La differenza di genere la fa l'immaginario
Campagne di sensibilizzazione e come guardarle, lo Strega, la vincitrice, gli esclusi, i vestiti e tutt cos, Postilla n°11, in Apnea s'impara a sentire, rassegna stampa. L'intellettuale modaiolo?
Ho visto la campagna di sensibilizzazione Riportami al mare con Geppi Cucciari che invita i turisti a non portarsi dietro la sabbia e le conchiglie sarde a mo’ di souvenir. La Sardegna è una tutto sommato piccola isola in pieno mediterraneo, sferzata dal vento e invasa ogni estate da migliaia di persone che ne occupano le spiagge: spiagge che sono sempre in pericolo di ridursi e scomparire. Prendere sabbia e conchiglie è vietato sempre, ovunque, e se si viene scoperti si rischiano multe serie. Dunque lo spot non inventa nulla di nuovo, cerca però di educare, attirando l’attenzione.
La comunicazione volta a sensibilizzare non è uguale a quella che deve informare o vendere. Ha un diverso codice, un diverso linguaggio, e cerca la complicità con il pubblico, cerca anzi proprio in particolare di mettersi nell'esatta prospettiva del pubblico, così da tentare di suonarne i tasti giusti.
Bene, per suonare i tasti giusti Cucciari dice alla fine del video:
Se volete un ricordo della Sardegna portatevi a casa una bottiglia di Vermentino, un pecorino, un bagnino di Olbia.
Questa battuta strappa-sorriso ha il duplice scopo di far simpatia nel finale e di enunciare le qualità del luogo: i buoni motivi per andare in vacanza sull’isola senza bisogno di depredarla.
"Se la battuta fosse stata su una bagnina donna apriti cielo!" ho letto nei soliti stupidi commenti di uomini che sembra passino il tempo a cercare chissà quale passo falso nella rivendicazione della parità di genere (e nei commenti di alcune donne, bisogna dire, per me inspiegabilmente). Siamo insomma sempre alle solite, direi cioè dalle parti dell’asilo d’infanzia: se vale per lui deve valere anche per lei, se lo dici di un maschio devi dirlo anche di una femmina (gnègnè).
Perché non esiste parità nella declinazione di una stessa battuta al maschile e al femminile? Perché dirlo di una femmina non sarebbe uguale a dirlo di un maschio? Perché non si può fingere di vivere in un mondo in cui non esiste un immaginario comune, frutto di tempi lunghissimi, culture, prassi, accadimenti. Ripeto: accadimenti. Spiaggia: quante volte abbiamo sentito di una violenza sessuale in spiaggia subita da un uomo? Quante volte subita da una donna?
Non si può fingere di non sapere che portarsi a casa una bagnina di Olbia sarebbe una battuta con dei difetti che portarsi a casa un bagnino non ha, perché la differenza tra le due non sta semplicemente (niente è semplice nelle differenze di genere) nel genere del personaggio nominato, nella sua desinenza a/o. Ma nell’immaginario. Figuriamoci davanti agli occhi la frase sul bagnino, cosa vediamo? I primi due esempi che mi vengono in mente:
Bel ragazzo muscoloso, solare, simpatico, gentile, pronto ad aiutare, che trasmette sicurezza e forza ed è capace di salvare
Ragazzo che sopporta in maniera bonaria le avances di donne che non gli interessano (troppo adulte, poco attraenti, ecc), aiuta loro ad aprire ombrelloni e sdraio, si prende qualche carezza sul viso non desiderata (stile Dirty dancing o giù di lì, l’immaginario è fatto moltissimo delle storie che ci hanno accompagnato)
Ora figuriamoci una bagnina portata a casa. Possiamo provare a sostituire l’uomo con la donna nei due punti di prima, ok, quindi ragazza muscolosa e solare, ragazza che sopporta bonariamente le avances (mh, già facciamo fatica). Ma molto velocemente possiamo anche aggiungere:
Bagnina = belloccia senza capacità che sta lì per le tette e non perché sa nuotare e salvare
Portata a casa, come? Sulle sue gambe o ubriaca? Con reale consenso o con inganno? Con o contro la sua volontà? Può succedere anche agli uomini, sì certo. Ma succede? E soprattutto: quante chances ha un uomo di riuscire a difendersi, se gli succede? E quante ne ha una donna?
