Storie leggere, anzi leggerissime
Sono settimane, queste, di grande stanchezza e di continua produzione di contenuti scritti, con poco tempo libero, durante il quale mi lascio andare ai cosiddetti guilty pleasure. Uso questo termine per brevità (o per stanchezza?), dato che non credo dovremmo sentirci in colpa per ciò che ci dà piacere (dopotutto, chi decide cosa sia degno di rientrare in una categoria di piacere “alto” e cosa, invece, meriti un senso di colpa da parte di chi ne fruisce?), per indicare tutti quei contenuti di puro intrattenimento che hanno in comune qualcosa di raro e prezioso, se ben calibrato: la leggerezza.
Non avevo mai seguito i reality show, forse perché non riuscivo quasi mai a cogliere la storia: mi è sempre parso che i concorrenti si muovessero nelle scene un po’ a caso, senza un vero focus, spinti da motivazioni deboli. Ultimamente però, sempre alla ricerca di quella famosa leggerezza a fine giornata, mi sono imbattuta negli antenati dei reality per come li conosciamo oggi: The Real World, un programma di MTV trasmesso per la prima volta nel 1992, e Million Dollar Listing New York, spin off della versione nata a Los Angeles, che va in onda dal 2006.
In questi reality manca la parte in diretta: tutto è non solo frutto dell’abilità dei producer di creare ostacoli e incoraggiare conflitti, ma, ovviamente, di un sapiente montaggio. Il taglio è quasi documentaristico, con il classico format a cui ci hanno abituato serie mockumentary di successo come The Office o Parks and Recreation.
Tutto è urlato, sfacciatamente ovvio, spesso trash: i conflitti tra i personaggi vengono esacerbati costantemente, esplodendo in scene drammatiche e talvolta violente, perché un coinquilino non ha pulito la cacca del cane o perché un potenziale investitore ha ritirato la sua offerta di 12 milioni di dollari. Ma lo spettatore, incollato allo schermo dal minuto uno, sa bene che quei conflitti sono frutto di un crescendo, di uno scontro tra due visioni del mondo differenti, di cui i concorrenti si fanno portatori. Tutto è tanto urlato quanto orchestrato magistralmente: il relax della comfort tv si trasforma in occasione di studio (o, almeno, in un’opportunità per divertirsi), mentre si gioca a individuare i plot point principali - non ne saltano uno -, mentre si segue perfettamente l’arco di trasformazione dei personaggi, che pian piano rivelano le proprie ferite profonde, e si prova ad anticiparne le mosse e i dialoghi. Funziona, perché il meccanismo è perfettamente studiato.
Al momento, la mia storia-comfort è Suits, un vecchio legal drama che sa un po’ di telenovela: una meraviglia per chi cerca una struttura oliatissima, divertente, ricca di personaggi forti, non banali, senza che questa sia riempita di contenuti elevati.
È vero, forse non so rilassarmi mai del tutto, e il mio giochino funziona anche un po’ per overthinking, come quando leggo in un personaggio all’apice del proprio successo, che guadagna milioni di dollari e si ritrova a piangere davanti alla camera, un’esplorazione della mascolinità e del rapporto tra la cultura latina e quella statunitense (anche se gli uffici marketing dietro queste produzioni lavorano bene, e sanno intercettare le tensioni culturali per lanciare sul mercato prodotti che le rappresentino). Ma è innegabile che quel personaggio stia vivendo una svolta, rivelando una vulnerabilità, crescendo e, dunque, mandando avanti la storia. Così come è vero che, in Suits, il nodo drammatico profondo che crea una costante tensione nella storia si regge tutto su un perenne conflitto: quello tra la visione del mondo di chi arriva dal basso e dalla povertà, e l’ambiente in cui agisce, popolato da chi sta in cima, in una posizione di ricchezza e potere. Le storie “semplici” ci fanno rilassare perché non impegnano la nostra mente con trame complesse, dialoghi profondi e un linguaggio ricco, ma funzionano solo se si reggono su una buona struttura e, dunque, sulla buona scrittura. Qualcosa di cui possiamo sempre godere senza mai sentirci in colpa.
Primavera Contu
Succede a ILDA
I pitch sono andati molto bene: Francesca ha selezionato e incontrato 8 autori e autrici che le hanno raccontato le loro storie e i loro romanzi, con tante proposte diverse e interessanti.
Avete un romanzo nel cassetto ma non avete partecipato alla call?
Tenetevi prontə per un altro pitch day a maggio!
Siamo in cerca di storie che siano protagoniste della prossima edizione di Apnea corso di lettura e editing (ottobre 2023) e magari, chissà, anche di altro.
Questi, per esempio, sono autori selezionati per le scorse edizioni.
La settimana editoriale
Saprete già che abbiamo la prossima direttrice del Salone dei libri di Torino: la giornalista e scrittrice Annalena Benini.
È tornata la scrittura sul lavoro, scrive Silvia Gola su Il Tascabile.
La linguista Vera Gheno e il professore rapper Murubutu si confrontano su anglicismi vietati, trap ed evoluzione della lingua.
E mentre l’editoria si accorge di Booktok, la parola entra tra i neologismi 2023 del vocabolario Treccani.
Da una tesi di laurea nasce il libro grafico Disverso, dell’editrice indipendente Morsi, progetto che rema contro gli stereotipi sui disturbi specifici dell’apprendimento.
Lorenzo Mazzoni su Il fatto quotidiano consiglia letture su realismo e surrealismo letterario.
Morta la scrittrice Anne Perry - in realtà Juliet Marion Hulme - protagonista di un omicidio sul quale è basato il film Creature del Cielo di Peter Jackson.
Su Minima et Moralia, Federico Pevere parla di Carrère a Milano per l’uscita del suo ultimo libro V13 “Le mani se non gesticolanti sono aggrappate che sia alla sedia o l’un l’altra conta poco, sanno di incatenate. Lo sguardo è fisso davanti a sé, la vita davanti a sé, non concede nulla ai suoi lati. Non alza gli occhi al soffitto, non si abbassano a tradire Carrère. Non sorriderà mai.”
Il manga italiano di Elena Vitagliano verrà pubblicato dalla più importante casa editrice giapponese, la stessa di Dragon Ball e One Piece.
Nel nuovo The Passenger si parla di democrazia e comunità indigene messicane contrarie al "Treno Maya".
Zerocalcare ha vinto il Premio Terzani 2023.
Appuntamenti e opportunità
Posizioni aperte e stage per lavorare nell’editoria.
Il 22 aprile, a Londra, il Festival of Italian Literature in London.
Seconda edizione del festival della narrativa italiana Multipli Forti. A New-York il 25-27 aprile e a Boston il 28 e 29.
Dal 19 al 23 aprile l’appuntamento annuale a Perugia con il Festival del Giornalismo.
Dal 28 aprile al 1 maggio, a Napoli c’è il festival di fumetti Comicon.
Dal 22 al 26 marzo torna a Torino c’è la Biennale Democrazia.
Leggeri, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 22 aprile.
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