Creare meno, creare meglio
The Bear e le storie fatte di niente, autoreferenzialità di inizio anno, in Apnea stiamo per scegliere, Postilla n°14, torna Galassia Immaginaria. Attenzione: questa newsletter diventa bisettimanale!
“E quindi sono capitato in un altro episodio di passaggio?” Mi chiede Luca, sarcastico, mentre attraversa il soggiorno con la TV accesa su The Bear. La battuta nasce perché lui non comprende cosa io trovi di bello in questa serie tv, visto che, dice lui e dicono molte altre critiche, episodio dopo episodio non succede niente. Ed è vero: non succede niente.
Questa terza stagione di The Bear mi è piaciuta proprio per questo. Al contrario del risultato delle prime due, che ho trovato inorganico e sperimentale, qui mi pare si sia finalmente definita una forma: The Bear non va guardata come una storia, va guardata come una performance.
Gli episodi che funzionano meglio – l'1 (che ci racconta/ricorda chi è Carmy), il 2, (che ci mostra il mondo implosivo di Carmy), il 3, (che indugia sull'ossessione di Carmy), il 6 (storia di Tina) e l'8 (un lunghissimo super-zoom Sugar + Donna, preparate i fazzoletti) – sono una lente d'ingrandimento del trauma e delle ferite. Prendono un dolore piccolo e ripetitivo, lo mettono in un laboratorio a forma di cucina e cominciano a dare impulsi elettrici come si fa con le cavie. Tutto è fermo, tutto è ossessivo, tutto è asettico: in primo piano c'è questo dolore che pulsa.
Gli altri episodi, quelli che Luca definiva "di passaggio" prendendomi in giro, e che purtroppo comprendono anche il finale troppo parlato e didascalico, sono meno efficaci perché tentano ancora la strada del plot, della novità nelle relazioni, della svolta narrativa. E perché insistono sui dilemmi esteriori del protagonista (il personaggio di Jeremy Allen White mi sembra la cosa meno riuscita della stagione, compresa la prova attoriale, solitamente molto più alta) del genere "chiederò o no scusa alla mia fidanzata?”, “riuscirò o no a trattare meglio i miei colleghi?”, “guarirò o no dal trauma inflittomi dal mio ex capo?”, una strada un po’ forzata e banale, invece che su quelli interiori: ripetitivi, statici, ma autentici e dolorosissimi.
Per riuscire a sintonizzarti e a sentire questi dilemmi deve forse piacerti moltissimo la cucina e la ricerca, devi avere esperienza del provare a salvarti attraverso una mania (la cucina come conversione religiosa), devi essere una persona molto sola. Devi di certo essere disposta ad abbattere tutti gli schemi di cui sai (vuoi) essere composta una visione. E, anche, qualche consiglio pratico: devi guardare un episodio staccato dall'altro di qualche giorno e non fare binge watching, la mattina ben sveglia e non la sera tardi sul divano, possibilmente non in compagnia, con il sonoro molto alto e originale, e disponibile a non aspettarti niente, a guardare e basta. Come se andassi al museo.
Nonostante ciò, la serie potrebbe non piacerti e non ci si potrebbe far niente, perché è una di quelle forme artistiche fondate al 90% sulla tecnica (scrittura delle scene, regia, luci, suoni, closeup, stacchi di inquadratura, colonna sonora) e al 10% sulla storia e il coinvolgimento emotivo: la si apprezza solo se quelle specifiche tecniche utilizzate in quegli specifici modi risuonano dentro di sé per qualche motivo.
Io e Chiara l'abbiamo amata, forse perché amiamo la cucina, forse perché siamo ossessive, forse perché, come dimostreremo con la notiziona di questa settimana, siamo stanche. E dentro di noi il vuoto emotivo rimbomba come una eco fortissima.
Francesca de Lena
Colonna sonora
The Bear ha da sempre una colonna sonora strepitosa e curatissima, e in particolar modo in questa stagione spicca questo pezzo qui.
