Veder nascere un personaggio, per primi
Domenico Cigno solo per noi e dal 14 gennaio per tutti gli altri; Cecilia Sala è finalmente libera❤️, le iraniane ancora no; la call per Apnea dura altri 8 giorni; Galassia; Americanata; Rassegna.
In ILDA ci capita quotidianamente di veder nascere storie e personaggi, ma non sempre possiamo parlarvene perché se è vero che siamo quelli che li aiutano a crescere, è anche vero che non ci appartengono e dobbiamo loro il giusto riserbo. Stavolta il personaggio e la storia che nascono sono tutti nostri perché li ha inventati Luca Mercadante, e arrivano fra tre giorni in libreria grazie alla casa editrice Sellerio.
Qui ci sentiamo tutti frizzantini e anche un po’ stupidamente primi della classe perché possiamo avere tra le mani la famosa “anteprima” di un romanzo che solitamente non saremmo certo noi a pubblicare. E invece stavolta sì, ce la siamo tenuta stretta, perché a chi farla leggere prima di tutti gli altri se non a voi?
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Il corpo si è incagliato in un groviglio di alghe che lo ancorano al canneto. Guardo le caviglie emergere dai Lagni avvolte dalla vegetazione filamentosa e mi torna in mente il nome che mio padre le attribuiva nei racconti della sua infanzia post-bellica, quando con gli altri ragazzi veniva da queste parti a fare i tuffi alla Tarzan. Capitava che qualcuno non riuscisse a risalire dal fondo perché attorno alle gambe s’era attorcigliata una liana di fiume. E moriva.
I Regi Lagni, l’esteso intreccio di fogne a cielo aperto con sbocco sul mare tra Mondragone e Giugliano, si sono gonfiati a causa delle piogge degli ultimi mesi. Canali scuri come vene che s’allargano sulle cosce di una vecchia hanno riportato la pianura alle spalle di Castel Volturno al suo stato originale di palude. Ora le strade provinciali corrono in mezzo a specchi d’acqua, e stormi di uccelli neri dalle zampe lunghe si alzano in volo. Il pantano si è spinto per diversi chilometri verso l’interno, inglobando nell’acquitrino la zona agricola di Cancello Arnone e quella di Villa Literno.
I piedi della ragazza affiorano uniti e appaiono morbidi, anzi inconsistenti per effetto dello scivolamento dell’acqua. Il resto del corpo s’intravede solamente, ondeggia affondato di dieci o venti centimetri nelle acque torbide: le braccia lunghe sopra la testa e i capelli aperti a ventaglio seguono la danza della corrente che cerca di portarsi via la povera creatura. Un flusso che sembra volerla risucchiare di canale in canale fino al mare, per condannarla a rifiuto. S’aggiunga pure agli altri già accumulati su una terra passata da sconfitte a sconfitte, e poi dolori. Forse non ancora abbastanza da riconoscere a chi la abita il diritto alla presunzione di innocenza. Neanche a chi ci muore e basta.
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Non sono più un bravo giornalista e se sono arrivato prima di tutti gli altri è solo grazie a Tony. Abbiamo battuto sul tempo anche le autorità, sempre che non si voglia considerare autorità la pattuglia di carabinieri forestali che ha diramato l’allarme per poi essere lasciata sul posto in attesa di rinforzi con il goffo compito di non toccare niente, assolutamente niente, e però neanche dovevano lasciare andare il corpo alla corrente.
Venti minuti fa, erano le quattro del pomeriggio, Tony è arrivato sgommando a viale degli Eucalipti di Baia Verde e ha frenato davanti casa mia. Lo stridio degli pneumatici si è perso nel rumore del vento rabbioso di dicembre e delle onde del mare grosso che ruggisce a nemmeno trecento metri da qui.
Ho guardato Tony con disappunto, perché ero appena riuscito a infilare le chiavi nella porta per entrare, e ho continuato ad aprire. Non ce l’avevo con lui, è una delle poche persone con cui ho a che fare ultimamente, ma il mio indice di massa grassa sfiora il cinquanta per cento, il che significa stare in piedi solo in virtù di un doloroso atto di devozione all’Homo Erectus. Impiego tre minuti per andare dal cancelletto di ferro arrugginito di quello che una volta era il giardino alla porta d’ingresso di quella che una volta era una villetta a schiera. In mezzo, tra il cancello e la porta, ci sono sette maledetti gradini scivolosi di pioggia, che per oggi avevo già affrontato.
