Leggere i codici, senza diventar matti
Un film con la grazia di una fiaba popolare, i crossover che vorremmo, appunti di romanzi e di apnee, rassegna stampa con americanata. Ve li immaginate mai?
La maggior parte delle volte in cui le discussioni critiche diventano sfiancanti ce la si prende con il mezzo: sono i social!, ammoniamo agli altri e a noi stessi, giustificando così d’un blocco la mancata riuscita di un discorso d’analisi pieno, plurale, interessante. Sarà vero senz’altro, i social sono meccanismi congegnati per l’arena, e cioè lo scontro con il singolo avversario e lo spettacolo per il resto del pubblico, e però è sui social che parliamo con i nostri simili, è lì che troviamo affinità e comunanze nonostante i km di distanza. Come la vogliamo risolvere? Torniamo ognuno nella sua cameretta a chiacchierare al telefono con zia Giulia che le fanno male le ossa?
Prendiamo C’è ancora domani, film di Paola Cortellesi che sta sbancando il botteghino. Già questa espressione “sbancare il botteghino” dovrebbe dirci qualcosa del film. Avete mai visto Fassbinder sbancare il botteghino? Appunto. Vi do un altro dato: io vivo in provincia, non un paesino sperduto di montagna, ma una media provincia del basso Lazio, che ha il suo multisala. Sapete quale film non è mai arrivato in tale multisala? Io Capitano, l’ultimo di Matteo Garrone. Garrone, quello di Gomorra, che ha vinto il Gran Prix a Cannes, 5 European Film Awards, 7 David di Donatello, insomma lo sanno tutti chi è Garrone, no? Uno famoso. Eppure.
Quando entriamo in una tra le centinaia e centinaia di sale (indizio n°1) che trasmettono la storia appena premiata al Festival di Roma (indizio n° 2) di Delia che nell’immediato dopoguerra vive con il marito-padrone Ivano, dunque una storia d’epoca ma con tema attuale e sentito (indizio n°3), scritta e diretta da un’artista comica (indizio n°4), romana non nel solo senso geografico ma culturale (indizio n°5), circondata da altri conosciutissimi e caratteristici attori comici romani (indizio n°6), tutti calati in un bianconero che omaggia il cinema neorealista (indizio n°7) e che già dal trailer mostra gag, gesti, sguardi, inquadrature semplici, dirette, dicotomiche (indizio n°8), come ci approcciamo a questa visione? Chiediamo a questa storia la complessità? Le sfumature del personaggio, l’intreccio di responsabilità, l’intimità del cattivo? O ci accorgiamo del fatto che si tratta di una una fiaba popolare, e che le fiabe sono appunto popolari quindi per tutti, sono drammatiche quindi rappresentano un tema forte anche quando sono leggere, anche quando si ride, anche quando finiscono bene. E questo essere leggere, umoristiche, a lieto fine, lo sappiamo che è un codice? Un linguaggio, cioè, che ha i suoi elementi ricorrenti e riconoscibili, che vogliono essere ricorrenti e riconoscibili e puntano a far divertire con poco, a creare un’atmosfera familiare, a coinvolgere le emozioni e le memorie di chi guarda. E durante la visione ci accorgiamo che, altro codice, questa specifica storia intende coinvolgere provando però uno scarto, e cioè l’inquadratura giocosa e lieve, il colpo di scena inaspettato, la narrazione della scena madre inverosimile ed elegante piuttosto che urlata e buia?
Se, presi dalla foga dei nostri, tutti legittimi, pareri su un film, riuscissimo a partire dall’oggettività dei codici, a fare uno sforzo senza pregiudizi per riconoscerli, e quindi a non ricercare un’emozione disturbante da un film comico e popolare, a non pretendere la firma d’autore e i chiaroscuri e gli antieroi e le mille sfumature che ormai abbiamo tutti imparato a nominare (a memoria, non saranno quelli i nuovi cliché?) dimenticandoci che esistono altre forme e altri toni, semplici, lievi, familiari, classici, che non vuol dire affatto banali, e che possono essere anch’essi pieni di grazia ed eleganza, forse riusciremmo ancora per un po’ a parlarci in quei luoghi pubblici e però colmi di esperienza critica che sono i social.
Senza dare di matto, prima che i lamenti di zia Giulia ci rapiscano per sempre.
Francesca de Lena
Colonna sonora
Se vi va, leggete questa newsletter ascoltando questa canzone di Lucio Dalla. Se avete visto il film di cui parla Francesca sapete perché.
Notiziona della settimana
Se negli scorsi mesi non avete vissuto segregati vi sarete accorti del fatto che Barbie di Greta Gerwig e Oppenheimer di Christopher Nolan erano diventati non solo i due film più chiacchierati del momento, ma anche gli oggetti di una serie di meme e video in cui, sotto l’hashtag #Barbenheimer, ci si immaginavano possibili crossover: ossia un universo narrativo alternativo dove fondere i due film in un’unica storia.