Notiziona della settimana
La notiziona di questa settimana riguarda noi: ILDA la newsletter uscirà un sabato sì e uno no, e non più tutti i sabati. Ci dispiace se vi dispiace, ma noi detestiamo fare le cose mediocri, ci piace solo farle belle (o almeno provarci), e non riusciamo più a sostenere i ritmi di creare una cosa bella ogni settimana.
Un altro modo per dirlo è: ci siamo fatte vecchie. O anche, fuori dagli scherzi: vogliamo fare meno ma meglio: una filosofia che ci piacerebbe applicare sempre più alla nostra intera vita. Voi no? ;)
Speriamo tanto possiate capirci, e se è così segnatevi questa data: torniamo sabato 28 settembre!
Lista autoreferenziale delle cose che proviamo a fare belle, giusto per ricordarle a inizio anno
Galassia Immaginaria, il nostro gruppo di lettura e visione. Una coppia libro/serie tv ogni mese, un incontro online per discuterne. Gratis, basta iscriversi a ILDA.
Apnea, la scuola di lettura e editing da cui hanno copiato tutte le altre (scusate, l’abbiamo detto che saremmo state autoreferenziali :). Al nono anno, e chissà cosa succederà con il decimo. Conviene dar retta al passaparola e approfittarne adesso.
Postilla, la posta del cuore della scrittura. Dove un’editor ti dice cosa pensa del tuo incipit e come potresti migliorarlo. In maniera franca, pubblica e gratuita.
Coaching, dove per lungo tempo uno scrittore (a proposito del quale presto arriveranno bellissime novità ❤️) ti accompagna lungo la scrittura del tuo romanzo, dalla progettazione alla parola fine.
Consulenze sul manoscritto e macroediting, forse prima di pensare a editing di fino e pubblicazione conviene che qualcuno legga, analizzi, ragioni su come rimontare e ne discuta insieme a te. Se lo fa un’editor e agente letteraria è meglio.
Succede a ILDA
L’editing s’impara facendolo, immergiti in Apnea 🤿
🌊Per fare editing non ci sono teorie codificate e manuali da seguire, c'è talento, tecnica e tanta esperienza sul campo. L'editing non si pensa, si fa.
Durante l’estate Francesca ha molto ragionato sulle proposte che le sono arrivate lungo tutto l’anno. Manoscritti pieni di potenzialità, alcuni con trame avventurose (finalmente! Da un po’ il panorama delle proposte italiane sembrava un po’ asfittico), altri con voci solide, altri con una dose di coinvolgimento molto forte. Ci penserà ancora qualche giorno e nella newsletter di sabato 28 annuncerà il manoscritto scelto.
Tutto il lavoro di selezione e classificazione è stato fatto assieme alla classe della scorsa edizione di Apnea che, non stanca del carico di lavoro svolto durante il corso, si è messa a leggere e valutare anche a luglio e agosto. Schede di lettura, proposte di revisione, incontri con gli autori per i pitch, discussioni e editing in autonomia: quando in Apnea c’è entusiasmo e voglia di fare, la pratica e l’esperienza non si fermano con la fine del corso ma si collabora ancora a lungo ;)
🌊 I romanzi di Apnea sono usciti con minimum fax, Einaudi, effequ, Giunti; quello della scorsa edizione uscirà per una delle più grandi case editrici italiane. Lo abbiamo fatto, lo faremo ancora. Vuoi lavorare alla nascita della prossima storia? Siediti alla scrivania con Francesca de Lena, vieni in Apnea!
👇Apnea è un’esperienza come nessun’altra, lo dice chi l’ha fatta:
Per informazioni e iscrizioni: ilibrideglialtri@gmail.com
Postilla
Hai presente la posta del cuore?
Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà. Per partecipare leggi qui.
Postilla n°14
Cara Claudia,
mi occupo di narrativa e quasi mai di saggistica, per cui leggendo la tua mail ho pensato di non poter dedicare una puntata di Postilla a ciò che hai scritto, non ne ho le competenze. Poi però sono tornata sui miei passi, perché il testo che mi hai mandato è in fondo un’introduzione e non occorre che io sia specializzata nell’oggetto discusso perché possa dirti quel che penso. Quel che penso l’ho letto qualche giorno fa su La lettura in un’intervista allo scrittore Hisham Matar, che a una domanda sull’importanza dell’ambivalenza nella scrittura risponde così:
Ho pensato a lungo che si potesse scrivere solo nel momento in cui si è sicuri di qualcosa. Invece è il contrario: si scrive quando sono maturate la tua passione e le tue domande su qualcosa. E, paradossalmente, quando non si hanno le parole per descriverla. Scrivere è trovare le parole.
