Raccontare è esplorare territori (e prendere posizione)
Gli horror e il subconscio di chi scrive, l'arte che è politica, Postilla felice di fare scouting, ipotesi di romanzo sta per cominciare, rassegna stampa. Quante anime ha la tua personalità artistica?
All’età di mio figlio, mi avreste trovato con il primo numero di Dylan Dog in mano. Qualche anno dopo con Il gioco di Gerald di Stephen King. Oggi potreste sedervi al mio fianco sul divano mentre faccio zapping alla ricerca di film in cui ci sia il sovrannaturale e che facciano, almeno un po', paura. Ma non scrivo horror. E dire che la capacità di turbare gli altri è ciò che più mi affascina nella narrativa. E allora come mai il perturbante non è il mio territorio di scrittore?
Quando mi siedo davanti al foglio bianco provo l’eccitante sensazione di essere in procinto di fare un passo verso l’ignoto. Ma ecco la contraddizione: se la scrittura è un’avventura, perché non scrivo ciò che più mi emoziona, ovvero storie dell'orrore?
Facciamo un gran parlare del gesto della scrittura come atto di coraggio. E anche io ne parlo, e ci credo, e che cosa è il coraggio se non la capacità di prendere delle decisioni e sopportarne le conseguenze? Ma uno scrittore, mi chiedo, è veramente libero di scegliere cosa raccontare?
Combatto contro un subconscio che sembra avere un suo piano ben definito: nonostante io ami immergermi nell'oscurità delle storie spaventose, quando inizio a scrivere, lui guida il mio percorso verso altri luoghi narrativi. Sembra che ci sia un'agenda nascosta, una sorta di archivio di esperienze, emozioni e desideri di cui il mio io cosciente ha paura.
Comincio a pensare che la vera questione da sollevare sia quella sulla definizione di coraggio, che non può riguardare solo la decisione di affrontare un argomento oppure un altro, ma anche l’audacia di ascoltare la voce del proprio subconscio e seguire il sentiero che esso indica. Abbracciare l'ignoto. Accettare che la scrittura sia un dibattito interno alla confederazione di anime che compongono la mia personalità.
Se le cose stanno così, devo allora credere che anche mentre scrivo storie che possono sembrare lontane da “quello che avrei scelto io” sto comunque iniziando un’avventura, anzi forse è proprio quella la vera avventura. Sto esplorando il territorio della creazione artistica. Cosa vuoi che importi ciò di cui scrivo?
Dunque, mentre continuo a cercare la mia strada tra le parole e le storie, riconosco che la vera libertà artistica risiede nell'accettare e abbracciare le molteplici voci del subconscio, attraversare sentieri inaspettati, a volte rivelatori e, in ultima analisi, spaventosi.
Luca Mercadante
Colonna sonora
Se anche tu oggi sei davvero soddisfatto per il brain storming che stai facendo con tutti gli amici che hai nella testa potresti leggere l’editoriale ascoltando Lithium dei, vabbè lo sai già di chi è.
La notiziona della settimana
Sabato scorso Zerocalcare ha annunciato che non avrebbe partecipato al Lucca Comics, il più grande festival di fumetti in Italia. Il motivo è il patrocinio dell’ambasciata israeliana alla manifestazione, che era stato concesso molti mesi fa e non prevede uno stanziamento di fondi da parte di Israele. Il patrocinio è affiancato a quello di altre istituzioni, come il consolato statunitense di Firenze e il ministero degli Esteri italiano (da il Post).
La decisione di Zerocalcare ha dato il via a una catena di forfait e ad alcune sguaiate polemiche politiche e giornalistiche. Altri artisti, invece, hanno spiegato le loro ragioni per partecipare all’evento, pur condividendo un’opinione critica riguardo alla reazione del governo di Israele dopo gli attentati del 7 ottobre.
Questa la dichiarazione di Michele Foschini, direttore editoriale e co-fondatore di Bao Publishing, ossia l’editore sia di Zerocalcare sia di Asaf e Tomer Hanuka: i due autori israeliani che hanno realizzato il manifesto del Lucca Comics di quest’anno avente come titolo e tema la parola “Together”.
