La lista dopo le feste: letture, visioni e ascolti
Beatrice
Ho recuperato la serie TV The Serpent, storia del serial killer Charles Sobhraj, accanito avvelenatore degli hippie in viaggio per il mondo negli anni d'oro. Niente di eclatante, ma vale come ricostruzione dell'ennesimo sociopatico che, nonostante le sentenze e la caccia all'uomo internazionale, è riuscito a farla franca (ed è appena uscito di prigione).
Ho visto per la prima volta (senza scusanti) Strade perdute di David Lynch, un noir da manuale, dove si sovrappongono archetipi lynchiani volutamente indecifrabili, e dopo una settimana non riesco a smettere di pensare alla scena con Patricia Archette e Balthazar Getty che fanno l'amore nel deserto sulle note di Songs for the siren.
Ho ascoltato Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti (letto da Gioele Dix), dopo anni che non prendo in mano la prima edizione. Il musicista sgangherato Graziano Biglia è riuscito a commuovermi di nuovo, così come gli altri protagonisti, alla stregua delle loro complesse derive emotive (disperazione e umorismo intrecciati con ferocia, come solo Ammaniti sa fare). Ancor più indimenticabile, letta ad alta voce, l'ultima scena che vale il titolo del libro.
Chiara
Ho visto finalmente The Menu, dopo averlo bramato a lungo, per poi rimanere tristemente insoddisfatta. L’estetica sontuosa non compensa la pretenziosità, la prevedibilità di una trama tutta superficie e la tensione costruita a suon di rulli di tamburi (anzi, padelle) che però scoppia come una bolla di sapone dopo il primo colpo di scena, perché nonostante l’ambientazione a suo modo originale si tratta di un film estremamente classico, banale come un cheeseburger del McDonald. Ho trovato sciapo perfino Ralph Fiennes.
White Noise invece mi è piaciuto, nonostante partissi prevenuta. Non sono una fan di Noah Baumbach, e non credevo che Rumore bianco fosse un libro filmabile (e in parte non lo credo ancora). Eppure ho molto apprezzato il modo in cui il postmodernismo del romanzo arriva sullo schermo, sconnesso e inquietante, attraverso la ripartizione, la ridondanza dei dialoghi, il chiasso, la famiglia, il delirio e l’angoscia, e una splendida Babette. Bonus: questo pezzo e tutta la scena finale, straordinariamente assurda.
Sto leggendo Vita meravigliosa di Patrizia Cavalli, che mi è stato regalato da una carissima amica a Natale, e che trovo un ottimo libro da gennaio, perché la poesia funziona sempre quando hai bisogno di un risveglio dolce dopo il torpore delle feste natalizie, “quando il cielo, indeciso del suo destino / si apre nei risucchi azzurri / dove si addensano le nostalgie involontarie”.
Primavera
A parte i grandi doverosi classici di Natale, ho visto su Netflix tre film che mi hanno molto divertita: Catfight, violento e ironico indie movie in cui Sandra Oh è un’odiosa moglie-trofeo repubblicana alle prese con un’insopportabile artista gay (Anne Heche), Glass Onion, il seguito di Knives Out, satirico e ritmato, e Attack of the Hollywood clichés! L’imprevedibile classifica dei momenti più prevedibili del cinema, un godibilissimo documentario che esplora tropi e cliché attraverso la storia dei film di successo. Ovviamente non mancano i miei preferiti: la meet cute delle commedie romantiche, l’eroe macho anni ‘80 e la Manic Pixie Dream Girl.
Sto guardando La vita bugiarda degli adulti, sempre su Netflix, per la quale rimando ogni commento al finale (per adesso sembra stia cuocendo lentamente, e io sono in attesa che qualcosa di davvero forte accada), e la stagione quarta di Atlanta, appena rilasciata in Italia su Disney+, che sembra non tradire le alte aspettative.
Ho iniziato a leggere: Quasi di nascosto, Accento edizioni, raccolta di 12 racconti scritti da autrici e autori under25; A cigarette lit backwards, ancora inedito in Italia (ma uscirà per Fandango a marzo), un altro memoir di Tea Hacic-Vlahovic che da Milano torna indietro nel tempo, fino alla scena punk della North Carolina nei primi anni duemila; After. Il mondo che ci attende, di Andrea Dusi e Cristina Pozzi, Bompiani, un saggio che esplora i concetti di volatilità, incertezza, ambiguità e tanto altro come strumenti a cui attingere per immaginare e costruire il nostro complicato futuro.
