Belli i libri e i film, ma vuoi mettere le vacanze?
Newsletter light ma non troppo, consigli di fine mese, David di Donatello da recuperare, appunti e nuove coppie in galassia immaginaria, mezza-rassegna. Ma come ti vesti? (versione editoriale)
Newsletter light questa settimana, perché Francesca e Chiara sono in vacanza (olè!). La rassegna stampa è ridotta e aggiornata fino a mercoledì, quindi se per caso giovedì mattina sono arrivati gli alieni a liberare (di nuovo?) il paese, sappiate che noi non ne eravamo al corrente, e comunque non avremmo potuto farci niente. Vi lasciamo però un po’ di cose belle da recuperare compresi i nostri consigli di fine mese, nel caso passateli anche agli alieni.
Colonna sonora
Cominciamo da questa canzone, augurandoci siate anche voi in vacanza, o stiate vivendo giorni di riposo.
Notiziona della settimana
Il 3 maggio ci sarà la Cerimonia di Premiazione della 69° edizione dei David di Donatello. Facciamoci trovare pronti.
I premi già assegnati: Anatomia di una caduta di Justine Triet, che si aggiudica il David come Miglior Film Internazionale, C’è ancora domani di Paola Cortellesi, che ha già vinto il David dello Spettatore, e Milena Vukotic, che durante la cerimonia riceverà il Premio alla Carriera.
Se non siete riusciti a vedere i film candidati (li trovate tutti qui) potete intanto recuperarne qualche vecchio che, vincitore o no, vi consigliamo noi qui sotto.
David da recuperare secondo noi (il più vecchio ha 20 anni)
La meglio gioventù, di Marco Tullio Giordana, 2004 vincitore
Le conseguenze dell’amore, di Paolo Sorrentino 2005 vincitore
Nuovomondo di Emanuele Crialese, 2007 candidato
Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, 2008 candidato
Una vita tranquilla di Claudio Cupellini, 2011 candidato
Diaz - Don’t clean up this blood di Daniele Vicari, 2013 candidato
Il capitale umano, di Paolo Virzì, 2014 vincitore
Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, 2019 candidato
Favolacce di Fabio e Damiano D’Innocenzo, 2021 candidato
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, 2022 vincitore
Dietro le quinte
Appunti da Camera di Smontaggio
Un’immersione nei dialoghi, che non sono mai (solo) conversazione! Il dialogo svolge tre funzioni fondamentali: esposizione, caratterizzazione e azione. Con questa guida alla mano, abbiamo letto tre giganti: Natalia Ginzburg, Cormac McCarthy e Yasmina Reza, analizzandone movimenti, suoni di fondo, scelte lessicali, e poi ci siamo spostati sulle serie. Le liti di Tony e Carmela, la ruota panoramica di Mrs Maisel e questa scena di The Wire sono solo tre delle serie di cui abbiamo studiato insieme le voci, i movimenti, il detto e il taciuto. Ma quanto è bello questo episodio di BoJack Horseman?
Galassia immaginaria
Lunedì c’è stato l’incontro mensile di Galassia Immaginaria, ricchissimo e appassionato come sempre. La parola ricorrente della serata è stata “torbido”, riferita ai due personaggi protagonisti delle storie del mese, Jean-Claude Romand e Tom Ripley. La moltiplicazione delle prospettive e dei pareri è stata come sempre un punto di forza della nostra discussione. Due cose su cui però abbiamo raggiunto l’unanimità: che bella l’Italia immaginata di Ripley, che bella la scrittura densa di Carrère.
Ed ecco le coppie del mese di maggio:
OSTINAZIONE
T di Chetna Maroo, Adelphi (trad. G. Guerzoni) + Un uomo vero, serie Netflix di David E. Kelley
TRAUMA
Triste tigre di Neige Sinno, Neri Pozza (trad. L. Cisbani) + Baby Reindeer, serie Netflix di Richard Gadd
INDAGINI
Il fuoco invisibile di Daniele Rielli, Rizzoli + Bodkin, serie comedy-thriller Netflix in uscita il 9 maggio con Will Forte
Che ne pensate, vi è venuta voglia di partecipare? Se sì, scriveteci a ilibrideglialtri@gmail.com!
Il prossimo appuntamento sarà lunedì 27 maggio alle 19:00.
Per saperne di più: trovate tutto qui.
consigli di Chiara
Sigmund, podcast de il Post dedicato alla psicologia. Lo conduce Daniela Collu, e ogni settimana dialoga con un* professionista (psicolog*, psicoterapeuta) per approfondire un argomento partendo dalle basi, cercando di fare chiarezza in un mare di nozioni scientifiche infestate da pregiudizi, opinioni e forse anche mode. Ricco di domande estremamente lucide e precise che tutti ci facciamo (magari senza articolarle così bene), prova a dare risposte il più possibile accurate senza stabilire confini netti, ma mantenendo una visione aperta, e quindi assolutamente scientifica.
