Ogni storia è un'eccezione
Leggere i romanzi fino in fondo, stanchezza primaverile, festival di Cannes, consigli di lettura e visione di maggio, uno sconto/regalo in Galassia Immaginaria,
Da quasi dieci anni insegno in Apnea che un testo lo si capisce dalle prime 30 pagine. Non occorre molto altro, dico. Soprattutto se si tratta di un testo palesemente insufficiente, aggiungo, perché un buon testo può traballare sul confine del funziona/non funziona per molto tempo, e si può capire se lo si riesce a far vivere solo dopo averlo letto tutto, e solo dopo averci lavorato a lungo, mentre un cattivo testo si palesa molto velocemente, è proprio lì davanti ai tuoi occhi che incespica, non si compatta, non si armonizza, non sa dove sta andando.
Tutta la prima parte dei miei ragionamenti sulla lettura professionale si basa sul concetto di individuare gerarchie e nuclei, temi e poetiche dai primissimi indizi, e, per quanto un ma stia per arrivare, non dirò qui di aver capito che questa pratica è tutta sbagliata, perché non lo è e infatti i romanzi buoni si costruiscono su linee anche sottilissime che però sono ben tese da sinistra verso destra, da sopra verso sotto, e creano reticolo, e fanno intreccio, e tengono in piedi la storia dalla prima all’ultima parola.
Ma i cosiddetti principi drammaturgici di cui tanto parliamo vanno validati di volta in volta, di lettura in lettura: le regole di una storia sono interne alla storia stessa, la coerenza, l’armonia, la tensione seguono singole strade irripetibili e non replicabili: non possiamo ragionare del testo A facendo base sul testo B: ogni nuovo romanzo, buono o cattivo che sia, ha un’architettura tutta nuova a cui occorre abbandonarsi, a cui bisogna “credere” per un certo tempo, anche quando poi si decide che non è valido, che è tutto da rifare o che sarebbe davvero inutile lavorarci su.
Ho appena finito di leggere un manoscritto molto più lungo di quelli che leggo d’abitudine e devo confessare che se non fosse stato un lavoro, e se quindi non fossi stata pagata dal suo autore per leggerlo, non sarei mai arrivata fino in fondo. Prima di tutto perché era troppo lungo, e io non ho tempo, ci sono romanzi come Il Nix di Nathan Hill che vorrei leggere da anni e la cui lettura rimando a quando “sarò più libera” e non lo sono mai, e poi perché non funzionava. E non solo nelle prime 30 pagine ma nelle prime 160.
È tutto ingarbugliato e frammentato, lancia sul tavolo delle scene che non portano da nessuna parte, ha un manipolo di personaggi che non si sviluppano, una buona penna ma non sempre una buona voce e soprattutto ha puntato troppo su un evento traumatico che non riesce a suscitare vera emozione né si fa punto di svolta di trama. Poi però d’un tratto l’ambientazione cambia, il protagonista viene costretto a vivere un conflitto apparentemente meno dirompente ma in realtà molto più franco, e quei personaggi abbozzati si dispiegano, le loro relazioni prendono vita attraverso scene concatenate, rappresentative, ben visibili.
Ed ecco che il brutto romanzo che avrei cestinato diventa un vero romanzo, certo da lavorare, nelle ultime 120 pagine. È come se l’autore fosse stato lì a cercare la storia con la penna, come se avesse scritto mentre cercava, e dunque tutto quello venuto prima fosse il suo vagare nell’invenzione, il suo scoprirsi e comprendere cosa gli interessava. Una cosa che può capitare a chi deve ancora sviluppare un proprio metodo di scrittura, ed è quindi normalissima, ma che avrebbe in ogni caso creato un muro altissimo tra lui e me o altri lettori editoriali (scout, agenti, editori) che gli avrebbe impedito di essere letto. E sarebbe stato un peccato.