A seguito del dibattito scatenatosi i fratelli Hanuka hanno a loro volta deciso di non partecipare alla manifestazione perché “non ci sentiamo di spostarci da una zona di guerra vera verso una zona di conflitto mediatico”.
Ultima notizia che arriva prima che questa newsletter venga chiusa è la versione di Zerocalcare riguardo alla decisione presa, pubblicata in forma di fumetto su Internazionale.
Lista di 10 graphic novels che raccontano guerre, conflitti e vite personali di chi abita in territori complessi, e raccontando prendono posizione.
Palestina di Joe Sacco, traduzione di Daniele Brolli, ed. Oscar Mondadori.
Kobane calling. Oggi di Zerocalcare, ed. Bao publishing.
Unknown/Sconosciuto di Rutu Modan, traduzione di Alessandra Shomroni, ed. Coconino press
Cronache di Gerusalemme di Guy Delise, traduzione di Francesca Martucci e Andrea Merico, ed. Rizzoli Lizard
Gerusalemme. Un ritratto di famiglia di Boaz Yakin e Nick Bertozzi, traduzione di Marco Rizzo, ed. Panini Comics
Capire Israele in 60 giorni (e anche meno) di Sarah Glidden, traduzione di Elena Loewenthal, ed Rizzoli Lizard
K.O. a Tel Aviv di Asaf Hanuka, traduzione di Michele Foschini, ed Bao Publishing
Urgenza livello 3 di Joshua Dysart, Jonathan Dumont, Pat Masioni e Alberto Ponticelli, traduzione di Fiorenze Delle Rupi, ed. Star Comics.
Voci dal buio. Reportage da Siria, Iraq e Turchia di Sarah Glidden, traduzione di Aurelia Di Meo, ed Rizzoli Lizard
Quaderni ucraini, diario di un’invasione di Igort, ed. Oblomov
Hai presente la posta del cuore?
Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà. Per partecipare leggi qui.
Postilla n° 5
Cara Laura,
la settimana scorsa durante una lezione ho raccontato della necessità di farsi attraversare dal testo anche quando non è limpidissimo e revisionato alla perfezione. Se la storia avanza, ho detto, se i personaggi ci sono e la scrittura vi prende, non bisogna far caso a piccole ripetizioni, assonanze, refusi, frasi che non girano benissimo e via dicendo. Che importa! Quando si entra in una storia l’ultimo dei problemi è soffermarsi su ogni singola parola. L’editing non è solo aggiustare le parole, l’editing è prima di tutto mettersi alla ricerca di suoni (ascoltandoli), di immagini (osservandole), di atmosfere (calandocisi dentro) e protagonisti (cercandone la vividezza), e così riconoscere una voce. Io qui conosco i protagonisti quando la madre dice “che facciamo mi faccio esplodere il dito”, quando la voce narrante chiama scema la sorella, quando il padre si alza puntuale e corregge il caffè con la grappa ma nessuno bada a lui. Vedo immagini nelle cosce come burro, negli arti robusti appesi al corpo flaccido, sento i suoni dello stofinìo del borotalco, della fusione dell’oro, della sirena di fine turno. Nulla m’importa del refuso “sulle peluria”, del possessivo “sua” che non rende immediatamente chiaro della fede di chi si stia parlando, dell’assonanza degli arti costretti nei pantaloni troppo stretti, ecc. Ragiono semmai sulla natura dei corsivi, e ne immagino già i potenziali difetti (troppo brevi? troppo ravvicinati? troppo frammentata la narrazione?) e mi domando se potrebbero essere un ostacolo allo sviluppo della vicenda, ma mentre me lo chiedo so che di questa vicenda voglio saperne di più, di questa madre (a proposito della domanda che mi poni: si capisce subito che la madre è ***? sì, direi che si capisce) voglio saperne di più, e voglio sapere della vita di chi resta con un padre pragmatico e una sorella scema.
