Straniare la lingua (per farle dire la verità)
Non scrivere come mangi, Postilla n°7, scrivere e criticare, personaggi secondari e battute di dialogo, ci vediamo a PLPL. Tu ci vai, alle fiere?
Per prima cosa, cominciamo col dire che scrivere è un grandissimo esercizio di maieutica. Vi aggredisco così, con questa sentenza lapidaria che non credo ci sia nessuno tra voi disposto a smentire. Siamo d’accordo, no? Abbiamo spesso parlato di come ogni testo che valga la pena scrivere (e leggere) sia infuso di una faticosa e profonda ricerca della verità — la verità sua, di quel testo (che sia la verità dell’autore, del narratore o del personaggio è secondario). Detto ciò, cosa significa questo in termini di lingua? Quali sono le parole della verità, come cambiano, come si cercano, dove si riconoscono?
Quante volte abbiamo sentito dire che si scrive ciò che si conosce, ciò che è vicino e noto? Ma quando si tratta di lingua le cose non sono così immediate e consequenziali. Non è vero che la scrittura va tutta esaurita nelle parole note, perché queste possono risultare troppo comuni, banali, se non addirittura stereotipate. E allo stesso modo non è vero che queste parole possono essere ricercate nell’idioletto specifico di chi scrive, nella sua lingua usuale, conosciuta, gergale, a meno che non si voglia arbitrariamente apparire criptici o elitari. La forza di un testo sta nella capacità di parlare ai lettori, agli altri, in una lingua propria del testo.
L’uso della parola scritta è sempre una questione di comunicazione, e come tale, di responsabilità. Alla luce di questo, in un certo senso, la lingua va sempre sottoposta a un processo di straniamento che la renda non-familiare, ma specifica. Per riuscire con efficacia in questo, chi scrive vive in un rapporto di avvicinamento continuo alle singole parole. Le ama per il loro scopo, per le loro forme e suoni, anche per la loro stranezza e il loro essere insolite, e si ritrova a dover testare le stesse parole più e più volte per vedere se sono la scelta assolutamente migliore per il proprio lavoro.
In poesia questo accade di continuo, quest’operazione di straniare la lingua per consentirle di dire la verità: ricercare un linguaggio che non sia familiare, che non scivoli addosso, ma che non sia neanche troppo oscuro, che sia preciso ed evocativo abbastanza da permettergli di contenere la verità.
Se è chiaro a tutti che una buona scrittura rifiuta immagini e frasi banali, scritte in lingue inesistenti che nessuno parla (il doppiaggese e il traduttese di certe opere italiane, ad esempio), deve essere chiaro anche il fatto che l’uso di un linguaggio personale, familiare, va necessariamente negoziato, lavorato, per non rischiare che parli solo a noi o a una cerchia ristretta di persone. La lingua è un gioco di responsabilità ed equilibrio, e un movimento leggero può fare una differenza enorme.
Chiara M. Coscia
Colonna sonora
Questa canzone di Daniela Pes, che si è inventata una lingua tutta sua per cantare la sua verità, e ci è riuscita magnificamente.
La notiziona della settimana
È in corso a Roma la fiera nazionale della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, e nel momento in cui chiudiamo questa newsletter polemiche ancora non ce ne sono state (ma magari siamo in treno o dormiamo e non ce ne siamo accorte) però ci sono ancora due giorni pieni di possibilità che qualcosa accada, e chi siamo noi per mettere un freno alla capacità del settore culturale/editoriale di fare polemiche. Occhi e orecchie aperte!
(E in ogni caso, oggi ci trovate in giro nei corridoi!)
Qui tutti gli eventi in programma.
Postilla
Hai presente la posta del cuore?
Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà. Per partecipare leggi qui.
Postilla n° 7
Caro *,
ci sono volte in cui è davvero difficile comprendere un testo senza il contesto e sulla base di pochissime battute, e questa è una di quelle volte. So dalla tua mail che questa scena si svolge al Festival dello Scarabocchio, ma io qui il festival non lo vedo, non ne posso dedurre nessuna percezione sensoriale (non ci sono toni, umori, clima, colori, suoni); so dalla tua mail che Agnese forse sta sognando (io ho un problema tutto personale con i sogni nei romanzi, ma mi sforzo di superarlo) o forse no ed effettivamente da quel che leggo non posso capirlo; e so che questo pezzo che mi hai mandato è un finale. Ricapitolando: senza contesto, poche battute, un finale di romanzo: davvero difficile :)
Se fosse stato un incipit o comunque uno stralcio più iniziale, ti avrei senz’altro detto che qui c’è troppa percezione astratta: il brivido, l’indefinita intuizione, l’estasi inafferrabile, l’emozione che sente tra le mani e la mente, l’intuizione che tu stesso definisci astratta e che è quindi difficile da “sentire” per il lettore. E per di più si tratta di una condizione onirica, o giù di lì, e quindi indefinita per definizione, che ha bisogno di uno sforzo in più per essere comunicata.
E però il dialogo mi sembra ben costruito, la tua sintassi attenta, con un bel vocabolario, e la verità che cerchi (cito dalla presentazione: “le tre dimensioni che apparentemente governano la realtà non possono sconfessare l'esistenza di un'altra realtà”) interessante, anche se per me intelligibile al momento. Interessante e coraggiosa anche la determinazione di “un finale presuntuoso in odore di assoluto”.