Esistono i principi, esiste la tradizione, esistono i codici, esiste la statistica che vuole che un buon romanzo si fa dalle prime pagine e anzi addirittura dalla sinossi: niente di questo va rinnegato. Bisogna però ricordarsi, devo ricordarlo ogni volta io per prima, che ogni storia è un’eccezione e che alle volte arrivare fino in fondo è essenziale, soprattutto quando quella storia comincia alla fine.
Francesca de Lena
Colonna sonora
Siamo tutte stanche, maggio è un mese infinito in cui il lavoro si fa serrato e la primavera accesa ti chiama feroce. Questo pezzo di Courtney Barnett riassume bene il mood della redazione.
Notiziona della bi-settimana
Stasera ci sarà la cerimonia di chiusura del Festival di Cannes, uno dei più prestigiosi eventi cinematografici al mondo, arrivato alla sua 78esima edizione.
Qui trovate tutto l’elenco dei film selezionati e le diverse categorie.
Lista semiseria al Festival, in attesa di conoscere i vincitori
Fuori di Mario Martone, unico italiano in gara con un film ispirato alla vita di Goldiarda Sapienza. Nicola Lagioia ne scrive su Lucy
La celebrazione finale di Ethan Hunt, nell’ultimo Mission Impossible: The Final Reckoning
E sempre a proposito di Pedro Pascal, qui una bella recensione di Eddington, il film di Ari Aster in gara
Lista di letture, visioni e ascolti
consigli di Chiara
Your Friends and Neighbors, serie TV di Jonathan Tropper, su Apple TV. Avevamo bisogno di una nuova versione di Don Draper? No. Ci fa piacere averla? Ovviamente sì. Jon Hamm è Andrew Cooper, un gestore di un fondo speculativo caduto in disgrazia che, dopo un divorzio e il licenziamento, trova un modo poco legale per tirare avanti: rubare. Una bella dramedy dai toni talvolta cupi e riflessiva senza risultare mai moralista sul piano del discorso di classe. E poi questo nuovo Don Draper un po’ malandato e pieno di lividi suscita decisamente più empatia dell’originale.
Andrea Lazlo De Simone, tutta l’opera, nel senso che quest’anno è arrivato alle mie orecchie in maniera discontinua ma costante, e ne ho odiato ogni singola nota, ogni singolo fraseggio, ogni momento lirico, frase poetica e citazione/plagio dei Radiohead. Per poi trasformare quell’odio in meraviglia carica di melanconia e magone. Canzone preferita: Conchiglie (che comincia con la citazione/plagio di The Rip dei Portished, di cui ho giusto scoperto una cover fatta dai Radiohead l’altro giorno, e insomma ‘sto loop non finisce).
Questo TED talk di Billy Collins, che ho scoperto per caso facendo ricerca sulla poesia. Sono alcune delle sue poesie corredate da animazioni. È un video molto vecchio, ma mi ha deliziata con intelligenza, umorismo e dolcezza.
consigli di Francesca
The Four Seasons, serie tv di Tina Fey remake di un film degli anni ‘80. Idea classica e buona, cast superlativo (spiccano la stessa Fey, un fantastico nostrano Marco Calvani e vabbè Steve Carrell che potrebbe fare qualsiasi cosa e mi farebbe sempre battere il cuore). Bei dialoghi scritti per compiacere gli over 40, location e abiti da ricconi. Carina da guardare senza mai essere brillante quanto vorrebbe (manca freschezza nei temi e nelle prospettive: maschio in crisi di mezza età si fidanza con ragazza giovane; coppia gay sopra le righe vince la gara della sincerità; coppia “normale” apparentemente noiosa ma guarda caso la più solida), ma va benissimo per l’usato sicuro e per la leggerezza primaverile di cui abbiamo bisogno. Vorrei dirvi perché il finale è un po’ un trucchetto da quattro soldi, ma non lo farò perché altrimenti vi arrabbiate per lo spoiler.
