Cose che non si possono smettere di raccontare
Battaglie culturali intorno alla maternità, lista di serie TV, criticare, smontare, ipotizzare e immergersi nelle storie, rassegna stampa, prepararsi alla galassia immaginaria. Qual è la verità?
“Perché diciamo il ‘miracolo della maternità?’” si chiede Veronica Raimo in un articolo dal titolo Parliamo di maternità con le parole sbagliate; e a me prima del perché verrebbe da chiedere il chi: chi mai dice “il miracolo della maternità”? Forse alcune fanatiche del parto orgasmico e qualche catechista negli oratori – non lo so, non ho mai frequentato né le une né gli altri. Invece ho letto e sentito molto parlare di maternità attraverso immaginari multipli: corporei, simbolici, animaleschi, rassicuranti quanto faticosi, lieti quanto disturbanti, dolorosi e al limite del thrilling come nel bellissimo Cose che non si raccontano di Antonella Lattanzi.
Eppure nel suo pezzo Raimo non punta il dito sulle routine linguistiche familiari o sulle distorsioni dell’ostetricia, che esistono eccome, ma sull’immaginario e sul linguaggio della cultura e delle lettere contemporanee, ricavandone il dato di una maternità prodigiosa e iper-raccontata, dato che io credo inesatto (credo anche che in letteratura sia segno di vivacità raccontare qualsiasi cosa come si crede, nel caso anche in forma di miracolo).
Ho da un po’ di tempo l’impressione che nel tentativo di rinvigorire il sempre sacrosanto tema “donne che non vogliono figli” – che ha illustrissime progenitrici romanziere e saggiste ed è vivo e vegeto anche oggi (esempi: Madri e no di Flavia Gasperetti, Pentirsi di essere madri di Orna Donath) – si cerchi forzosamente di ribaltare il paradigma, rappresentando non più come emancipatoria la libertà di scelta della non-maternità, ma come sminuente la scelta di maternità. Si rischia così di passare dalla legge del fare i figli al biasimo quando non allo scherno del fare i figli, rubricando il discorso e la scrittura attorno alla maternità a una pratica conformatrice – e, fuori dal dibattito formale e dentro le chiacchiere tra amici, la maternità a un’ambizione casalinga, provinciale e perché no di destra.
Al di là di tutto e delle legittime posizioni, mi sembrerebbe, questa, una battaglia culturale fuori fuoco, che relega temi giganteschi come la prosecuzione della specie e universali come i legami madre-figli (se non tutti siamo madri, quasi tutti abbiamo madri) a capriccio o gabbia borghese, un po’ come si fece qualche decennio fa con il tema della casa per tutti, che da rivendicazione proletaria diventò privilegio, da necessità prevaricazione capitalista, e finì per essere argomento di punta delle campagne elettorali della destra in cerca di voti nei quartieri popolari, fino a quel momento rappresentati da una sinistra che ora la casa di proprietà neanche la nominava più (pur avendoci la sua: un grande classico).
Indagare e, nel caso, denunciare il linguaggio è un esercizio da salvaguardare, perché il linguaggio nomina ciò che siamo e che possiamo essere, anzi soprattutto ciò che possiamo essere: è una proiezione di potenza, è in qualche modo il futuro. Il futuro della scienza nasce nel momento in cui viene nominato l’eppur si muove, il futuro di una comunità nasce nel momento in cui si legifera (legge e lèggere, con il significato di dire, vengono da affini radici etimologiche) e quindi si mette su carta, nominandola, una condizione, un principio.
Ma proprio perché plasmare un linguaggio che sia libero ma non violento, visionario ma non oppressivo, plurale ma non artefatto è un gesto così rilevante nello sviluppo dell’umanità, occorre avere rigore nell’osservazione dei fenomeni, frenando l’impulso a tradurre la somma delle nostre limitate e personali esperienze in discorso collettivo, e di lì in dato oggettivo. È un rischio che corriamo sempre tutti e che però assume sfumature reazionarie quando, adagiandosi sui dibattiti del passato, si sceglie di sorvegliare e spernacchiare occasioni minoritarie presenti, infervorando nuovi contro-ideologismi.
Mal sopportare il discorso sulla maternità è come mal sopportare il discorso sulla vita; e sulla morte, sull’amore, il dolore, la paura, il tempo, illudendosi di poterlo depennare come già raccontato, anche troppo, e male, e voilà. Ma depennare un racconto non aiuta a nominare, e dunque a costruire, le battaglie per il futuro. E in ogni caso la maternità, come la vita la morte eccetera, non la si potrà mai smettere di raccontare.
