in Camera di Smontaggio! Un percorso di allenamento critico e creativo per lettori e visionari con Francesca de Lena e Chiara M. Coscia, immaginato per chi ha una forte passione per le storie ma desidera far crescere il proprio sguardo usando come attrezzi l’unica cosa che veramente conta: i testi da leggere, le scene da osservare.
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Dietro le quinte
Aspettando Camera di Smontaggio
Prima ancora di guardare Brooklyn 99 conoscevo già alcune delle sue scene più famose sotto forma di sketch su Instagram. È una serie ambientata quasi interamente in una sola stanza e, come per tutte le sit-com, la sua forza risiede in larga parte nei dialoghi. Parafrasando Robert McKee, la commedia è per l’80% una questione “uditiva”, il suo potere principale è quello di tenerci incollati con dialoghi brillanti e divertenti, la storia è l’ultima cosa che ci interessa, ci leghiamo ai personaggi e vogliamo ascoltarli parlare e interagire tra loro. Fuori dalla comedy, la funzione del dialogo cambia. I dialoghi servono prima di tutto a rendere vivi i personaggi, ma anche a far avanzare la storia attraverso di loro, e molto spesso i migliori dialoghi sono quelli che funzionano per sottrazione.
Chiara
I dialoghi nei libri, almeno dal secondo novecento in poi, vengono ricordati per lo più perché somigliano molto e bene a quelli del cinema. Eppure c’è una cifra, un ritmo, un tono, che è proprio della pagina, che dallo spazio bianco che solo la pagina offre tira fuori il silenzio, la sospensione, la sorpresa, l’incredulità, la rabbia trattenuta e il terrore più scuro. Molto più che delle grida dei litigi e dell’arguzia performativa del sarcasmo, che in forma scritta appaiono spesso forzati e innaturali, la pagina è regina dei sottintesi, delle provocazioni sottili, delle ambiguità, degli equivoci. Occorre fidarsi dei grandi maestri del racconto italiano (Parise, Buzzati, Arpino, Berto, Ginzburg, Ortese, Romano) prima di tutto, e poi anche perdersi in un qualche Cormac McCarthy.
Francesca
Galassia immaginaria
Martedì c’è stato il primo incontro di Galassia Immaginaria, ed è andato benissimo! Abbiamo parlato di Uccelli vivi di Samantha Schweblin in coppia con True detective stagione 4. È stata una chiacchierata ricca e stimolante durante la quale sono venuti fuori Raymond Carver, Shirley Jackson, The Terror, Fortitude, Fargo, Aimee Bender e perfino Nolan, tra perturbante, disturbante, surrealismo, horror, contrasti culturali e opposizioni speculari.
Galassia Immaginaria funziona così: vi proponiamo 3 coppie libro/serie tv ogni mese e voi votate la vostra preferita. La coppia vincitrice sarà l’oggetto della nostra lettura/visione del mese e del nostro incontro.
Le coppie di febbraio sono:
Distanza: Java Road di Lawrence Osborne, trad. M. Gini, Adelphi + Expats miniserie di Lulu Wang su Primevideo
Assenza: Baumgartner di Paul Auster, trad. di C. Mennella, Einaudi + Tiny Beautiful Things miniserie di Liz Tigelaar su Disney +
Disturbo: Stranieri a noi stessi di Rachel Aviv, trad. C. Durastanti, Iperborea + Skam Italia 6 di Ludovico Bessegato su Netflix (+ bonus a sorpresa!)
Quale preferite?
Se ti è venuta voglia di partecipare sei sempre in tempo, scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com!
La settimana editoriale
È morta Sandra Milo. Un ritratto di Rivista Studio e una lista dei suoi migliori film secondo Sky.
La rivincita della scrittura. Un bel pezzo di Marco Montanaro sulla scrittura nel mondo digitale.
La Storia di Elsa Morante è stato uno dei casi editoriali più discussi di sempre.
Dalle edizioni e/o nasce Ne/oN, imprint per la narrativa di genere.
Sinner mania: 10 libri che parlano di tennis.
Joe Sacco sta scrivendo un fumetto sulla guerra in corso a Gaza, il primo capitolo si legge qui (in inglese).
Sempre a tema fumetti, un’intervista e un inedito: Juta, il fumettista che disegna la paura, su Artribune.
“Mi piace la non intenzionalità di una frase ascoltata per caso, la sua aleatorietà, il fatto che non sia pronunciata da me ma da qualcun altro, che sia nel mondo reale e non su uno schermo, che in qualche modo registri il presente e l’aria che tira senza pretendere di spiegarli, di imporli, di filtrarli attraverso una visione.” Eleonora Marangoni e l'arte di origliare per strada.
Ultimo mese per partecipare alla open call per fotografi under 30 di Marsilio Arte.
C’è ancora voglia di Beckett: intervista di Emiliano Ceresi a Gabriele Frasca, su Lucysullacultura.
Daniela Pes (che è stata nostra colonna sonora qualche newsletter fa) e la sua lingua inventata: un’analisi di Edoardo Vitale su IlTascabile.
L’americanata di Chiara
“Troppe novità possono essere travolgenti. Troppa familiarità può essere noiosa. Trovare un forte equilibrio tra i due aspetti aiuta a creare un mondo che sia allo stesso tempo riconoscibile e avvincente. Offri ai lettori lo spazio per determinare come si adatterebbero al tuo mondo e come le loro vite sarebbero migliori o peggiori. Il tuo mondo trae ispirazione da antiche civiltà o da paesi moderni? Prenditi tempo e attenzione quando effettui ricerche e approfondisci culture e costumi della vita reale.”
Da Uncharted Mag, “Building Rome in a day or two: How to Approach Fantasy World-Building”, di Uncharted, trad. Chiara M. Coscia
https://www.unchartedmag.com/building-rome-in-a-day-or-two-how-to-approach-fantasy-world-building/
Appuntamenti e opportunità
Lavorare nell’arte: opportunità di febbraio.
Questo weekend c’è Artefiera a Bologna!
Dal 15 al 25 febbraio a Brescia c’è Trame, festival internazionale di teatro.
Il 17 e 18 febbraio a Bologna ci sarà il Nerd Show.
Sondaggiamoci!
Critici, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 10 febbraio.
Nel frattempo, seguiteci su Facebook e Instagram, e iscrivetevi a Galassia Immaginaria!