Una mattina podcast di Luca Misculin per il Post, racconta l’anno 1943 di un’Italia che passò confusamente e sbrigativamente dall’essere fascista, colonialista e alleata ai tedeschi a essere boh e doversi guardare le spalle da tutti (si sperava nell’avanzata degli alleati, ma certo quelli buttavano le bombe; ci si trovava a combattere con i tedeschi ex compagni e ora più incattiviti che mai): una ricostruzione molto bella, che prende da romanzi, storie di vita, annunci radiofonici e interviste toccanti con grande accuratezza storica. In 5 puntate fa tanta chiarezza, commuove e rinvigorisce il sacrosanto antifascismo che è sempre vivo dentro noi.
Le parole tra noi leggere di Lalla Romano, iniziato per prepararmi al Salone del Libro a cui poi non ho partecipato causa ossa rotte della figlia piccola, mi ha catapultato in una dimensione madre-figlio maschio grande che sto cominciando a vivere e che mi terrorizza: riuscirò mai a capire fino in fondo quello che prova? Penserà di me che sono “la solita madre”? Riesco ad amarlo e allo stesso tempo avere una vita mia (di cui lui potrà essere orgoglioso)? Quanto il mio stesso respiro può essergli di fastidio, a volte? Il nucleo del libro, dice Romano, è “girare intorno a un personaggio vicinissimo e allo stesso tempo lontanissimo, come solo una persona così intima ed estranea come un figlio può essere”. Lei indaga il figlio, io mi sento indagata come madre. Che fatica.
consigli di Luca
Laicità di Andrew Copson, edizioni Nessun Dogma. Me l’ha regalato mio figlio di undici anni ed è stato come ricevere un sorso d’acqua dopo una lunga camminata in salita. Non è il saggio più profondo né il più brillante, ma ha il passo largo e accogliente di chi ti accompagna all’ingresso di un pensiero. Leggere di tanto in tanto qualcuno che la pensa come te non è solo un sollievo, è un piacere da concedersi.
Triangle of Sadness disponibile su Prime Video è un non-brutto-film, tanto da meritarsi la palma d’oro a Cannes. Poteva piacermi, ma non l’ha fatto; poteva mordere, ma ha preferito spiegare. Ruben Östlund voleva fare satira, ma inciampa nella didascalia, e nel finale mi sono ritrovato seduto, stanco, sulla panchina della noia. E mentre guardavo il mare di lezioncine — sulla violenza di genere, sui privilegi dei ricchi, sullo sfruttamento delle risorse naturali — non potevo dimenticare che, su quello stesso mare, Lina Wertmüller ci aveva già portati, travolti e divertiti, senza mai perdere ferocia né grazia.
consigli di Giulia
Thérèse e Isabelle, di Violette Leduc, Neri Pozza, trad. Adriano Spatola. Mi è capitato di recente, leggendo alcuni scritti di Simone De Beauvoir, di tornare con la mente a questo libro. Violette Leduc ebbe con Beauvoir un rapporto di amicizia e di scambio durato anni, eppure non avrebbero potuto essere più diverse, sia nella vita che nello scrivere. Thérèse e Isabelle è la storia di un primo amore: all’interno del collegio dove studiano entrambe, le due giovani protagoniste si trovano a scoprire insieme il trasporto amoroso, in una furia di amarsi che nasconde allo stesso tempo lo spettro di ogni amore: l’apprensione per la perdita. Ma in un certo senso Thérèse e Isabelle è anche un vero e proprio archetipo del primo amore: una sorta di iniziazione impetuosa e ingenua che ancora non sa, ma già intuisce il senso dell’esperienza d’amore. Uno dei libri più intensi che abbia letto negli ultimi anni, incredibilmente concentrato in poco più di 100 pagine.
Succede a ILDA
IL CIGNO IN GIRO E IN PREMIO
Oggi alle 17 Luca è a Garlasco in veste di finalista al Premio La Provincia in Giallo.