La tua introduzione comincia così:
La poesia va vissuta, e in un mondo nel quale limitano la libertà di espressione perseguendo l’adeguamento ad un modello prestabilito di persona, questo non è possibile. Così è stato sempre e così sempre sarà, fin tanto che non cambieranno i presupposti.
e lungo tutto il testo si respira sempre aria di inconfutabilità, perché le frasi sono sentenziose e gli assunti dogmatici. Mancano le domande, l’esplorazione sincera, l’indagine. È come se tu avessi già tutte le risposte certe, e allora cosa resta da scrivere? Qualsiasi tipo di testo dovrebbe essere un dialogo con sé stessi e con il lettore. Ma, mettiti nei miei panni (nei panni del lettore), come posso dialogare se non c’è alcuno spazio per il dubbio e la scoperta? Prova a rendere un po’ più traballanti le tue certezze, diventeranno più interessanti, e quindi convincerai meglio.
Ciao, buona scrittura 😊
Francesca de Lena
Galassia immaginaria
Siamo prontissime per questa nuova edizione di Galassia Immaginaria!
Che abbiamo visto/letto/ascoltato quest’estate? Ci vediamo per raccontarcelo al nostro primo incontro: lunedì 23 settembre, alle ore 19:00.
Durante l’incontro annunceremo anche le coppie del mese di ottobre. Sei curios*? Per saperne di più: trovi tutto qui. Se hai voglia di partecipare sei sempre in tempo, scrivici a ilibrideglialtri@gmail.com!
La bi-settimana editoriale
È morto Ernesto Franco, direttore generale di Einaudi, già direttore editoriale di più lungo corso della casa editrice. Che qui lo saluta.
I vincitori della Mostra del Cinema di Venezia.
La longlist del National Book Awards.
Prima edizione di Wunderkammer: il Festival letterario di Neri Pozza Editore
Nasce la rivista letteraria Ciuscia, Lettere da sudest
La casa editrice SUR ripensa le collane e rifà la grafica.
A 40 anni dalla sua uscita, Amadeus resta un piccolo miracolo cinematografico.
E se Hemingway non fosse il maschilista che tutti credono?
La grammatica a scuola serve? La prima di una riflessione in tre puntate, su Rivista Il Mulino.
Già trenta case editrici hanno confermato la propria presenza a Oblivion, il prossimo febbraio, per il primo appuntamento letterario romano interamente dedicato al “weird”.
L’americanata di Chiara
“Non sono la prima persona, né la prima scrittrice, a definire la sofferenza un'esperienza al di là della descrizione ordinaria. ‘Come scrisse una volta Emily Dickinson, il dolore colloca chi soffre in un 'presente infinito'’, sottolinea il mio collega Walt Hunter in un articolo riguardante la natura quasi incomunicabile della sensazione. ‘Il dolore richiede tipi di espressione umana che sono i più spontanei e i meno composti: gemiti, grida, richieste d'aiuto. Eppure, scrittori di ogni tipo cercano ancora e ancora di attribuire parole a quest'esperienza.’ ”
Da The Atlantic, “The Feeling that’s Hardest to Communicate”, di Emma Sarappo, trad. Chiara M. Coscia
https://www.theatlantic.com/newsletters/archive/2024/09/books-briefing-pain-language-communication-small-rain/679728/
Appuntamenti
Dal 18 al 22 settembre torna Pordenonelegge.
Dal 19 al 22 ci saranno anche I Dialoghi di Trani.
A Piacenza, dal 19 al 23, c’è il Festival del Pensare Contemporaneo.
A Gubbio, dal 25 al 29 settembre c’è il Festival del Medioevo.
Il 27, 28 e 29 a Catania c’è il Catania Book Festival.