Di differenza di genere non si può discutere fingendo che occasioni, esempi e linguaggi siano intercambiabili: non lo sono. In una battuta, in una storia, la differenza tra bagnino e bagnina non la fa la desinenza a/o, il sesso, il genere o il corpo di per sé. La fa l'immaginario.
Francesca de Lena
Colonna sonora
Dalla spiaggia portatevi dietro i tramonti, quando si alza il vento e la birra è ancora più buona. Ecco il pezzo perfetto da tramonto al mare. Non occupa spazio in valigia e non prende polvere a casa. Prego!
Notiziona della settimana
La vincitrice del Premio Strega 2024 è Donatella Di Pietrantonio con L’età fragile, Einaudi, a cui vanno i nostri complimenti e auguri.
Qui un ritratto della scrittrice, IlPost
Qui un elogio a lei e alla conduzione di Geppi Cucciari, Vanity Fair.
Qui il commento a caldo di Di Pietrantonio. Rai News.
Lista di 10 romanzi presentati allo Strega 2024 e non diventati finalisti, ma ugualmente interessanti secondo la nostra Giulia Passarini:
Marabbecca di Viola Di Grado (La nave di Teseo), proposto da Daria Bignardi
Il ritorno è lontano di Alessandra Sarchi (Bompiani), proposto da Marco Antonio Bazzocchi.
Yara. Il true crime di Giuseppe Genna (Bompiani), proposto da Ferruccio Parazzoli
La ragazza eterna di Andrea Piva (Bompiani), proposto da Nicola Lagioia
L’ombra del vulcano di Marco Rossari (Einaudi), proposto da Claudia Durastanti
I morticani di Francesco Maino, (Italo Svevo), proposto da Maria Teresa Carbone
Dove la luce di Carmen Pellegrino (La nave di Teseo), proposto da Gad Lerner
Ludmilla e il corvo di Gennaro Serio, (L’orma), proposto da Giuseppe Lupo
Marguerite è stata qui di Eugenio Murrali (Neri Pozza), proposto da Aldo Cazzullo
Tanto poco di Marco Lodoli (Einaudi), proposto da Elena Stancanelli
Succede a ILDA
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Postilla
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Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà. Per partecipare leggi qui.
Postilla n°11
Cara Sara,
perdonami per averci messo tanto.
Mi chiedi degli elenchi e dei periodi lunghi, temi che rallentino il ritmo. In realtà io qui non trovo né periodi lunghi né chissà che elenchi, quindi direi che questo pericolo è scongiurato. Quello che vedo, però, è un’immagine attorcigliata su sé stessa, e quindi statica. Ed è questo il problema che rallenta il ritmo, ed è un problema anche perché dimostra il contrario di ciò che racconta: tu vuoi una dinamica elettrica, urlata, nervosa, al limite del crollo. Ma ci insisti troppo su, senza immaginarne cause e conseguenze, senza uno sguardo laterale che la inquadri da un punto di vista inaspettato, e quindi la sprechi.
Il testo potrebbe dividersi in due metà: le descrizioni relative alla madre, le descrizioni relative al figlio (e già questo, la dicotomia, tende a rinchiuderti: le aperture le danno le terne di elementi). Madre:
Non era mai sola/Mai un cazzo di momento in cui potesse sedersi e lasciare andare la testa/C'erano urla che le aprivano crepe nel cervello/lei tremendamente lenta/Parlare e non sentire quello che le rispondevano/Condannata a sorridere senza riuscire a seguire un filo, senza essere in grado di formulare una frase di senso/così inutile, così trasparente, così fastidiosa a livello di decibel/sulla lingua nessuna parola giusta o connessione logica/Ci aveva provato, a capirlo, mille e mille volte/Alcune sere aveva urlato anche lei, era diventata pazza/avrebbe voluto ingoiarsi la lingua, e si era schiacciata forte la testa tra i palmi.
Figlio:
un essere attaccato al polpaccio/quegli artigli aggrappati ai jeans, la chiazza di moccio e lacrime a metà gamba/un ululato/l'urlo metteva in fuga/quegli occhi strizzati/i pianti non smettevano mai, quasi mai.