Francesca de Lena
Colonna sonora
Questa canzone (con questo video) per commuovervi con Charles Bradley che parla di sua madre.
La notiziona della settimana
Lunedì notte c’è stata la cerimonia di premiazione degli Emmy 2024, che è andata come ci si aspettava, ricalcando i risultati dei Golden Globes e dei Critics Choice Awards. Questa stagione dei premi non sembra darci grosse sorprese. Speriamo che almeno gli Oscar ci riservino qualche emozione in più.
Lista delle nostre serie candidate preferite (vincitrici di statuette e non) e perché secondo noi meritano di essere viste
The Last of Us, su Sky/Now TV, per le atmosfere e la gestione verticale
Better call Saul, su Netflix, perché è meglio di Breaking Bad
The White Lotus, su Sky/Now, anche solo per Jennifer Coolidge
Ted Lasso, su Apple TV +, perché ha un protagonista buono che non stanca mai
Succession, su Sky/Now, per i dialoghi, soprattutto per i dialoghi
The Bear, su Disney +, per i personaggi secondari
Fleishman is in trouble, su Disney +, per le grida di Claire Danes
House of the Dragon, su Sky/Now TV, perché ci manca Game of Thrones
Shrinking, su Apple TV +, perché Jason Segel è bravo in tutti i ruoli che interpreta
Swarm, su Prime, perché è diversa da tutte le altre — e anche solo per l’ep. 6.
Succede a ILDA
Iscriviti ai nostri corsi: un bagaglio di tecniche e sguardo critico è qualcosa che dura per sempre e che cambia la tua prospettiva sulle storie.
Novità!
Prendila come una critica è il corso di critica letteraria con Matteo Marchesini, critico, poeta, saggista, narratore.
8 incontri in diretta online per approfondire:
teoria e storia della critica letteraria
forme e correnti della critica letteraria
letture, analisi, esercitazioni su brani e racconti
prove pratiche di recensione e critica sui testi
Bonus track: lettura e breve saggio su un romanzo italiano contemporaneo
Ogni incontro durerà 2 ore, per un totale di 16 ore di laboratorio in diretta. Ci sarà poi il lavoro da svolgere a casa e la discussione collettiva via mail. Insomma, sarà un corso come piace a noi di Ilda: ricco di teoria e ricchissimo di pratica.
E per te che hai già frequentato i nostri corsi o per te che hai chiesto informazioni sul corso di critica già in tempi non sospetti c’è lo sconto del ❤️!
Leggi il programma completo.
Nuova edizione!
Vuoi scoprire come funzionano i romanzi e le serie tv?
Vieni ad allenarti in Camera di Smontaggio! Un percorso di allenamento critico e creativo per lettori e visionari, immaginato per chi ha una forte passione per le storie ma desidera far crescere il proprio sguardo usando come attrezzi l’unica cosa che veramente conta: i testi da leggere, le scene da osservare.
Con Francesca de Lena e Chiara M. Coscia, scopri il programma completo!
Per gli allievi ILDA c'è lo sconto del ❤️ sui corsi!
Per info e iscrizioni: ilibrideglialtri@gmail.com
Dietro le quinte
Aspettando Camera di Smontaggio
La voce narrante
In Tiny Beautiful Things il voiceover monologico di Clare è un io narrante intenso che modula il tono della storia. La splendida Kathryn Hahn interpreta una donna in crisi che comincia a tenere una rubrica di consigli sotto pseudonimo; da un lato quindi abbiamo le scene in cui vediamo le azioni, le assurdità e le fastidiosità della protagonista, dall’altro abbiamo un piano ulteriore di interazione con le immagini, quando ascoltiamo la sua voce commentare, aggiungere livelli, approfondire e creare un contesto di intimità con noi spettatori.
L’io narrante nelle serie TV può svolgere diverse funzioni, oscillando tra monologo interiore del personaggio e dialogo con chi guarda. È quanto di più vicino al concetto di autofiction in narrativa, e in quanto tale può risultare potentissimo.
Chiara
Le persone verbali della grammatica diventano in una narrazione dei personaggi veri e propri, anche quando non hanno corpo, anche quando sono solo voce non descritta: l’io, il tu, il lui/lei si portano dietro un commento sul mondo, di volta in volta più intimista, più giudicante, più lucido (e tanto altro) a seconda della temperatura che l’autore vuole imprimere sulla storia.
