Libri senza selfie, se possibile
Copertine che si muovono e noi smontiamo anche quelle, bellissimi titoli inediti, un classico della serialità, consigli di fine mese (perché poi è Pasqua), rassegna stampa. Philip Roth color pastello?
Saltellando per internet questa settimana mi sono capitate sotto agli occhi due copertine che hanno attirato la mia attenzione: quelle dei nuovi romanzi di Cristina Marconi (Stelle Solitarie, Einaudi) e di Federica De Paolis (Da parte di madre, Feltrinelli).
Vi mostro solo le fotografie, senza titolo e nome autore, perché a rivederle così abbinate ancor più noto le tre simmetrie che mi hanno piacevolmente sorpresa: l’elegante bianco e nero – e vabbè questa è facile – un’insolita sensazione di movimento – molte gambe, molto sfondo, diagonali – e, soprattutto, niente facce.
Starà forse finendo un’epoca? Mi sono chiesta, devo ammettere, speranzosa. Queste copertine qui non sono certo chissà quale avanguardia: fotografie in bianco e nero senza niente di nuovo (e in ogni caso il rivestimento non certifica certo la bellezza dell’interno – non so se questi due romanzi saranno belli, non sono ancora usciti e non li ho letti, neanche però ho motivo per dubitarne) e però l’editoria delle faccione in copertina, sempre più grandi, più spinte e aggressive, è forse arrivata a saturazione.
Anche le facce hanno prodotto copertine belle e intriganti, che giocano con il significato intimo delle storie raccontate, che suggeriscono emozioni e drammi, che interpretano e sottolineano. Però ormai un po’ troppo interpretano e un po’ troppo sottolineano e dopo un decennio di supremazia più che altro stancano.
Sarà l’affinità con i social, sarà che a guardare intensamente negli occhi qualcuno non se ne può più neanche se quel qualcuno te lo sei sposato, sarà che s’intravede una specie di ricatto, d’insistenza, di acchiappa-sentimento (“Guarda come sono simile a te”, oppure “Guarda come vorresti essere anche tu”, oppure “Guarda come soffro”, oppure “Guarda come ti guardo”) invadente e fastidioso, ma sarei davvero contenta se la moda stesse passando, così da poter tornare a guardare libri e non selfie a tutta pagina.
Francesca de Lena
Colonna sonora
È già primavera, qualcuna tra noi è un po’ interdetta dalla scarsa durate dell’inverno, e però come è bello svegliarsi col sole.
A te che delle copertine poco importa, l’importante è quello che c’è dentro, e a te che le copertine sono importantissime, smontiamo anche quelle, smontiamo tutto!, è dedicato il nostro corso in partenza Camera di smontaggio.
Camera di Smontaggio è un allenamento critico e creativo per lettori e visionari, pensato per chi ha una forte passione per le storie e desidera acuire il proprio sguardo usando come attrezzi l’unica cosa che veramente conta: i testi da leggere, le scene da osservare.
Con la guida di Francesca de Lena e Chiara M. Coscia leggeremo brani di testi esemplari e guarderemo scene tratte dalle serie tv più interessanti da discutere. Lezioni densissime e nessun impegno tra un incontro e l’altro, scopri il programma!
Per venire incontro alle vostre richieste il calendario è cambiato: da aprile a maggio ogni settimana!
E per gli iscritti a ILDA c'è lo sconto del ❤️!
Scrivici! 👉 ilibrideglialtri@gmail.com
Dietro le quinte
Aspettando Camera di Smontaggio
Uno dei classici della serialità televisiva, definito da Alan Sepinwall “il Big Bang della tv via cavo”, prodotto di punta della Golden Age della televisione di cui si è detto e scritto già tutto, The Sopranos è un racconto di famiglia e Famiglia, nel senso di famiglia come nucleo e Famiglia come associazione mafiosa, tenuto per lo più in piedi dalla potenza e dalla grandezza dei personaggi.
