Sembrava fosse editoria invece era un calesse
Lamentela sul leggere per lavoro e avere una vita, colonna sonora perfetta, notiziona, Apnea ti aspetta, Galassia va in vacanza, consigli di fine giugno, rassegna stampa. Da chi farsi leggere?
Vi ricordate quell’orribile espressione di qualche tempo fa, utilizzata soprattutto da una certa parte politica, e non so se addirittura da quella parte inventata, che suonava disprezzante e anzi proprio gratuitamente cattiva verso le navi delle ong che circolavano nel Mediterraneo alla ricerca di migranti stipati su barchette malmesse e pericolosissime? L’espressione era taxi del mare.
Bene, visto che detesto affiancare fenomeni di ordine tanto diverso e di peso tanto incomparabile, sono giorni che cerco un termine diverso da taxi per esprimere il disagio che provo quando mi sento un taxi per l’editoria, soprattutto a causa di una pratica diffusa tra chi bazzica il mondo editoriale o, meglio, tra chi vorrebbe farne parte: non chiudere le conversazioni.
Mi spiego. Sono decine le comunicazioni che intrattengo ogni giorno via mail, whatsapp, messenger e piccioni viaggiatori. Molte di queste, forse la metà, pur assumendo forme diverse, hanno un medesimo oggetto di discussione: leggi quello che ho scritto?
Ed è normale che succeda, perché parte di quello che faccio di mestiere è proprio leggere quel che mi si propone, e però non è tanto normale che alcune di queste conversazioni che durano giorni e settimane (Mi spieghi meglio come funziona? Possiamo sentirci al telefono? Mi dai qualche consiglio? Ah quindi mi aiuteresti? Ma poi posso entrare in agenzia? Posso pensarci un attimo? Ma poi mi aiuti a riscriverlo? A chi lo farai leggere? Non sono convinta di questo capitolo, lo rileggi? Non sono convinto di questa virgola, rileggi tutto il romanzo per vedere se secondo te ha senso messa lì?) d’improvviso evaporino nel vuoto cosmico.
Io sono quella che risponde alle volte con gran ritardo, ma risponde e chiede scusa (la mia apertura standard di mail è: “perdona il tempo di questa risposta”). Dall’altra parte, invece, capita che le gentilissime persone che un attimo prima mi stimavano incredibilmente senza neanche conoscermi (sempre diffidare dei troppi complimenti) scompaiano d’improvviso come sequestrate dall’anonima sarda e impossibilitate a un ultimo, formale, beneducato, doveroso grazie lo stesso.
I motivi della scomparsa, quando non è l’anonima sarda:
nella discussione viene fuori che non sono stata folgorata sulla via di Damasco dalla lettura del testo o di parti di esso
nella discussione fa capolino la necessità di passare per il vil denaro come oggetto spartiacque tra la mia lettura o no, il mio lavoro o no
nella discussione viene fuori che c’è da aspettare un po’, alle volte un bel po’, alle volte, come in questo periodo, se ne riparla da settembre in poi
Ma come sarebbe! (vedo formulare il pensiero nella testa di chi riceve queste notizie) Non mi leggi gratis? E quando mi leggi gratis non impazzisci per quello che hai letto? (vedo che essere letti gratis non è considerato fortunato privilegio, ma atto dovuto, soprattutto se il testo è già stato selezionato per la scuola di pincopallo e lavorato all’editing da pancopillo (pinco e panco giustamente retribuiti, e chissà perché anch’io pretendo di) ) E quando devi lavorare al mio testo non lo fai immantinente, a luglio o ad agosto, con il caldo e i bambini senza scuola e la voglia di vacanza? Ma che volgarità i bambini! Ma che volgarità la vacanza! (il pensiero è ormai pieno disprezzo).
Dunque, per concludere questa lamentela: io non voglio utilizzare la parola taxi per esprimere come mi sento quando capisco che qualcuno che da me ha ricevuto già tanto vorrebbe usarmi per essere traghettato velocemente, possibilmente subito, verso La Più Grande Pubblicazione Editoriale Di Tutti I Tempi. È solo che non me ne vengono altre più eleganti. Potrei forse dire calesse. O magari vista la stagione potrei dire veliero, ma se mi figuro in mare con la faccia che ho adesso, stanca e annoiata, direi che assomiglio più a un canotto. Quindi sì, facciamo canotto: non vorrei essere il canotto di nessuno.
Francesca de Lena
Colonna sonora
La miglior colonna sonora alla lamentela di sempre.
Notiziona della settimana
L’operazione che sancisce l’alleanza fra Messaggerie e Libraccio, e che porta Messaggerie in maggioranza nel Gruppo Libraccio, ha ottenuto il via libera dall’AGCOM. Se n’è parlato poco perché ha ancora l’aria di una cosa tecnica e poco interessante. Ma nei prossimi mesi diverse polemiche collaterali potrebbero nascere da qui, visto che il potere di Messaggerie sta assumendo dimensioni ciclopiche.
