Quando la letteratura non è sushi
Racconti maestosi, camera di smontaggio, disturbi alimentari e stereotipi da riscrivere, bellissimi esercizi di critica letteraria, la nostra rassegna stampa settimanale, ma voi avete la letteratura?
Leggo una raccolta di racconti che è un capolavoro: Storie in modo quasi classico di Harold Brodkey, di cui mille anni fa avevo letto Primo amore e altri affanni, conservando da allora Lo stato di grazia, il racconto che apre la raccolta, nell’olimpo dei miei preferiti. Storie in modo quasi classico si apre con Il prodigo sognatore, storia del regista Marcus che mentre gira un film in Europa viene a sapere che la ricchissima e affettuosamente autorevole nonna Nanna (quando Marcus vuole coinvolgerla nei suoi arrovellamenti artistico-giovanili lei gli dice Marcus, per favore, vai dallo psichiatra) è appena morta.
Il racconto è lungo 73 pagine ed è dunque del genere novella, non short story. Comincia con una classica alternanza di presente e passato gestendo però con estrema maestria l’amplificazione della scena e la crudezza del sommario, dopodiché prende le sembianze di un’unica linea narrativa perché i paragrafi e i periodi finiscono per tenere insieme personaggi di spazio-tempi diversi, rimbalzando frasi come palline da tennis dal passato al presente e dal presente al passato, cosicché il lettore segue la pallina muovendo la testa da sinistra a destra nel tempo di una riga.
La storia è molto commovente e coinvolgente e dolorosa, e io, presa dall’entusiasmo, vorrei condividerla sui social così come ho fatto fotografando la copertina quando il libro mi è arrivato. Ogni volta in cui mi sorprendo per la bellezza di un montaggio emotivo, ogni volta che mi stupisco per la capacità di tratteggiare una relazione familiare in poco spazio, ogni volta che le parole scelte mi appaiono preziose, tanto che le leggo come se non le avessi mai lette prima (e in effetti non le ho lette, con quell’accostamento lì e quel suono lì e quel ritmo lì) vorrei mostrare quelle parti di testo.
Eppure, mi sono accorta, non posso. Perché in tutta questa bellezza mancano le frasi a effetto, le sentenze epiche, i concetti spaccacuore. Mi piace la scena in cui la madre di Marcus lo lascia a vivere dalla nonna (un abbandono materno in una doppietta scena-sommario di una pagina e mezza), mi piace l’ultimo saluto alla nonna che lo ha cresciuto, inconsapevolmente ultimo, quindi senza pathos, senza luci auree, senza descrizioni di mani vecchie e amorose che carezzano. Ragiono allora sul dove tagliare un pezzo ma poi non so quale, cosa prendere, cosa lasciare fuori, non mi è possibile.
Quando mi succede, di non riuscire a trovare un modo per sezionare la parte di un intero e instagrammarla come fosse sushi letterario, penso che sono di fronte a libri maestosi, o almeno a quelli che preferisco, belli perché scivolano sulle pagine, perché danno il meglio nello sviluppo, un’armonia indivisibile, che non dice niente a sentire i singoli suoni ma tutto a tenerli insieme.
Francesca de Lena
Colonna sonora
Questa canzone dei Radiohead ovviamente, perfetta (e a suo modo indivisibile).
E a te che ami smontare le storie come fossero sushi ma poi ti piace anche ricomporle in uniche e indivisibili dimostrazioni di bellezza è dedicato il nostro corso in partenza!
Vieni con noi in Camera di Smontaggio! Un percorso di allenamento critico e creativo per lettori e visionari, pensato per chi ha una forte passione per le storie e desidera acuire il proprio sguardo usando come attrezzi l’unica cosa che veramente conta: i testi da leggere, le scene da osservare.
Da aprile a maggio con Francesca de Lena e Chiara M. Coscia. Scopri il programma!
Per gli iscritti a ILDA c'è lo sconto del ❤️!
Scrivici! 👉 ilibrideglialtri@gmail.com
Notiziona della settimana
Questa settimana c’è stata la Giornata Nazionale sui disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. Noi, che in ILDA ci occupiamo di narrazioni, sappiamo bene che i disturbi alimentari trovano sempre molto spazio nelle storie, nelle serie tv, nelle immagini, e che spesso questo spazio è imbevuto di stereotipi che contribuiscono a diffondere un racconto non solo fuorviante (e dannoso) del fenomeno ma anche piatto, sempre uguale, congelato in un immaginario vecchio e reiterato. Tempo fa, Chiara ne scriveva qui.
Ecco quindi una lista di storie e scritture sul tema che si discostano dal solito, che illuminano le ombre di ciò che viene omesso, e soprattutto che spiccano per essere buoni esempi di scrittura.