Tutte le stagioni dei Soprano possono essere viste sia come delle raccolte di racconti, sia come un unico romanzo, è un esempio ineccepibile di come funziona il classico formato seriale: lo storytelling episodico è sempre perfetto, ma mai esplicito al punto da essere sciolto dalla narrazione orizzontale. Non abbiamo fretta di muoverci in avanti perché vogliamo goderci i singoli racconti, però l’arco stagionale è di portata enorme, letteraria.
Chiara
Appunti da Apnea
Abbiamo incontrato gli autori finalisti candidati alla prossima edizione di Apnea, ci siamo fatte spiegare alcune cose dei loro progetti che non ci erano chiare, e a nostra volta abbiamo espresso i primi dubbi sulle trame intrecciate fin qui. Ora non ci resta che leggere i romanzi integralmente e decidere. Ci vorrà l’estate.
Intanto però condividiamo con voi i titoli, perché sono tutti molto belli: Bianca e la tempesta, Il responsabile (per quel che mi ricordo), Quando rinascerò ortica, Tokio d’ora in poi senza di te, Tutte le donne di Felice Speranza, Ai confini del grande nulla, Sassari Marcia, Le condizioni di partenza.
Appunti da Ipotesi di Romanzo
Questo mercoledì le idee dei corsisti si sono evolute in soggetti. Non soggetti facili, però, ma pieni di luci e ombre. E la morale? Non c’è da potenziare le luci e riparare le ombre, è anzi proprio nelle ombre che vive la vera storia. Occorre tuffarsi nelle incertezze e trasfigurarle, solo così quel che racconteremo conserverà ruvidezza, sporcizia, fastidio: non sarà innocuo. Chi la vuole una narrativa innocua?
Appunti da Prendila come una critica
Nuovi bellissimi esercizi di critica letteraria dal nostro corso Prendila come una critica! I corsisti si cimentano in una critica a Giovanni Raboni che a sua volta ha criticato Jorge Luis Borges. I pezzi li trovate cliccando qui:
Galassia immaginaria
La settimana prossima, martedì 26 marzo alle 19:00, ci sarà l’incontro di marzo di Galassia Immaginaria, e intanto nella nostra conversazione mail ci si scambiano opinioni (talvolta molto lontane) e si condividono altri consigli.
Per saperne di più: trovi tutto qui.
(Magari stavolta non hai fatto in tempo, ma abbiamo altre tre coppie in arrivo per il mese di aprile, se hai voglia di partecipare scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com e ti diremo come fare!)
consigli di Chiara
Le schegge, di Bret Easton Ellis, trad. G. Culicchia, Einaudi. Che meraviglia ritrovare la voce che avevo tanto amato da ragazza, quella di Meno di zero, American Psycho, Glamorama e le atmosfere de Le regole dell’attrazione. Un romanzo fiume a tratti horror, molto cinematografico, con la maestria di Ellis che sa portarti in giro per i suoi luoghi cullandoti con la sua voce narrante. Una storia intima, sensuale, oscura, che si presta moltissimo all’ascolto (prima di pubblicarla Ellis stesso l’aveva serializzata in un podcast) e infatti la trovate anche in versione audiolibro.
Wonderbook: an illustrated guide to create imaginative fiction, di Jeff Vandermeer, Abrams Image (in inglese). Un libro che è prima di tutto un tesoro di illustrazioni, tavole a colori, mappe da percorrere e giochi da esplorare. Un manuale di scrittura, ma anche di lettura, sugli universi immaginari. Lo userò sicuramente durante la lezione sul worldbuilding in Camera di Smontaggio.