Succede a ILDA
L’editing è uno stile di vita, immergiti in Apnea
🤿 L'editor non lo si può fare se prima in qualche modo, dentro di sé, non lo si è già. Com'è il tuo modo di leggere? Come guardi le storie? Andare in Apnea significa allenare lo sguardo, sensibilizzare il cuore, immergersi nella tecnica e affrontare un lavoro faticoso e bellissimo, scavando nel profondo della trama, dei personaggi, delle atmosfere, della voce autoriale, per poi riemergere con in mano una storia compiuta.
🌊 I romanzi di Apnea sono usciti con minimum fax, Einaudi, effequ, Giunti; il prossimo uscirà per una delle più grandi case editrici italiane. Lo abbiamo fatto, lo faremo ancora. Vuoi lavorare alla nascita della prossima storia? Siediti alla scrivania con Francesca de Lena, immergiti in Apnea!
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Galassia immaginaria
L’ultimo incontro di Galassia Immaginaria è stato bello, ricco e partecipato come sempre. Quest’anno siamo riuscite a creare un bel gruppo di lettura e visione che non solo è stato momento di scambio appassionato e curioso sulle scelte mensili, ma anche fucina di ulteriori consigli e riflessioni su storie collaterali. Siamo proprio contente di com’è andata, non vediamo l’ora di ricominciare a settembre!
Se hai voglia di partecipare scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com!
Per saperne di più: trovi tutto qui.
consigli di Chiara
Prisma, serie TV Prime di Ludovico Bessegato, giunta alla sua seconda stagione, di cui supera egregiamente lo scoglio di intrinseca difficoltà. Serie teen delicatissima, ambientata a Latina (finalmente usciamo dalla cornice trita e ritrita della capitale) che ruota intorno alle vite di Andrea e Marco, gemelli identici ma ovviamente diversissimi, alle prese con questioni di identità, genere, crescita. Tutto quello che dovrebbe essere una bella serie teen.
Sunshine, di Danny Boyle, film del 2007 invecchiato benissimo, scritto da Alex Garland. Se vi piace la fantascienza speculativa sapete già che Alex Garland è una garanzia, autore capace di creare storie caratterizzate da estrema profondità e da un livello di riflessione altissimo. Il sole si sta spegnendo e un gruppo di astronauti deve andare a riaccenderlo con una bomba nucleare. Bellissimo, potente, commovente.
Prometheus, di Ridley Scott. Non posso dire lo stesso per il film prequel di Alien, di cui ho apprezzato moltissimo le scenografie quasi body horror (l’astronave aliena sembra uscita dalla mente meravigliosa di David Cronenberg) e l’idea di base. Soggetto intrigante (l’umanità alla ricerca dei propri creatori) e grandissimo Fassbender, ma come al solito Ridley Scott finisce per fare un film d’azione, scordandosi di approfondire ed esplorare quello che ha messo in piedi. E a me dopo un po’ i film d’azione annoiano.
consigli di Francesca
Di pancia (e altri organi vitali) di Alessandra Racca, InternoPoesia. Raccolta di poesie su maternità, corpo gravido, latte. È lieve, come già altrove il tono dell’autrice, e però lo stesso pungente, molto precisa nella scelta dei suoni, delle parole, del ritmo. E molto accogliente. C’è una poesia breve che s’intitola Cicatrice e fa così “Fra la promessa dell’esistere/e l’esperienza di te/c’è un margine/sul mio corpo il segno/d’esser stata soglia”. Qui si vede un taglio cesareo, e però quel segno, quella cicatrice di cui si parla potrebbe essere qualsiasi altra cosa: il dolore del parto naturale, la fatica della procreazione assistita, la salita del percorso d’adozione: soglie che segnano uno spartiacque come poche altre nella vita. La poesia Nasci si chiude domandandosi Chi sei chi sono: ed è questa la soglia: la maternità trasforma, ridefinisce. Prima qualcosa, dopo tutt’altro.
Inside Out 2 di Kelsey Mann, Pixar-Disney. Sala stracolma per questo secondo episodio del film che già la prima volta fu accolto con tantissimo entusiasmo (soprattutto dagli adulti, e questa per me è quasi sempre una spia). Certamente interessante il lavoro di studio e ricerca per costruire un’avventura a partire dalle profondità della psicologia infantile, della neuropsichiatria, della scienza evolutiva, ecc. Molto azzeccati alcuni personaggi: su tutti Ansia, rappresentata da un folletto sovreccitato, sarcastico e con la mania del controllo e Imbarazzo, gigante buono e con il nasone, che non parla e si rifugia nella felpa con cappuccio a ogni minima chiamata in causa. Molto buona l’evoluzione della protagonista da ragazzina nel passaggio primaria/media a ragazzina nel passaggio media/liceo (anche se un pelo in ritardo con lo sviluppo reale dei ragazzini di oggi). Tutto molto veloce, colorato e tecnico e però, come per il primo film, a mio gusto troppo didascalico. Succede alle volte alla Pixar/Disney di mostrare troppo la coda da pavone (la tecnica, la ricerca, il tema) e di parlare più a genitori e insegnanti che ai ragazzi, e soprattutto di far parlare più la tesi che la storia.
