Sesso e altri oggetti narrativi non identificati
Leggere il sesso delle donne, Lanny Kravitz, Postilla n°6, cos'è un essere umano, la pioggia come sensazione, scrivere la vita stessa, rassegna stampa. Gli stereotipi che proprio no?
Costruire storie è un atto politico, dicevamo poche settimane fa, e lo è anche analizzarle, modificarle, insegnare a leggerle. Nelle storie non devono entrare tesi, pedagogie e moralismi, e su questo occorre sempre vigilare, viceversa è proprio con le storie che possiamo allenare uno sguardo aperto e pronto a turbarsi, non impaurito, che ci allontani il più possibile dalle nostre convinzioni.
Dovete guardare il sesso, ho detto durante una lezione, come se fosse un qualsiasi oggetto narrativo, come se fosse una battaglia, un amore, un lutto, il ritorno in patria, come se fosse una mano tagliata, una montagna, un trucco di prestigio. Il sesso è una scatola, un cibo, una nave. È sesso, certo, e prevede la relazione, la psicologia e i rapporti di potere, e nelle storie siamo abituati a pensarlo come tradito, morboso, eccessivo, o viceversa timido, allusivo, simbolico e quasi mai come quello che è: seduzione, performance, piacere. E men che meno siamo abituati a una protagonista donna che lo agisce così: senza sottotesti, senza intricati complessi infantili o chissà cosa: una donna a cui il sesso piace in un modo semplice, come siamo abituati a immaginare un uomo a cui piacciono i pompini. Quando leggiamo o vediamo una storia in cui c’è il tizio A che la mattina va in ufficio e fa il suo lavoro e poi va in palestra e gioca a tennis e poi si fa la doccia e poi la birra con gli amici e gli sentiamo dire di desiderare sedurre tizia B ma anche tizia C e D per ricavarne un bel pompino (scusate se la parola è troppo diretta, l’abbiamo letta nell’incipit di Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli ed è quella che serve quando si vuol far capire in modo leggero e veloce quella cosa lì; rapporto orale sembra un’operazione sanitaria, fellatio sembra per chi ha fatto il classico) per caso ci chiediamo cose del tipo: chissà perché questo rapporto così superficiale con il sesso?; chissà questo piacere di giocare con il corpo degli altri cosa nasconde?; chissà che legame ha con il padre o con la madre?; chissà da cosa si sta emancipando? No, non ce le chiediamo. In narrativa l’uomo a cui il sesso piace-e-basta è come la nonna contenta di ricevere a pranzo i nipoti: normale, al massimo banale come la vita, ma credibile e accettabile. Mentre il sesso legato a una protagonista femminile diventa sempre indice di qualche crepa interiore che crediamo di dover scovare. La tradizione artistica ci insegna così, la maggior parte delle volte anche la realtà, che è il territorio da trasfigurare, ci insegna così.
E noi trasfiguriamolo, questo territorio.
Francesca de Lena
Colonna sonora
Per forza questo pezzo, non vi pare? Anzi visto che ci siete (ri)guardatevi anche il video va’! Poi tornate qui però ;)
Breve lista stereotipata di oggetti narrativi
l’aborto delle adolescenti
la crisi di mezza età degli uomini
il desiderio di maternità che è più forte di quello di paternità (ma tra poco arriva il romanzo-Apnea di Armando Festa a ribaltare lo sguardo!)
il rapporto tragicomico con le suocere
la povertà eroica e la ricchezza triste
(se vi va, continuate voi scrivendoci a ilibrideglialtri@gmail.com)
La (brutta) notiziona della settimana
Mentre finiamo di montare questa newsletter, ci arriva la notizia che è morta Antonia S. Byatt. Scrittrice gigantesca, autrice di opere inarrivabili, vi lasciamo qui la lista dei suoi libri pubblicati da Einaudi in Italia e uno stralcio delle sue preziosissime parole:
"In Inghilterra i romanzi erano concepiti per essere letti ad alta voce accanto al caminetto di un vicario o di un curato, alla presenza attenta e grave della moglie. In Francia i preti si occupavano delle donne e dei bambini, e i romanzi venivano scritti per il pubblico separato, e spesso salace, dei lettori maschi.
In un romanzo, disse, è impossibile descrivere il mondo così com'è.
Invece dovrebbe essere possibile. Abbiamo bisogno di romanzi onesti, più che di trattati moralizzanti."
A. S. Byatt, Il libro dei bambini, traduzione di Anna Nadotti e Fausto Galuzzi, Einaudi
Postilla
Hai presente la posta del cuore?
Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà. Per partecipare leggi qui.
Postilla n° 6
Caro Paolo,
la scena ha una sua compiutezza e una sua malinconia, nonostante manchino immagini abbastanza precise ed evocative da permettere al lettore di “guardare bene” (altrove dove? un pezzo di tempi lontani quale, quali, quando? Ragazzi e gente, chi? mobili e altro, cos’altro? ecc).
E però non riesce a lasciare addosso tutta la sensazione di malinconia che potrebbe perché la sintassi con cui è costruita manca di fluidità, manca di suono e armonia. Ti faccio vedere un piccolo gioco:
Spogliando il testo di verbi, sostantivi e aggettivi restiamo con connettivi, relativi, preposizioni, avverbi, elementi di strutture passive e/o negative: ce ne sono troppi, e rendono tutto complicato, rugginoso, subìto invece che agìto, ingarbugliato.
