Scrivere i pro e i contro
“Giugno è il mio mese”, vado dicendo ormai da qualche anno: mi promette le mattine vacanziere che verranno, più sorridenti e rallentate, programmo la nuova edizione di Apnea (eccola!) con qualche piccola luminosa novità che me la fa vedere tutta diversa, ed è quando mi sono nati i figli, quindi tempo di compleanni.
(Un mese pieno fino all’orlo; non chiamatemi a giugno, vi prego, oh vi prego, non chiamatemi!)
Avete mai visto nei film hollywoodiani o letto nei libri mainstream quella tanto pragmatica abitudine del tirare giù elenchi quando occorre ragionare e scegliere? Scene in cui il/la protagonista è tormentata dall’indecisione, ha in gioco una fetta importante della sua vita, deve rispondere a un bisogno o a un obiettivo precisi – mi trasferisco in una nuova città? Cambio lavoro? Mi lascio andare a quella che potrebbe essere una fantastica storia d’amore? – e allora prende un foglio di carta, lo divide in due, intitola una metà pro e l’altra contro e comincia a riempirle. Io a giugno faccio così, per qualsiasi banalissima cosa. Direi anzi che io a giugno sono così.
Divisa in due quando tutto va bene, altrimenti in sei o sette, appunto, listeggio, evidenzio e depenno il finale d’anno – siamo tutti d’accordo che l’anno dovrebbe iniziare a settembre e finire a giugno, vero? Ci fingeremmo volentieri morti a luglio e ad agosto, vero? – come fosse la mia stessa esistenza che volge al termine, e così drammaticamente faccio bilanci, tiro conti e sistematicamente perdo. Succede a chi “non si fa mai bastare niente”, come direbbe di me mio marito, ma il vantaggio è che si può accettare per compilata e satura tutta l’intera metà dei contro, e dedicarsi anima e corpo ai pro.
I pro sono una forma di scrittura rara, complicata, antitradizionalista. Che appeal ha un concetto che funziona? Chi è davvero interessato ad analizzare quel che va bene, la serenità, il tutto a posto? Cosa sono i propositi, se non noiose ideuzze buone per i meme? Non avete mai trascorso le vostre notti a bere birra con gli amici discutendo di quanto il mondo sia meraviglioso, vero? Il mondo deve far schifo per ottenere la vostra attenzione, o sbaglio?
Chi segue le nostre lezioni sa che il nucleo di ogni storia (storia = qualcosa che ci interessa ascoltare) è il conflitto, il problema, il dramma. Eppure ultimamente (e sempre più da quando ho con entusiasmo letto un memoir incentrato sulla felicità invece che sul trauma) sto rivedendo le mie convinzioni e cercando la strada per sostituire il conflitto con la ricerca, il problema con la novità, il dramma con la vertigine.
Vi risparmio l’elenco pro delle mie vacanze (immaginarie se non mi decido a prenotarle) e quello dei miei figli (scarrafoni belli a mamma sua) e lascio qui la mia metà positiva di Apnea, del fare ancora una volta, dopo 8 anni, Apnea:
lo studio matto e appassionatissimo a cui mi costringe
la bramosia di talenti e scoperte che appaga come nessun’altra cosa mai
la condivisione protetta e intelligente di visioni e abilità raccolte in una stanza
l’intimità che crea (editare è andare a letto con chi scrive – ma anche con chi edita insieme a me)
la costruzione dell’identità: in Apnea nascono autori e nuovi professionisti della scrittura, e io di me imparo chi sono ogni anno di più.
Francesca de Lena
Succede a Ilda
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La settimana editoriale
In vista del centenario 2024, esce una nuova edizione delle opere di Kakfa a cura di Mauro Nervi (è da poco uscita postuma l'opera di Roberto Calasso che ne analizza i racconti più oscuri).
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È davvero online Multi, Museo multimediale della lingua italiana. Ed è bellissimo.
Sul Tascabile, Sophia Grew racconta com’è nato il linguaggio.
Sempre sul Tascabile, Enrico Terrinoni fa una riflessione sulla critica letteraria come esercizio di connessioni trasformative.
"Periodicamente torna il dibattito sul ruolo, i compiti e l’influenza degli intellettuali nella società contemporanea: è un incantesimo cui soggiace ogni membro della sfera intellettuale stessa [...]. Qui vorrei fare un passo di lato: suggerire un laicissimo esame di coscienza relativo non a questo o quel contenuto di attualità bensì a un’impostazione formale; una serie di domande — e la prima plurale vuole includermi nella verifica — che aiuti ad abbozzare un’etica del discorso." scrive qui Giorgio Fontana.
Molte canzoni che ascoltiamo sono nate nei sogni.
Filippo Golia su Limina firma un viaggio nei nomi della letteratura italiana: i perché e i percome di Padron ‘Ntoni e Mastro Don Gesualdo, di l’Amalfitano e il partigiano Johnny e tanti altri.
“È la fine di un’epoca. I Golden Globe Awards sono stati formalmente venduti a un nuovo proprietario che ha promesso di chiudere la Hollywood Foreign Press Association – l’organizzazione giornalistica che decreta i vincitori e che negli ultimi mesi è finita nell’occhio del ciclone per il suo presunto razzismo.”
Emily Brontë: tra la vita e la morte.
Una storia italiana: Antonio Scurati s’interroga sulle narrazioni che l’era Berlusconi ha prodotto.
Appuntamenti
A Ventotene, dal 21 al 24 giugno, c’è il festival letterario Gita al faro.
Dal 21 al 25 giugno il festival dei libri sulle mafie Trame, a Lamezia Terme.
A Fano, dal 21 al 26 giugno, Passaggi, festival della saggistica.
Antitradizionalisti, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 24 giugno.
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