Shōgun, miniserie FX su Disney +. Adattamento dell’omonimo romanzo di James Clavell, ambientata in Giappone nel 1600, che ripercorre l’ascesa al potere di Yoshi Toranaga e il suo rapporto con il capitano inglese John Blackthorne. È una storia di ampio respiro, curata nei dettagli, nella fotografia, ben recitata, dove gli interessi dei protagonisti giapponesi si intrecciano con quelli degli europei presenti. Non è ancora finita ma per ora vale le ore di visione spese.
consigli di Giulia
I silenzi degli adulti, di Mary Lawson, trad. Simona Garavelli, Astoria. Un libro che ho incontrato per caso grazie al consiglio di Antonietta Pastore, mi ha incantata soprattutto per i paesaggi del nord Ontario, le foreste selvagge, la solitudine dei personaggi e dei luoghi che trovano però il modo di comunicare le emozioni dove prima abitavano i silenzi. Dà speranza nelle possibilità e nei nuovi inizi.
L'episodio di Incompetenti Podcast dedicato a Jonathan Glazer e al suo La zona di interesse. Ascoltato poco dopo averlo visto, mi ha aperto diversi spunti per metabolizzare un film non semplice e, nel tono colloquiale che amo molto in questo podcast, ci ho trovato una bella analisi sull'uso del sonoro in un film come questo.
I tre giorni del Condor, di Sydney Pollack. Sì, è un vecchio film che probabilmente abbiamo già visto tutti, ma un paio di sere fa l'ho rivisto in televisione e mi sono ricordata di che filmone si tratta, per cui lo consiglio perché tante volte la grandezza ci si appanna negli anni ed è bello vederla luccicare di nuovo.
consigli di Francesca
La favorita di Yorgos Lanthimos, Disney+. Lo so che è l’anno di Emma Stone che ha giustamente vinto l’oscar per Poor Things, ma l’avete vista Olivia Colman che fa la regina Anna? Capricciosa e infantile, umorale e cagionevole, con un dolore immenso nel cuore rappresentato in forma di conigli. Più prevedibili le dinamiche tra le due dame di compagnia (la stessa Stone e Rachel Weistz che si fanno la guerra per conquistarne le grazie) ma come muove i capelli e il corpo appesantito e riempie e sostiene gli sguardi nel vuoto Olivia Colman, nessuna mai. (Da vederla anche in una diversissima serie inglese raffinata e sottovalutata: Landscapers, Sky/Now.)
The gentleman di Guy Ritchie, Netflix. Dici Guy Ritchie e dici trash: chiassoso, ritmico, ossimorico, estetico ma soprattutto divertente. Almeno nelle prime puntate, e poi in quella centrale con l’intera comunità di travellers che si piazza nella tenuta del duca. Per il resto un po’ sottotono, o forse è che a me non piace l’attore che interpreta il duca/gangster Theo James, che ha una sola faccia e la mette su tutto. Grandioso invece Daniel Ings nel ruolo di Freddy, fratello maggiore cocainomane e combinaguai: la prima puntata incentrata su di lui versione gallina vale l’intera visione.
consigli di Luca
Amanda di Carolina Cavalli, Raiplay. Mi sono imbattuto in questo film senza saperne niente, un piccolo gioiello che sfugge all’eccesso di auto-attribuita-profondità che quasi sempre accompagna il cinema che si dichiara indipendente o di autore. E il fatto che mi ci sia imbattuto per caso, come era di regola da ragazzino, come mi è successo per Tutti giù per terra o Bagdad Café, è stato davvero piacevole.
What We Do in the Shadows di Jemaine Clement, Disney+. Davvero esilarante. Con l’espediente del documentario seguiamo la vita di alcuni vampiri che convivono da centinaia di anni, due sono anche sposati. Leggero in tutti i sensi, le puntate durano venti minuti vivaddio.