Ti chiedo: perché scrivere che lei sembrava non voler essere altrove? Non sarebbe meglio sostituire la negazione con un’affermazione, o almeno invertire il sembrava non con un più naturale non sembrava? E perché poi preferire il nebbioso sembrava a un più certo era e l’astratto altrove all’indicazione di un luogo vero, immaginato, connotato?
Senti come suona pesante e contorta una frase che dice Non ricordava come fosse capitato che gli parlasse della?
E i lui e i lei indefiniti, i suo e sua pleonastici, le espressioni troppo definitive e un po’ sontuose come lei che sembrava non avesse fatto altro nella vita, lui che ne aveva vista passare di gente, così come alcune strutture verbali, non attese risposta, con una mano prese la sua, si voltò suggeriscono un’ambizione per così dire “poetica” che non riesce e non può riuscire perché è forzata: stai scrivendo prosa, non fare il virtuoso, non calcare stilemi di altri o di altre forme. Guarda con passione e semplicità la tua piccola e malinconica scena, che è fatta di due personaggi e un gesto, del topos dell’addio, e che più scriverai diretta e concreta e più diventerà naturale, visibile, illuminata.
Ciao, buona scrittura 😊
Francesca
Succede a ILDA
Vuoi editare il tuo romanzo in Apnea? Invia il tuo progetto!
Fino al 18 dicembre 2023 hai tempo per candidare il tuo progetto di romanzo inedito come protagonista della prossima edizione di Apnea.
Il lavoro che verrà fatto in Apnea ti permetterà di acquisire con una modalità completamente gratuita e a tua disposizione consapevolezza autoriale, capacità narrative e, speriamo, una pubblicazione. È già successo, succederà ancora.
Se hai un progetto, e anche se il romanzo non è ancora compiuto, qui trovi tutte le istruzioni su come farcelo leggere (lo sai, sì, che non vediamo l’ora?)
E se hai dubbi o vuoi maggiori informazioni scrivici a: ilibrideglialtri@gmail.com
Appunti da Ipotesi di Romanzo
Cos’è alla fin fine una storia?
E allora cos’è alla fin fine un essere umano?
Che senso ha non leggere agli altri quello che scrivo?
Il paradigma di Syd Field, questo sconosciuto
Gli elenchi come strumento creativo
Un quadernone, da non credere, c’è ancora chi non ha portato il quadernone
Appunti da Apnea
i titoli di Flannery ‘O Connor e Jane Austen
gli incipit degli altri e quello di Le età di Lulù di Almudena Grandes
i temi di un romanzo, che ci devono essere senza dire di esserci
ipnosi, atmosfere, luci, e immaginari
Peter Mendelsund che ci insegna la sensazione di leggere (la pioggia)
La settimana editoriale
In Ucraina sono andati distrutti migliaia di libri scientifici nel bombardamento della biblioteca di Kherson. Il video mostra un luogo luminoso e bellissimo, con un sonoro molto triste.
Ancora fino alle 18:00 si possono votare 5 titoli preferiti tra i 15 semifinalisti del Premio Scerbanenco. Il 2 dicembre si conoscerà il vincitore.
“Si prenda il romanesco di Gadda del Pasticciaccio: greve, affannoso, defatigante, ma sempre intriso di una intima sostanza poetica che manca quasi sempre al romanesco di Pasolini.” Su Pangea, Alessio Magaddino scrive del virtuosismo linguistico di Carlo Emilio Gadda.
“La malattia mentale ha bisogno di una nuova narrazione”. Fuani Marino su Limina Rivista.
Le rappresentazioni grafiche del tempo, che non è sempre stato immaginato come una linea.
La lingua è un abito, e boomer e GenZ indossano vestiti diversi. Ok Zoomer. Media, linguaggi e scontri generazionali, di Alice Valeria Oliveri su Link idee per la TV.
Su Wired, una sintesi di Andrea Fontana sulle modalità narrative apocalittiche dei media per conoscerle, riconoscerle e smontarle.
“Più una cosa è vicina a noi dal punto di vista temporale più è difficile raccontarla in modo originale, o andarne a scovare i lati nascosti”: Stanlio Kubrick recensisce lungamente su Esquire la (prima parte della) sesta stagione di The Crown.
Maledizioni, ville, famiglie, mezzenotti: Edgar Allan Poe secondo Mike Flanagan in un’analisi di Daniele Martino su doppiozero.
Elvira Del Guercio analizza il cinema di Claire Denis, tra queerness e postcolonialità. Su IlTascabile.
L’americanata di Chiara
“In breve, devi scrivere per il cuore umano, per la grande coscienza di cui tutta l'umanità fa parte. Altrimenti, ciò che potrebbe essere forza in uno scrittore diventa solo crudezza, e ciò che potrebbe essere intuizione si riduce a semplice osservazione; il sentimento scade nella sentimentalità: puoi scrivere sulla vita, ma non scrivere mai la vita stessa. E per scrivere e lavorare a questo livello, dobbiamo viverla, almeno riconoscerla e rispettarla ad ogni passo.”
Da Lapham’s Quarterly, “Letter to Willa Cather from Sarah Orne Jewett”, di Sarah Orne Jewett,
trad. di Chiara M. Coscia
https://www.laphamsquarterly.org/roundtable/mature-your-force
Appuntamenti e opportunità
Bandi aperti per lavorare nell’arte.
Il 24 novembre torna il convegno «Dall’italiano al mondo», iniziativa del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Questo è il weekend di Bookcity a Milano!
Dal 24 al 26 novembre c’è L’eredità delle donne a Firenze.
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Sexy, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 25 novembre.
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