E quindi ti chiedo: quando sarai pronta mi mandi il resto?
Ti aspetto con piacere, buona scrittura 😊
Francesca
Ipotesi di Romanzo
Avventurarsi nell’ignoto, prendere delle decisioni e sopportarne le conseguenze: la scrittura è un atto di coraggio. Ci chiede di spogliarsi, mettere a nudo le emozioni, soprattutto quelle spaventose. Ma richiede anche tanta disciplina, per imparare a manipolare forma e contenuto in modo efficace.
Sta arrivando Ipotesi di Romanzo, il corso che ha l’obiettivo di farti avere tra le mani il tuo progetto di romanzo. Per arrivarci, ti calerai in un laboratorio esperienziale, insieme emotivo e pragmatico, e imparerai a padroneggiare tecniche di narrativa avanzate. Il coach sarà accanto a te lungo il percorso, per porti gli stessi interrogativi che pone a sé stesso quando scrive, e aiutarti a progettare la tua storia.
Se hai voglia di metterti in gioco e prendere finalmente la tua scrittura sul serio è il momento di iscriverti a Ipotesi di Romanzo.
⏰ Ma affrettati: hai tempo solo fino al 7 novembre!
P.S. se hai già partecipato ai nostri corsi, ricorda che per te c’è lo sconto del cuore 🧡
La settimana editoriale
È morto Ernesto Ferrero, scrittore, saggista e direttore del Salone del Libro di Torino dal 1998 al 2016.
Annie Ernaux, esperienza individuale e voce collettiva. Di Giorgia Maurovich, su IlTascabile.
L’innocenza presunta della cultura: Elena Nieddu su IlPost.
Settimana di Halloween appena passata, ecco i videogame horror più interessanti e innovativi degli ultimi anni secondo Wired.
Su Rivista Studio, un pezzo di Marco Rossari su Lou Reed che ci è sfuggito la scorsa settimana.
Apre a Firenze la stanza segreta di Michelangelo.
“Introdurre la verosimiglianza in fotografia ha da subito avuto un significato radicale, perché significa introdurre nel suo spazio discorsivo, oltre alla presunta verità assoluta che si è sempre proposta di registrare e restituire, una verità simbolica che riesca a trascendere la legge del qui e ora cui il documentarismo ha da sempre accondisceso.” Di fotografia, verosimiglianza e messa in posa, Carola Allemandi su siamomine.
Analisi di un cliché dell’immaginario contemporaneo che si diffonde come narrazione su Instagram e Tik Tok: la Sad Girl Autumn.
Nel rapporto burrascoso tra arte e AI arriva Nightshade, uno strumento che consente agli artisti di rendere illeggibili le immagini per i software che vogliono usarle per addestramento. Ma intanto, due opere generate attraverso l’uso di AI sono entrate in collezione al MOMA.
E avrete già sentito parlare tutt* della nuova canzone dei Beatles uscita il 2 novembre grazie all’aiuto dell’AI. Se non l’avete ancora ascoltata potete farlo qui.
L’americanata di Chiara
““Entrai nel film con il desiderio di avere paura, perché all’epoca affrontavo i miei problemi attraverso la paura. Altrimenti mi sarei sentita troppo bisognosa, troppo vulnerabile, troppo esposta. Ciò che ci affascina e ci spaventa è molto spesso la stessa cosa. [...] Soprattutto, non mi interessavano le intenzioni del film.”
Da Electric Literature, “I loved Texas Chainsaw Massacre before I loved myself”, di Zefyr Lisowski, trad. di Chiara M. Coscia
https://electricliterature.com/i-loved-texas-chain-saw-massacre-before-i-loved-myself/
Appuntamenti
Fino a domani avete ancora tempo per andare al Lucca Comics & Games.
E a Chiari, in provincia di Brescia, domani si chiude La fiera della microeditoria.
Dal 9 al 12 novembre a Pescara torna FLA, Festival di Libri e Altre Cose.
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Esploratori, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 11 novembre.
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