Quello che avrei voluto era chiudermi in casa e controllare la marinatura della sella di coniglio: vino, sedano, alloro, aglio; pepe e sale da strofinare direttamente sulla pelle giusto due minuti prima della cottura, in attesa della quale avrei aperto una busta di patatine e avviato il portatile per implementare il sito del giornale con il riassunto dei miei pezzi del giorno dopo. Caterina la social-del-cazzo-manager li avrebbe poi sbattuti, in forma ancora più ridotta, sulla pagina Facebook e Twitter. Così, come ogni giorno, entro il tramonto si sarebbe esaurito il ciclo di nascita e morte della notizia: dalle poche righe del comunicato stampa, al rigonfiamento dell’articolo cartaceo, poi il taglio per il sito e infine il tweet. Polvere alla polvere.
Da un anno che c’è lei siamo stati tutti costretti a usare i nostri account personali per dare visibilità agli articoli. La policy aziendale ci consiglia di twittare per anticipare l’uscita di un pezzo nostro e, dopo la pubblicazione, di condividere con un commento personale.
Qualche settimana fa, durante una riunione Skype con tutta la redazione locale, Caterina ha detto che dovremmo aprirci a TikTok e Maurizio ha anche annuito. È il nostro direttore e lo rispetto, ma è sempre in competizione con la redazione nazionale e farebbe di tutto per non farci apparire provinciali agli occhi «dei milanesi», così ci costringe a queste call del tutto prive di senso. Mi sono permesso d’intervenire e ho detto che c’erano già troppi pedofili su quella piattaforma per metterci anche noi a spiare le ragazzine che ballano in costume. Lei ha aperto il microfono per dire solo «Okay, boomer», e poi l’ha richiuso. Tutte le facce sul mio desktop si sono messe a ridere, mute perché avevano l’audio disattivato.
Dopo la riunione Maurizio mi ha mandato un vocale spiegandomi che era equivoco fare commenti del genere, perché sembravo un pervertito. Gli ho risposto chiedendogli da quando dire «Attenzione ai pedofili» è da pervertiti. Lui mi ha domandato se conoscessi il detto napoletano secondo il quale chi pensa continuamente al male è perché lo pratica.
Le conversazioni tra giornalisti possono andare avanti così all’infinito, di domanda in domanda, senza nessuno che senta l’obbligo morale di avanzare una proposta. Sul momento avevo chiuso la chat senza intenzione di rispondere, ma poi gli ho scritto un messaggio: «Quella che i creativi chiamano curiosità, nella nostra professione si chiama sospetto». Ed è proprio così che la penso: quando nelle redazioni non ci saranno più malpensanti, sarà perché sono finiti i veri giornalisti.
Luca Mercadante, La fame del Cigno, 2025 © Sellerio editore
Dal 14 gennaio in libreria.
Colonna sonora
Questo pezzo, ascoltato da Luca così tante volte che è finito nel romanzo.
Notiziona della bi-settimana
Cecilia Sala è libera! ❤️
“Avrei tanto voluto un libro, per perdermi nella vita di qualcun’altro”
Ormai lo sapete, lo sappiamo tutti, ma è bello dirlo e scriverlo ancora: Cecilia Sala è libera ed è tornata a casa. Dopo 21 giorni di reclusione nel carcere di Evin in Iran, la giornalista italiana sequestrata lo scorso 19 dicembre è stata rilasciata l'8 gennaio ed è rientrata in Italia, accolta all'aeroporto di Ciampino dall’abbraccio dei suoi familiari e delle istituzioni. La storia del suo sequestro, delle ragioni, delle azioni diplomatiche dietro alla sua liberazione, non è cosa che compete a noi raccontare. Però abbiamo ascoltato la voce di Cecilia Sala nella lunga e commossa intervista che le ha fatto Mario Calabresi raccontare i suoi giorni di isolamento, riportando costantemente il discorso su chi non è ancora libera, sulle donne iraniane che non hanno la fortuna di tornare a casa né una voce da far sentire. Per questo è sempre importante continuare a parlarne, raccontare le storie di quelle persone, quelle donne e quei luoghi che meritano di essere conosciute nella loro potente bellezza, e non solo nell’orrore dell’oppressione.
Lista di saggi, romanzi e racconti di scrittrici iraniane
Finché non saremo liberi, di Shirin Ebadi, Bompiani
L’albero dei fiori viola, di Sahar Delijani, Rizzoli
Persepolis, di Marjane Satrapi, Rizzoli
Un popolo di roccia e vento, di Golnaz Hashemzadeh Bonde, Feltrinelli
Storia dell’Iran, di Farian Sabahi, il Saggiatore
L’attrice di Teheran, di Nahal Tajadod, edizioni e/o
Leggere pericolosamente, Azar Nafisi, Adelphi
L’uomo che schioccava le dita, di Fariba Hachtroudi, e/o
La notte sopra Teheran, di Pegah Moshir Pour, Garzanti
Come un uccello in volo, di Fariba Vafi, Ponte33
Succede a ILDA
CALL!