The Comeback serie tv di Michael Patrick King e Lisa Kudrow, su Now. Un po’ autofinzionale, un po’ Viale del tramonto al tempo della TV questa serie con l’ex protagonista di Friends è del genere divertente/struggente e almeno l’80% della riuscita si regge sull’espressione che Lisa Kudrow riesce a costruirsi in faccia: quella di chi fa una fatica immane per mostrarsi allegra, disponibile e positiva di fronte al pubblico e al mondo dello spettacolo che la sta abbandonando, mentre dentro muore un po’. Anzi molto.
consigli di Giulia
Alison, di Lizzy Stewart (Coconino Press, tradotto da Claudia Durastanti). Inizio con un graphic novel perché ho letto questa storia quasi per caso e ne sono rimasta innamorata da subito. Un po' per il tratto, tenero e poetico, persino ovattato, un po' per la storia che ho trovato così efficace nel parlare di crescita personale, di affermazione femminile, dei vincoli a volte inconsci con cui da sole ci incateniamo sotto l'ala degli uomini, credendola protettrice e incoraggiante anche mentre ci opprime. E ancora è una storia di amicizia fra donne e di scoperta del talento, il proprio. È ambientata sul finire degli anni ‘70, ma credo che possa parlare tanto soprattutto alle ragazze di oggi.
Lady Chevy, di John Woods (NN Editore, tradotto da Michele Martino). È un esordio per me potentissimo, un romanzo ribelle che ci mette davanti a un atto violento commesso per le ragioni più giuste, e che invece di condannare o di assolvere riesce nel difficile equilibrio di interrogarci per tutto il tempo, sul superamento del limite, sull’essere radicali e avventati, su dove è possibile spingersi, su ciò che è giusto o sbagliato - o forse è giusto anche quando è sbagliato. Ha al centro quello che dovrebbe essere il nostro pensiero principale e opprimente dalla mattina alla sera, ovvero una società che a questo pianeta sta precludendo il futuro. E poi c’è Amy Wirkner, il personaggio a cui ripenso più spesso, quello che più mi è rimasto più impresso negli ultimi anni, quello a cui penso ormai ogni volta che mi sento frustrata e in trappola, Amy Wirkner che ha ribellione e coraggio e soprattutto ragione da vendere, perché se una cosa sa, è che lei un futuro lo vuole. Libro indimenticabile che non smetterò mai di consigliare abbastanza.
Antics, Interpol (2004). Album scoperto molti anni fa, l’ho riascoltato tanto negli ultimi giorni grazie al fatto che saranno in concerto in Italia. Potrei dire che hanno qualcosa dei Joy Division, ma non mi piacciono i paragoni. Da ascoltare e riascoltare senza riuscire mai a trovare un unico brano preferito.
La settimana editoriale
Continua la polemica tra la commissione italiana per la Buchmesse e gli autori e le autrici italiane invitate a Francoforte, che hanno scritto una lettera.
“Scrittore e accademico, Valerio Evangelisti è stato un "vero compagno", capace di difendere con passione e onestà le sue idee.” Goffredo Fofi su Lucysullacultura.
La poesia in tv: un documentario su Dario Bellezza.
Ancora sulla poesia, un articolo di Simone Fontana su Wang Wei, grandissimo poeta cinese. Su Pangea.
“Quando leggo un romanzo mi chiedo sempre che rapporto abbiano l’autore e i suoi personaggi con il tempo. Mi sembra che sia un’ottima soglia per entrare nell’opera di Kafka.” Demetrio Paolin scrive di Kafka su La Ricerca.
C'è una nuova categoria su RaiPlay che si chiama In corto d'opera e raccoglie tanti recenti cortometraggi italiani che hanno partecipato a festival e non.
“La sala può funzionare molto bene, ma a certe condizioni. A volte pare funzionare bene perfino come piattaforma per altre forme di intrattenimento, come la televisione, o i film-concerti. Altre volte invece sembra non funzionare affatto, soprattutto in Italia.” Cinema e piattaforme di streaming. Su Linkideeperlatv
Il Museo Egizio di Torino “aperto per lavori”. Le visite speciali al cantiere di studio OMA. Su Artribune.
L’americanata di Chiara
“Amore, rabbia, rimpianto, persino noia - gli antipodi della meraviglia - possono radicarsi in noi sempre più profondamente con il passare del tempo, ma la meraviglia, oserei dire, è sempre una questione fugace. Forse è una questione di psicologia dello sviluppo; nel mezzo della vita, mi ritrovo a diventare un nostalgico della meraviglia infantile.”
Da The Paris Review, “On Wonder”, di Srikanth Reddy, trad. Chiara M. Coscia
https://www.theparisreview.org/blog/2024/06/25/on-wonder/
Appuntamenti
Dal 3 al 7 luglio a Torino c’è il Festival delle Culture Popolari.
Dal 4 al 7 luglio a Gavoi c’è L’isola delle storie.
Sempre dal 4 al 7 luglio ad Ancona c’è Ulisse Fest, la Festa del Viaggio.
Fino al 24 luglio c’è Filosofi lungo l’Oglio.
Sondaggiamoci!
Ci vediamo sabato 6 luglio.
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