Baby Reindeer miniserie Netflix di scritta e interpretata dal Richard Gadd, comedian scozzese, che si infila nel solco già tracciato da Fleabag e I May Destroy You ed entra a pieno titolo tra gli esempi più delicati di autofiction televisiva, raccontando una storia di stalking, abuso, fragilità e trauma senza risparmiare pugni allo stomaco, senza inciampare in mezzo stereotipo, e non lasciando neanche un personaggio ridotto a figurina di sfondo.
Late Night with the Devil, film horror di Colin and Cameron Cairnes, ancora inedito in Italia ma che ha avuto un assurdo successo negli Stati Uniti tra i fan del genere. Si tratta di un found footage (film che si spacciano per video reali, ritrovati e rimessi in circolazione a distanza di tempo) dal budget microscopico ma dalla resa orrorifica discreta, incentrato su un episodio di un talk show degli anni '70. Un’ora e mezza ben spesa per chi è alla ricerca di un horror onesto, d’altri tempi, senza troppe pretese.
consigli di Francesca
The Regime, serie tv di Will Tracy su Now con una Kate Winslet gigantesca come al solito e un Matthias Schoenaerts sorprendente, che qui sembra mettere a punto lo stesso personaggio interpretato in Un sapore di ruggine e ossa (da recuperare su RaiPlay) ma con più consapevolezza, tirandone fuori un uomo fragile, folle e ossessionato, ridicolo e commovente allo stesso tempo. The regime è fatta di suoni, tic facciali, scenografie d’interni, colori e dialoghi, e occorre lasciarsi andare all’inverosimiglianza più sfrenata per ricavarne la chiave realistica: le collettività non esistono, esistono gli io, tutti ugualmente preda di desideri e fissazioni.
Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), film di Martin McDonagh su Disney+. Arrivo tardi, lo so, ma lo consiglio a chi come me si è fin qui perso una tenera e cocente storia di iniziazione in età adulta: Colin Farrell ben interpreta Pádraic, uomo semplice dell’Irlanda anni 20 che in piena guerra civile dimentica la solitudine degli isolani, e delle loro vite in compagnia di tramonti, pecore, cavalli e birre. C’è a chi la routine va benissimo, come al protagonista, e chi soffre della mancanza di stimoli intellettuali e artistici, come Colm, ex migliore amico di Pádraic che vuole recuperare il tempo perduto. Si è soli sempre, ma si può esserlo con l’ostinazione di voler fare di sé ciò che si desidera.
Mostri di Claire Dederer, traduzione di Sara Prencipe, Altrecose. A proposito di aspettative, ero impaziente di leggere questo saggio. Trovo l’argomento imprescindibile, almeno per chi come me passa metà del tempo nella vita reale e l’altra metà in quella finzionale. Sono a metà ma per ora mi delude: ho l’impressione che la forma longform da cui tutto è partito non sia riuscita a farsi libro, e che la tesi argomentata non vada molto al di là del “persona e autore alle volte coincidono e alle volte no; cerchiamo, noi fruitori d’arte, di far lo stesso, coincidendo alle volte con i nostri principi etici e alle volte no, se questo deve significare rinunciare all’arte”. Insomma le basi, mi pare.
Iniziazioni, racconti di sette età di Matteo Marchesini, Elliot. Amo le raccolte di racconti anche perché si possono centellinare e leggere nei momenti giusti. Una gestione della lettura che con questo libro funziona benissimo, perché le storie di cui è fatto avvengono in momenti precisissimi, molto distanti e vari non solo per età dei personaggi ma per tono, umore, gusto, consapevolezza, lingua. C’è sempre il sesso, ma il sesso è appunto un umore, e serve a svelare le tensioni, i non detti, come la prova schiacciante che illumina il delitto e incastra il colpevole. I colpevoli di Marchesini non si sfilano dai loro ruoli, anzi ci si incastrano consapevolmente e quasi li rivendicano, gli sta bene stare sul palcoscenico con il faro puntato contro, non lo temono e invitano gli altri (i lettori, il mondo lì fuori) a far lo stesso: come un appello a non tirare il meglio di noi per la giacchetta, ma a indossare con onestà quel che c’è, fosse pure il peggio: da lì solo scaturisce la pietà. Raccolta bellissima (qui viene raccontata molto bene) e molto parlante (dialoghi scritti con vera maestria); anche molto maschile: uno sguardo che si racconta con tutta la propria identità, senza reticenze.
consigli di Luca
La caduta di casa Usher di Mike Flanagan, su Netflix. Flanagan ci è riuscito ancora una volta ed è bello che l’abbia fatto ispirandosi al racconto di Poe. È una storia di successione ambientata ai giorni nostri senza tradire le aspettative horror, si apprezza anche senza tenere a mente il racconto di Poe ma per godere di ogni richiamo ne consiglio la rilettura.