La pagina è fatta sostanzialmente di un’unica informazione: c’è un bambino che piange, e una madre esausta. Le possibilità di apertura, di dinamismo dell’immagine, te le danno: lo slalom sul marciapiede oppure un evento con terzi (festa, riunione, appuntamento con il responsabile) oppure l’uscita di casa sbattendo la porta. Prendi una di queste strade e approfondiscila, tutte insieme si indeboliscono, si fanno ripetitive (nella selezione, prediligere le immagini meno note: meglio gli artigli aggrappati ai jeans, la chiazza di moccio e lacrime a metà gamba piuttosto che le urla che le aprivano crepe nel cervello), e soprattutto astratte, generiche, sempreverdi. Se il problema è generico, lo diventa anche la soluzione (allattamento), per cui finiremo per leggere di un generico esaurimento nervoso della madre che allatta un bambino piangente, come se fosse un tropo riconoscibile da sé (e allora perché raccontarlo?) invece che la specifica vicenda di questa specifica madre del tuo racconto, con il suo specifico bambino. Scegli cosa raccontare di loro, del loro intimo conflitto (si vergognava di lui) e non rifugiarti nelle immagini rappresentative di tutte le madri, perché quelle in realtà non ne rappresentano nessuna.
Ciao, buona scrittura 😊
Francesca
La settimana editoriale
La differenza di genere è diventata il focus di questa chiacchieratissima intervista di Rivista Studio a Walter Siti.
FINALMENTE ANCHE IL PREMIO STREGA HA AVUTO LA SUA PASSERELLA, in haute couture, come si deve.
Sempre a proposito di Strega, qui un’intervista alla presidente del Comitato Direttivo, Melania Mazzucco, su L’Espresso.
Feltrinelli ha comprato il 10% di Adelphi.
Il Premio Lattes per la traduzione 2024 è andato a Maria Nicola per Le pianure di Federico Falco, Sur.
Ed è nato un nuovo premio per traduttori dal francese esordienti o semi esordienti, dedicato alla memoria di Margherita Botto. Ci si candida fino al 4 ottobre 2024.
È morto a 88 anni lo scrittore albanese Ismail Kadare.
Questioni di lingua e genere, e relazione con una possibile riorganizzazione dei rapporti di potere. Un articolo di Vera Gheno e Gigliola Sulis su Il Sole 24 Ore.
“Il tema della casa è presente da tempo nella poesia, soprattutto da quando il racconto del privato ha assunto un ruolo importante nell’immaginario poetico, e cioè in parallelo all’ascesa della borghesia, per cui lo spazio domestico – come rifugio ma anche come area su cui si esercita un potere personale – rappresenta un punto saldo.” Antonio Francesco Perozzi analizza il tema della casa in tre libri di poesia contemporanei. Su Il Tascabile.
Yoshimoto Nara e la grande personale europea a lui dedicata, a Bilbao. Artista giapponese dei personaggi iconici, dolcissimi e incazzati.
Intervista a Loredana Lipperini, storica voce di Fahrenheit Radio 3 e molto altro, nella sua prima settimana senza conduzione (buona pensione Loredana! Fai altre mille cose belle!)
L’americanata di Chiara
“Penso che scrivere sia sempre un modo per raggiungere gli altri, anche quando scriviamo cose che non ci aspettiamo veda nessuno. È un modo per comunicare qualcosa che altrimenti non saremmo in grado di comunicare... a noi stessi o agli estranei.”
Da Electric Literature, “In a DystopianNew York, the Solution to Loneliness is AI. Charlee Dyroff discusses her novel "Loneliness & Company" and the human impulse to automate our emotions”, di Annie Liontas, trad. Chiara M. Coscia
https://electricliterature.com/loneliness-company-novel-interview-charlee-dyroff/
Appuntamenti
Dal 10 al 13 luglio c’è Il Libro Possibile a Polignano a Mare.
Dal 16 al 19 luglio c’è l’Elba Book Festival.
A Rimini, dal 18 al 21 luglio, c’è Rimini Comix.
A Nora, in provincia di Cagliari, a partire dal 12 luglio c’è La notte dei poeti.
Sondaggiamoci!
Ci vediamo sabato 13 luglio.
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