Ebbene, per la serie “la vita che imita i meme” Barbenheimer diventerà davvero un film. Sarà una commedia low-budget prodotta da Full Moon, e uscirà nel 2024. Dunque nessun colossal diretto da Nolan e scritto da Gerwig (o viceversa), ma di sicuro un esperimento che ci costringe a costatare come la realtà (per quanto virtuale) condizioni davvero la scrittura e la produzione di storie. Qualcuno andrà a vederlo davvero? Chissà. Intanto però c’è.
Visto che vale tutto, lista di crossover che ci piacerebbe vedere:
Emma Bovary protagonista di Hunger Games
Harry Potter nella giungla di Apocalypse Now
Il Grande Gatsby riscritto dal punto di vista di Daisy Buchanan e ambientato nell’universo di Star Trek
Edward di Edward Scissorhands che diventa l’Enigmista di Saw
Lost in Translation girato come un film di Martin Scorsese
Normal People ambientato nella San Francisco futuristica di Dick
La sceneggiatura di Pulp Fiction con la regia di Guadagnino
Padre Karras dell'Esorcista interpretato da Will Ferrell
Shameless con regia e scenografia di Wes Anderson
Il protagonista di Patriot in Gomorra La Serie
ok basta, ci fermiamo (ma se volete continuare voi scriveteci qui: ilibrideglialtri@gmail.com!)
Succede a ILDA
Appunti da Ipotesi di Romanzo
tutti vogliono scrivere e nessuno legge? Ma sicuri-sicuri?
le regole, no
il Processo Creativo, vostro onore
quali talenti coltivare per scrivere narrativa
romanzo guida Revolutionary Road di Richard Yates, racconto guida Cattedrale di Raymond Carver
un quadernone, ci serve un quadernone “tutto per noi” (cit).
ciao fuoriquadro!
Appunti da Apnea
esplorazione:
discussione:
ricomposizione:
una promessa di storia è una promessa da mantenere. Mappa a terra e non facciamo i marinai.
La settimana editoriale
Perché la critica sembra infastidire l’ambiente letterario? Se lo domanda Alfonso Berardinelli in “Antinomie”.
E infatti, signora mia, non ci sono più le riviste culturali di una volta. Flavio Pintarelli scrive della fine dell’orizzontalità.
Intervista a Maurizio Donati, editor responsabile di Fuoriscena, nuovo marchio editoriale RCS, da poco sul mercato.
Negli ultimi anni hanno avuto sempre più successo e diffusione gli “elevated horror”, film horror d’autore che si distanziano dall’idea di B-movie che sottende la categoria.
Allora sai che c’è? La Nasa lancia una piattaforma di streaming gratuita per seguire in diretta le missioni nello spazio.
Il comune di Montemurlo premia i bambini che prendono più spesso libri in prestito dalla biblioteca.
A proposito di biblioteche: si chiama Eurekoi ed è una piattaforma franco-belga che promette di rispondere a qualsiasi domanda in tre giorni; è formata da 600 bibliotecari che fanno da motore di ricerca umano.
È uscito il bando del Premio biennale Mario Lattes per la traduzione.
Il pozzo di Natalia Ginzburg in scena con la regia di Nanni Moretti. Ne scrive Annalisa Camilli su L'essenziale.
Scandali e trasgressioni nella storia dell’arte.
L’americanata di Chiara
“E ho sentito che per scrivere questo libro nel modo giusto, avrei dovuto rendere giustizia alla sua complessità. [...] Ho cercato di svilupparla, di chiarirla nel modo migliore possibile attraverso le vite dei personaggi, anziché farlo io, come attaccando una sorta di polemica a una trama. Ho pensato, beh, ho questi personaggi, sembra che abbiano un grande potenziale, le loro situazioni, chi sono. Se riesco a scriverli correttamente, tutte queste grandi cose si argomenteranno da sole. Si svilupperanno naturalmente nella storia, in un modo che sembrerà quello giusto.”
Da Lit Hub, “Ben Fountain, On the Complexity of His New Novel”, di Ben Fountain, trad. di Chiara M. Coscia
https://lithub.com/ben-fountain-on-the-complexities-of-his-new-novel/
Appuntamenti e opportunità
Posizioni aperte e stage in editoria
Dal 15 al 19 novembre torna a Milano Bookcity
Mentre negli stessi giorni a Cuneo ci sarà la XXV edizione di scrittorincittà
A proposito di meme, torna per la seconda edizione Memissima, festival della cultura memetica a Torino, il 18 e 19 novembre
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Zie Giulie, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 18 novembre.
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