Mario Maccione, Le bestie di satana. Intervistato nel podcast One more time di Casadei, Maccione ha ormai scontato la sua pena, e si racconta. Casadei lo mette a suo agio ma lo fa parlare di tutto, partendo dall’infanzia. Per me è stato importante ascoltarlo sia come figlio di quegli anni, di quella musica e di quella provincia, che come padre di questi tempi.
La cronologia dell’acqua di Lidia Yuknavitch, trad di Alessandra Castellazzi, Nottetempo. Lo sto ancora leggendo. Quanto sia duro e quanto sia bello lo si può apprezzare già dalle prime pagine. Come per altri romanzi dolorosi e autobiografici che toccano l’argomento figli ⎯ del genere Nati due volte di Giuseppe Pontiggia o Tutti i bambini tranne uno di Philippe Forest ⎯ c’è da metterlo in libreria, capire qual è il momento giusto per leggerlo e quando è arrivato, tenersi forte.
consigli di Giulia
La Signora Meraviglia, di Saba Anglana, Sellerio. Dicono in tanti che i libri a volte ci chiamino, io sono più propensa a pensare a incontri fortunati nel momento giusto: ho visto questo libro in libreria, appena uscito; non ne sapevo nulla, ho letto il prologo, l’ho comprato. Letto in un paio di giorni, una scrittura che sembra poesia o canto, è suggestivo di paesi in fondo così vicini all’Italia - Etiopia, Somalia, - è un romanzo su come ci si possa sentire “niente” in qualsiasi luogo a cui si è appartenuti in qualche modo.
Casino totale, di Jean-Claude Izzo, trad. B. Ferri, edizioni e/o, nella versione audiolibro letta da Valerio Mastandrea. Chi mi conosce lo sa, Izzo per me è uno scrittore del cuore. Difficilmente qualcuno ha fatto breccia come lui, capace di trasformare la nostalgia - e ce n’è tanta, nei suoi libri - in un impeto di tenerezza, di concretezza quotidiana, di attaccamento alla vita. C’è una luce sul mare di Marsiglia che non ho mai trovato altrove.
Un articolo che ha fatto il giro di tutta la bolla editoriale, stabilite voi se a torto o a ragione: nell’editoria italiana ci si veste piuttosto male, a tutti i livelli, in tutti i mestieri. Giulia Pilotti su Domani.
Si può raccontare Bruno Munari parlando del pensiero zen? Ci prova Roberta Scorranese su Il Corriere della Sera.
“Cronenberg magistralmente cesella un iter narrativo in cui si sovrappongono diversi piani di realtà ed irrealtà, dove il corpo umano e la macchina si attraversano e uniscono in un abbraccio che ha delle chiarissime denotazioni anche sessuali.” 25 anni fa usciva di eXistenZ, di David Cronenberg. Ne parla Giulio Zoppello su Wired.
L’attualità di Una donna di Sibilla Aleramo. Sheila Heti su Lucysullacultura.
La community di BooktubeItalia ha ideato un premio letterario destinato a opere di autori e autrici italiani editi nel 2023. Ci sono 14 candidati e a luglio verrà annunciata una terna di finalisti.
L’americanata di Chiara
“Non esiste una relazione stabile o fissa tra il letterale e il figurativo. Possono verificarsi separatamente, possono verificarsi insieme, possono persino sovrapporsi. Allo stesso modo, la relazione tra il significante e il significato non è fissa. Ogni poesia che scriviamo mette questi elementi in una nuova relazione.”
Da The Yale Review, “When Metaphor Gets Literal. What my mother’s coma taught me about reading poems”, di Jennifer Grotz, trad. Chiara M. Coscia
https://yalereview.org/article/jennifer-grotz-metaphor
Appuntamenti
A Piombino il 3 e 4 maggio c’è La città dei lettori.
Il 4 e il 5 maggio a Foggia c’è il Festival del Nerd, per appassionati di fumetti, libri, videogiochi, cosplay e streamer.
Dal 7 maggio a Milano parte la XXXIV edizione di Segnali - Festival di teatro per le nuove generazioni.
A Udine, dal 7 al 12 maggio, torna la XX edizione di vicino/lontano.
Sondaggiamoci!
Ci vediamo sabato 4 maggio.
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