Pet Sematary di Stephen King (naturalmente) già letto nel 1989 e poi altre due volte, questa è la quarta dunque. Devo aggiungere altro?
consigli di Matteo
Nel 2024 compirebbe un secolo Giovanni Giudici; e vale la pena leggerlo o rileggerlo. Lo si può amare o detestare, questo Gozzano del boom; ma è difficile non ammirare l’abilità artigiana con cui ha messo in versi l’autobiografia, proprio mentre ogni diversità tra gli individui stava in apparenza dissolvendosi nella società omologata. Giudici è il copywriter della poesia italiana del secondo Novecento: sfogliare le prime cento pagine del Meridiano per credere.
Grazie alle cure di Francesca Sensini, l’editore elliot sta ripubblicando i romanzi di Marise Ferro (1905-1991): una narratrice che oscilla settecentescamente tra cruda razionalità e sensualità accesa. Libri come La violenza e La ragazza in giardino non offrono soluzioni alle protagoniste femminili, strozzate da un destino sociale che le perverte. E forse proprio per questo, paradossalmente, invitano al riscatto più di qualunque oratoria femminista.
La settimana editoriale
Cosa accade quando gli editori evitano il rischio. I resoconti degli agenti letterari dalla London Book Fair.
“Un patto di collaborazione commerciale tra Editori indipendenti e librerie indipendenti. Con uno sguardo sempre rivolto ai lettori”. Al via il progetto Indie Tree.
“Perché si pensa che le lettrici prediligano un certo tipo di romanzo dove, ancora una volta, rispecchiarsi?”, si chiede Loredana Lipperini.
“Costituito da 116 frammenti che ruotano intorno ai temi paralleli del corpo e del viaggio, I vagabondi presenta al lettore una serie di meditazioni sulla mobilità, sull’anatomia, sul dettaglio, sull’infinitamente piccolo e sull’unità sottesa tra gli spazi e i corpi che li attraversano allo scopo di riscoprire la condizione esistenziale del movimento in un’epoca di frammentazione e liquidità.” Ovvero, la letteratura liquida di Olga Tokarczuk (che, ricordiamo ai Langone che passano di qui, è femmina).
Nei Paesi Bassi c'è una settimana un cui se entri in libreria a comprare un libro te ne regalano un altro (lo stesso per tutti).
Cinema, realismo, Giappone, Ucraina: intervista a Igort.
Arriva The Bear 3 e probabilmente anche 4.
Le serie tv sono davvero femministe? Valentina Pigmei su Internazionale.
Il film di Michel Gondry Eternal Sunshine of the Spotless Mind (ci rifiutiamo di usare l’orrendo titolo italiano) compie vent’anni, ed è invecchiato benissimo.
Cos’è per la fisica il problema dei 3 corpi al centro della nuova serie Netflix tratta dalla trilogia bestseller di Liu Cixin.
L’americanata di Chiara
“Torno spesso a quei libri sulla vita dopo la morte di un'altra persona, stupito dalla precisione con cui catturano le sensazioni del dolore, i molteplici modi che trovano di raccontare con precisione e delicatezza ciò che è stato detto prima e sarà detto ancora. […] Nel richiamare l'attenzione pubblica sul loro dolore specifico, questi scrittori scavano uno spazio pubblico per praticare il lutto, […] un registro di ciò che è scomparso e un argomentazione per tenerne ancora conto. ‘Se non catturo ciò che ho perso, sarà come perderlo due volte’.”
Da Electric Literature, “Grief Memoirs Are for the Living”, di Jenny Singer, trad. Chiara M. Coscia
https://electricliterature.com/grief-memoirs-are-for-the-living/
Appuntamenti
Oggi apre la mostra Onde, illustrazione e poesia. A Cles (TN).
Fino a domani, 24 marzo, a Perugia c’è il Festival Che cos’è la Cultura?
Dal 5 al 7 aprile a Pesaro c’è il KUM Festival.
Dall’8 all’11 aprile torna a Bologna la Bologna Children’s Book Fair.
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La prossima settimana ci fermiamo, che è Pasqua e abbiamo da fare (leggi: casatiello)
Ci vediamo sabato 6 aprile!
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