Mi convince meno l’idea che “tutta la storia di Agnese viene raccontata come un pretesto, per giustificare ciò che veramente volevo scrivere”: mai scrivere pretesti, secondo me, sempre scrivere direttamente ciò che veramente vuoi scrivere.
Ciao, buona scrittura 😊
Francesca
Succede a ILDA
Call!
Hai un manoscritto e vuoi trasformarlo in romanzo?
Fino al 18 dicembre puoi candidare il tuo progetto di romanzo inedito come protagonista della prossima edizione di Apnea.
Apnea è uno spazio di 6 mesi completamente gratuito e a tua disposizione, che ti aiuterà ad acquisire consapevolezza autoriale, capacità narrative e, speriamo, una pubblicazione. È già successo, succederà ancora.
Se hai un progetto, e anche se il romanzo non è ancora compiuto, qui trovi tutte leistruzioni su come farcelo leggere. E qui qualche opinione degli ex protagonisti.
Se hai dubbi o vuoi maggiori informazioni scrivici a: ilibrideglialtri@gmail.com
Nuovo corso!
Con l’anno nuovo arriva Prendila come una critica, il corso di critica letteraria con Matteo Marchesini, critico letterario, poeta, saggista, narratore.
8 incontri in diretta online per approfondire:
teoria e storia della critica letteraria
forme e correnti della critica letteraria
letture, analisi, esercitazioni su brani e racconti
prove pratiche di recensione e critica sui testi
Bonus track: lettura e breve saggio su un romanzo italiano contemporaneo
Ogni incontro durerà 2 ore, per un totale di 16 ore di laboratorio in diretta. Ci sarà poi il lavoro da svolgere a casa e la discussione collettiva via mail. Insomma, sarà un corso come piace a noi di Ilda: ricco di teoria e ricchissimo di pratica.
E per te che hai già frequentato i nostri corsi o per te che hai chiesto informazioni sul corso di critica già in tempi non sospetti c’è lo sconto del ❤️!
Leggi il programma completo qui e scrivici per maggiori info e per prenotare il tuo posto: ilibrideglialtri@gmail.com
Appunti da Apnea
Forza, affrontiamo il personaggio: chi è, cosa ci fa qui, dove va (se va). Facciamolo però a partire dai personaggi più importanti: i secondari. Perché più importanti? Perché sono lì a caratterizzare, ad attivare, a mettere in conflitto il protagonista. Anche quando non ne conosciamo i nomi, anche quando durano poche pagine, anche quando passano di lì. Ce lo insegna Rachel Cusk.
Appunti da Ipotesi di Romanzo
C’è stata la lezione in cui ci siamo chiesti: le cose sembrano diverse a seconda di chi ce le racconta, o lo sono davvero?
Ad accompagnarci quattro battute di dialogo da Revolutionary Road e una no. (Trova l’intruso!):
Guardati e dimmi se anche con tutta la buona volontà del mondo puoi definirti un uomo!
Ma non capisci? Tu sei la cosa più preziosa e bella che c’è al mondo. Sei un uomo.
Voglio dire, a ben pensarci deve avergli dato ben poche soddisfazioni, se fare figli è l’unica maniera che ha per dimostrare che possiede un paio di coglioni.
Credi che basti avere un figlio per essere un uomo e non un coniglio, eh?
Quei rivoluzionari ragazzi di Wheeler Road.
La settimana editoriale
Il punto di meraviglia (il punto esclamativo!) su Internazionale (articolo a pagamento).
Bruno Morchio ha vinto il Premio Scerbanenco.
Su Lucy, intervista di Irene Graziosi a Vivian Lamarque, Premio Strega Poesia.
Ancora su Lucy, Che cosa c'è ne La coscienza di Zeno, oltre alle sigarette e alla psicanalisi? Ne scrive Nicola H. Cosentino.
Mattia Carzaniga su Un colpo di fortuna, il film di Woody Allen in sala.
E su Cinecittanews i film in arrivo nel 2024.
“Ma a chi volete che interessi una app per tenere traccia di una passione ormai minore?”: ormai 10 milioni di utenti scrivono di cinema su Letterboxd.
Forme e limiti del racconto del cinema sui media. Arnaldo Greco su Link idee per la TV.
Vacanze di Natale compie 40 anni ed è in streaming su Paramount. Un film che “ha fatto la storia della nostra società e della rappresentazione che essa ha avuto di sé stessa”. Giulio Zoppello su Wired.
Reportage su Kiev in guerra in dialogo con Robert Capa e John Steinbeck, di Edoardo Vezzi, su il Tascabile.
Quanto si spende in Italia per la cultura? Pubblicato il report Minicifre del Ministero della Cultura.
L’americanata di Chiara
“Come scrittori, quello che facciamo è cercare di dare significato all'ordinario. Siamo sensibili alle conversazioni ascoltate di nascosto, al caffè che viene passato al cliente attraverso il bancone. Momenti che fermentano e si formano dentro di noi fino a quando, un giorno, esplodono, esigendo di essere trasformati in qualcosa di nuovo. Creiamo costantemente. È un'ossessione, tutta questa attività di significazione.”
Da Electric Literature, “Twisting My Life Into a Story Sacrificed My Ability to Live It”, di Jessica L Pavia, trad. Chiara M. Coscia
https://electricliterature.com/twisting-my-life-into-a-story-sacrificed-my-ability-to-live-it/
Sondaggiamoci!
Straniati, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 16 dicembre.
Nel frattempo, seguiteci su Facebook e Instagram, e iscrivetevi a ILDA, il Gruppo.