Francesca
Appunti da Apnea
Abbiamo letto, valutato e commentato i 50 progetti di romanzo che si sono candidati alla prossima edizione di Apnea. Siamo partite dal metodo semplice: il voto da 0 a 5 (irricevibile, scarso, medio, buono, ottimo, imperdibile). Risultati parziali severi (come sempre capita, ho una mia teoria in tal senso): sette 0, dodici 1, quattordici 2, nove 3, tre 4, zero 5, che cerco di riequilibrare dimostrando alla classe che alcune idee e scritture seppur certamente imperfette non meritano un irricevibile. E 5 progetti che chiederemo agli autori di approfondire. Continua.
Appunti da Ipotesi di Romanzo
Ci siamo fatti cacciatori di luoghi comuni addentrandoci, attraverso i nostri stessi racconti, nella giungla dei cliché linguistici, dei personaggi macchiettizzati e delle ambientazioni stereotipate con cui prima o poi tutti abbiamo a che fare.
Galassia immaginaria
Martedì 30 gennaio alle 19:00 ci sarà l’incontro aperto e gratuito della nostra Galassia Immaginaria. Parleremo di:
° Uccelli vivi di Samantha Schweblin, traduzione di M. Nicola, ed. Sur
° True detective stagione 4 di Issa Lòpez, , su Sky/Now
Per partecipare scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com
La settimana editoriale
“Pinocchio è un eroe, ma sempre marginale. Vive sul margine della letteratura, per quanto sembri occuparne il centro per via del suo successo – personaggio onnipresente. Forse per questa marginalità ha faticato ad essere incluso nelle storie letterarie, non rientra se non di straforo nel Canone. Ma del Canone Pinocchio se ne fa un baffo.” Marco Belpoliti analizza la figura di Pinocchio, su Doppiozero.
Cuore di tenebra, le letture paranoiche e la cancellazione della storia. Un’analisi del classico di Joseph Conrad firmata da Riccardo Capoferro su Le parole e le cose.
“Dino è matto perché è Dino. D’altronde è così che, da che mondo è mondo, si etichettano i ribelli e spesso, appunto, i poeti”. Un saggio su Dino Campana, di Luca Caddeo su Pangea.
Matteo Moca traccia un profilo del poeta inglese Wystan Hugh Auden, su IlTascabile.
Ancora su IlTascabile, una conversazione con Silvia Pareschi sui limiti dell’intelligenza artificiale nell’ambito della traduzione letteraria.
E comunque, il 5% del romanzo Tokyo-to Dojo-to, vincitore del più importante premio letterario giapponese, è stato scritto dall’intelligenza artificiale.
“Nick Hornby, infatti, è capace di raccontare in tono dolceamaro amori, fasi della vita, rapporti interpersonali, ricerca della propria identità. Raccontare i vari aspetti della vita senza edulcorare o tacere nulla, all’insegna dell’ironia, rende le sue storie estremamente spontanee. E durature.” Perché rileggere Alta Fedeltà, di Nick Hornby, a 35 anni dalla sua uscita.
I vincitori dei Critics Choice Awards.
Da The Dreamers a Saltburn, il nudo maschile sembra essere ancora sottorappresentato al cinema. Una riflessione di Alberto Villa su Artribune.
Le serie TV più attese del 2024 secondo Rolling Stones, e una lista di serie TV tratte da libri, sempre in arrivo nel 2024, su IlLibraio
Intervista al regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Marco Bechis su minimaetmoralia.
L’americanata di Chiara
“So che alcune persone vanno dirette all'ultima pagina di un libro prima di iniziare a leggere, per assicurarsi che alla fine tutto vada bene. Per quanto mi riguarda, riesco a gestire un esito incerto, ma non inizio mai un libro senza prima leggere i ringraziamenti. [...] Quello che fanno è rivelarci il villaggio dietro al libro, o come dice mio padre, "la rete unificata di dare e ricevere" coinvolta nella creazione di un lungo pezzo di scrittura rilegato e coerente.[...] Sognare di scrivere un libro un giorno può essere disorientante, ma i ringraziamenti mi confortano, rivelandomi come si fa.”
Da LitHub, “An Ode to Aknowledgements”, di Sarah Wheeler , trad. Chiara M. Coscia
https://lithub.com/an-ode-to-acknowledgements/
Appuntamenti e opportunità
Tutti gli eventi di Pesaro 2024 Capitale italiana della cultura.
Dal 25 al 28 gennaio, a Parma, si svolge il nuovo progetto del Salone Internazionale del Libro di Torino, Mi prendo il mondo.
Dal 9 all’11 febbraio torna il NebbiaGialla noir Festival.
Lavorare nell’arte e nella cultura, opportunità di gennaio 2024.
Sondaggiamoci!
Depennati, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 27 gennaio.
Nel frattempo, seguiteci su Facebook e Instagram, e iscrivetevi a Galassia Immaginaria!