È in corso la call per la prossima edizione di APNEA, c’è tempo per candidarsi fino al 19 gennaio!
Nove anni fa la peculiarità di Apnea fu che per la prima volta in Italia il lavoro su un manoscritto inedito si svolgeva a porte aperte, sfatando così miti e leggende sull’editing. Oggi Apnea è un marchio e i romanzi lavorati in laboratorio trovano quasi sempre la strada della pubblicazione.
Molti altri romanzi, anche tra quelli non scelti come oggetto di studio e editing per il corso, hanno girato attorno a questo progetto, permettendo a Francesca de Lena di conoscere nuovi autori e di lavorarci insieme in diversi modi.
Questo è probabilmente il risultato più interessante, perché da sempre il primo obiettivo di Apnea è fare scouting: conoscere voci mai sentite, leggere parole che non ha ancora letto nessuno, lavorare a un’idea, renderla pronta per i lettori.
Per questo ti invitiamo a candidare il tuo progetto di romanzo come oggetto di studio e editing della prossima edizione di Apnea rispondendo alla call aperta e gratuita.
Vuoi editare il tuo romanzo in Apnea?
Le informazioni per partecipare sono qui. Ti aspettiamo!
Galassia immaginaria
Galassia Immaginaria ritorna per la nuova edizione e apre le porte!
Chiunque voglia partecipare al primo incontro dell’anno può scriverci a ilibrideglialtri@gmail.com e riceverà il link per chiacchierare con noi!
La coppia del mese è COPPIA (no, non è un errore, è proprio questa la parola del mese, perdonate la ridondanza).
La storia di un matrimonio, di Andrew Sean Greer, trad. G. Oneto, Adelphi. Quarto romanzo dello scrittore americano premio Pulitzer nel 2018, un libro che scende nelle pieghe di una relazione di coppia rivelandone pian piano le distanze interne.
insieme a
Mr & Mrs Smith, di Francesca Sloane e Donald Glover, su Prime. Due agenti segreti sotto copertura come coppia sposata, in una storia in cui l’azione delle missioni passa in secondo piano rispetto alla complessità della relazione.
L’incontro del mese è fissato per il 20 gennaio 2025 alle 19:00. E come al solito non c’è obbligo di lettura e visione, basta solo essere curios*!
Per saperne di più su Galassia Immaginaria: trovi tutto qui. Se hai voglia di unirti al gruppo sei sempre in tempo, scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com!
La bi-settimana editoriale
Book Pride, Fiera Nazionale dell’editoria indipendente, entra a far parte dei progetti del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Lunga intervista a Giorgio Pinotti, editor in chief di Adelphi.
I versetti satanici di Salman Rushdie torna pubblicato in India perché il documento che lo vietava è scomparso.
Che anno nuovo è senza la prima polemica dell’anno sui troppi libri che si pubblicano e sul poco tempo per leggerli.
E per l’appunto: 400 novità librarie e 70 esordi letterari che leggeremo nel 2025, raccolte da Il Libraio.
Poi c’è questa storia che comincia dalla vetrina di una libreria. Svuotata. (Abbiamo trovato la soluzione!)
L’inventore delle graphic novel: la storia del grandissimo Will Eisner.
Un passo indietro: il film italiano più visto del 2024 è stato Il ragazzo dai pantaloni rosa, che ha incassato 9 milioni di euro.
L’americanata di Chiara
“Non sono un neuroscienziato, ma so che imparare un’arte modifica il cervello. O meglio, cambia il modo in cui uno pensa. Per imparare a fotografare, si impara a pensare in termini di angoli e aperture. Per imparare a dipingere, si inizia a pensare in pennellate e pigmenti. E per imparare a scrivere narrativa, si pensa in frasi, punti di vista e altri aspetti della prosa narrativa. Questo richiede molto tempo. Tempo per studiare e tempo per esercitarsi. No, non ci sono mai scorciatoie.”
Da Counter Craft, “Turning Off the TV in Your Mind”, di Lincoln Micheal, trad. Chiara M. Coscia
http//:countercraft.substack.com/p/turning-off-the-tv-in-your-mind
Appuntamenti
Dal 24 gennaio a Padova c’è lo Sherbook Festival.
Il 25 e il 26 gennaio a Segrate c’è il Festival del Fumetto.
Dal 25 al 26 gennaio a Parma c’è la seconda edizione di Mi prendo il Mondo.