Domenica 8 giugno sarà al festival Una Marina di Libri, a Palermo
Giovedì 12 giugno sarà al festival Amabili Confini, a Matera
Venerdì 13 giugno alla libreria Guida di Benevento
Sabato 14 giugno alla libreria Novacardia, ubik di Casalpalocco (RM)
Lunedì 16 giugno alla libreria Tarantola di Sesto San Giovanni, per la sestina del Premio Bancarella
Martedì 17 giugno a Novara, a cura della Piccola Officina del libro di Oleggio
Venerdì 20 giugno al salotto culturale Koinè di Formia
Galassia immaginaria
Durante l’incontro di Galassia Immaginaria di questo mese ci siamo confrontate sulla necessità di tirare avanti per sette stagioni una serie come Black Mirror, di Charlie Brooker, nata nel 2011 e che però oramai, nel 2025, fa fatica a stare al passo con la realtà. Abbiamo invece apprezzato molto la precisione e la cura dei racconti di Ted Chiang, raccolti in Storie della tua vita e altri racconti, Ne/oN, trad. Marinella Magrì.
Per il mese di giugno, che sarà l’ultimo prima della pausa estiva, abbiamo lanciato una sfida: non saremo noi a proporre le coppie ma i partecipanti a portare ognuno con sé UNA COPPIA PER GALASSIA.
In questo modo avremo tanti bei consigli di lettura e visione per l'estate che arriva!
E per la persona che avrà proposta la coppia libro/serie più interessante, in regalo il 20% di sconto sui nostri corsi e servizi dell’autunno.
Se ti va di partecipare scrivici, l’ultimo incontro prima delle vacanze si terrà il 17 giugno 2025 alle 19:00. Come al solito non c’è obbligo di lettura e visione, basta solo essere curios*!
Per saperne di più trovi tutto qui.
La bi-settimana editoriale
Paul Murray ha vinto lo Strega Europeo con il romanzo Il giorno dell’ape, edito da Einaudi.
Nicoletta Verna, con il suo I giorni di Vetro, ha vinto l’European Union Prize for Literature (e noi siamo felici per lei e le mandiamo un grande abbraccio).
Il 30 maggio la Giuria dei Letterati si riunisce a Padova per selezionare la cinquina finalista del Premio Campiello 2025 e annunciare il Premio Opera Prima.
A Taranto nasce il Premio Katundo Opera Seconda (un’ottima e intelligente idea, secondo noi: alle volte la troppa attenzione agli esordi fa dimenticare quale sia il vero banco di prova per chi scrive).
La storica casa editrice Carabba presenta Corsara, una nuova collana chiamata così in omaggio a Salgari.
“Una persona su 200 in Italia partecipa a un gruppo di lettura”: la ricerca sui bookclub S.T.O.R.I.E. promossa da Adei – Associazione degli editori indipendenti è stata presentata al Salone del Libro di Torino.
“La sensazione è che nella dicotomia generata dai social e tremendamente amplificata dai cigni neri di questi cinque anni non ci sia spazio per interloquire: o si distrugge o si incensa, senza renderci conto che nessuna delle due cose è utile. Perché non è quasi mai chi legge il destinatario: ma chi scrive, perché lettori e lettrici si informano altrove, o cercano punti di riferimento che ormai sono in minima parte quelli della critica. ” Loredana Lipperini su Lucy, a proposito di recensioni letterarie.
L’americanata di Chiara
“La narrativa letteraria un tempo era la patria del realismo, ma la realtà è oggi così carica di colpi di scena, così intrisa di immaginazione, da minacciare di rompere i confini di un romanzo di letterario e traboccare in un altro genere. Il mio più profondo dilemma è questo: come si scrive il realismo quando la realtà somiglia a un romanzo di genere?”
Da Lit Hub, “Writing Towards the Future: Searching for Realism In an Increasingly Surreal World”, di Fred Lunzer trad. Chiara M. Coscia
https://lithub.com/writing-towards-the-future-searching-for-realism-in-an-increasingly-surreal-world/
Appuntamenti
Dal 30 maggio al 2 giugno a Ivrea torna La grande invasione.
A Otranto è ricominciato il Festival Armonia 2025 – XI Edizione – dal 22 maggio al 14 settembre.
Dal 4 all’8 giugno, a Villa Bardini, Firenze, si terrà La città dei lettori.