Lista di narrazioni non stereotipiche e letture utili sul tema
Stranieri a noi stessi, di Rachel Aviv, trad. Claudia Durastanti, Iperborea
Physical, serie TV di Annie Weisman, su Apple TV +
Skins, prima stagione, serie TV di Bryan Elsley e Jamie Brittain su Netflix
Fame, di Roxane Gay, trad. A. Montrucchio, Einaudi
Dietland, di Sarai Walker, trad. G. Pannofino, Mondadori
Thin Girls, di Diana Clarke, (in inglese)
Thin, documentario molto duro di Lauren Greenfield
Succede a ILDA
Dietro le quinte
Bellissimi esercizi di critica letteraria stanno venendo fuori dal nostro corso Prendila come una critica! Dopo aver letto il racconto Mia madre non mi capisce di Alberto Savinio i corsisti lo hanno analizzato e recensito, e ne trovate i pezzi in Fragole e uova di Savinio:
e ne hanno proposto un elogio e stroncatura a specchio, in La camera oscura e troppo chiara di Savinio e in Cuore e realtà di Savinio:
Aspettando Camera di Smontaggio
Le serie complesse, e cioè quelle che si muovono abbracciando un equilibrio tra forma episodica e seriale, consentendo una chiusura parziale all'interno degli episodi pur mantenendo ampi archi narrativi tra gli episodi e le stagioni, usano tecniche di narrazione elaborate, come sbalzi temporali, spostamento di punto di vista e focalizzazione, ripetizione e sperimentazione aperta con il genere e le norme narrative. Soprattutto, queste serie richiedono un'attenzione maggiore da parte dello spettatore rispetto a quella tipicamente dedicata a una soap o a una sit-com, e consentono così allo spettatore stesso di sperimentare un certo livello di investimento “creativo” nel loro processo di comprensione narrativa.
Chiara
Si sa che il lettore è co-creatore: quando leggiamo le parole sulla pagina vediamo e ascoltiamo ciò che la nostra percezione rielabora (in base a chi siamo, qual è il nostro background, come ci sentiamo, che tipo di cultura abbiamo, che gusti, come ci sentiamo, ecc) e il nostro intelletto interpreta. In un certo senso, le trasposizioni cinematografiche dei libri, e quindi la creazione visiva di ambientazioni e costumi, di luci e spazi, e soprattutto la rappresentazione corporea di personaggi in forma di attori con facce e nasi e bocche e gambe, è uno scippo [all’immaginazione del lettore], dice Peter Mendelsund.
Francesca
Galassia immaginaria
Ecco una bella recensione di Gianni Montieri al romanzo La famiglia di Sara Mesa, (trad. E. Tramontin, La Nuova Frontiera) ed ecco il trailer della serie TV Una famiglia quasi normale (di Per Hanefjord, Netflix)
Ci vediamo online martedì 26 marzo alle 19:00. Per saperne di più: trovi tutto qui.
E se hai voglia di partecipare scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com!
La settimana editoriale
L’horror? Un gioco da ragazzi. Raul Montanari su Limina Rivista.
Nella longlist del Booker Prize ci sono due romanzi italiani.
Prima edizione del Premio Residenze Calvino - Islanda. Possono partecipare persone residenti in Italia che siano scritt(o)rici o tradutt(o)rici e abbiano all'attivo un lavoro di ricerca affine al progetto. Bando qui, scade il 29 marzo.
Abiti del red carpet Oscar 2024 abbinati a copertine di libri.
I momenti migliori della serata degli Oscar sotto forma di GIF.
Ancora sugli Oscar (ma giuriamo che abbiamo finito) un articolo di Francesco Sticchi sul cinema di Martin Scorsese a partire dal suo ultimo film, Killers of the Flower Moon.
Le dieci foto vincitrici dell’Open Sony World Photography Award.
Con Dragon Ball Akira Toriyama ha creato un manga immortale.
Abbiamo davvero bisogno della parola Antropocene? Massimo Sandal su Lucy sulla cultura.
Ah, ma è Langone.
L’americanata di Chiara
“Il rifiuto è un atto di protesta, che illustra i nostri confini mentre erigiamo le fondamenta di un mondo più giusto e responsabile. Ciò che scegliamo di non fare è importante quanto ciò che scegliamo di fare. Noi, in quanto artisti letterari, comprendiamo il potere delle nostre parole. Che si tratti di ispirare movimenti di massa o consolare un amico, ciò che diciamo ha peso. Allo stesso modo, dove e come queste parole vengono ospitate — per virtù delle arene in cui entriamo o non entriamo — dice molto di noi.”
Da The Offing, “A note on REFUSAL”, di AA.VV., trad. Chiara M. Coscia
https://theoffingmag.com/refusal/board-note-on-refusal/
Appuntamenti
Oggi, 16 marzo, al Forum di Assago, c’è il Festival Romance Italiano.
A Pistoia, dal 21 al 23 marzo, c’è Climate Fiction Days.
Dal 21 al 24 marzo torna La lettura intorno - Bookcity tutto l’anno.
Sempre dal 21 al 24 marzo a Treviso c’è Treviso Giallo.
A Roma, dal 23 al 26 marzo, c’è Libri Come, all’Auditorium.
Sondaggiamoci!
Spezzettati come sushi, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 23 marzo.
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