Luca
Durante una notte insonne ho riletto Frankenstein di Mary Shelley traduzione di Paolo Bussagli ed. Newton e Compton ritrovandomi stupito per quanto riesca ancora a coinvolgermi questa storia e la voce che la narra.
E grazie alla nuova edizione BUR, mi sono immerso nel capolavoro di Defoe Robinson Crusoe traduzione di Flavio Santi e cura di Riccarod Capoferro, lettura che ho accompagnato con la davvero bella Guida al Robinson Crusoe di Riccardo Capoferro senza la quale non sarei riuscito a gustare l’avventura appieno.
Ho visto due serie antologiche “del terrore”. Entrambe belle, ma: quella prodotta da Benicio del Toro, Cabinet of Curiosities (che di sicuro farà impazzire tutti quelli che come me sono sempre alla ricerca di un valido sostituto di The Twilight Zone) lascia un certo retrogusto di operazione nostalgia senza rischi essendo per lo più ambientata in epoca non attuale. La bolliwooddiana Ghost Stories, invece, che in partenza non sembra ambire ad apportare niente di nuovo al genere, è riuscita non solo, in alcuni momenti, a lasciarmi pietrificato (il finale della prima puntata è wow) ma anche a rinnovare i classici topoi dell’orrore in chiave moderna.
Francesca
Tra un aerosol e l'altro ho solo cominciato e non ancora finito:
The bad guy, Amazon Prime. Serie tv italiana di cui ho letto “ci sarà un prima e un dopo The bad guy”. In effetti ha un pilota pazzesco, da occhi sbarrati e pensiero scorretto “ma è davvero un prodotto italiano”? Ma solo perché per anni abbiamo tutti fatto l’errata equazione fiction italiana = rai1 e Don Matteo e invece tv e cinema nostrani hanno prestigiosissima tradizione. Bisogna ricordarsene, soprattutto chi la fa. Tengono anche le altre puntate meno pirotecniche, soprattutto nelle soluzioni laterali, in certi dettagli e svolte, nei personaggi minori.
The White Lotus, Now tv. Seconda stagione ambientata in una magnifica Taormina giustamente fotografata come la cartolina che è. Personaggi nuovi tranne Tanya McQuoid (Jennifer Coolidge) la più riuscita della prima stagione: la più umana, credibile, in ruolo, bellissima e tragica delle personagge. Troppi cliché sulle ragazze siciliane in cerca di clienti ricchi americani, ma ok, immagino che anche noi quando raccontiamo altre culture ci caschiamo. Ho sentito parlare benissimo di Sabrina Impacciatore ma non mi sembra che in queste prime puntate le sia stato dato chissà che ruolo, spero in avanti.
Nostalgia, Amazon Prime. Adattamento di Mario Martone al romanzo di Ermanno Rea, racconta il ritorno a Napoli dopo 40 anni di Africa e Medio Oriente di Felice Lasco, un Pierfrancesco Favino che mette in mostra la sua dote maggiore: una capacità stravolgente di parlare lingue, vere e inventate che siano, straniere, dialettali o mescolanza di tutto un po’. Molto interessante quanto la progressione della vicenda passi quasi totalmente per la trasformazione linguistica del protagonista: da un melanconico e laconico italiano stentato e venato di arabo a un ritrovato, colorato e urlato napoletano. Trama debole nelle scelte finali, qualche personaggio troppo caricato, come pure Napoli, al solito. Ma non perché la Sanità non sia più così, come dice qualcuno. È così eccome, purtroppo.
The square, Amazon Prime. Palma d’oro 2017 di Ruben Östlund, quello che ne ha appena vinta un’altra con Triangle of sadness e aveva già vinto la sezione Un Certain Regard con Forza maggiore. Oltre al fascino per il mondo dell’arte contemporaneo, subisco di questo film la capacità di creare dicotomie molto forti (mondo professato e mondo vissuto, bontà e correttezza vs incapacità relazionale) senza mai diventare didascalico o farne bianco-neri disarmonici.
Il Cyrano de Bergerac di Alessandro Preziosi (e chi se lo aspettava così bravo!) e la Carmen di Franco Zeffirelli, RaiPlay. Grazie a mio figlio Andrea recupero perle che altrimenti non penserei nemmeno di cercare. Appello al Ministero della Cultura: meno It's Art e ancora più contenuti su questo magnifico archivio di alfabetizzazione culturale e di costume che è la nostra RAI.
Re Lear, traduzione di Goffredo Raponi. Natale pieno di letture di lavoro (ogni anno dico che in vacanza non devo leggere per lavoro) e tra queste un manoscritto che reinterpreta Re Lear. E dunque eccomi a leggere l’originario Re Lear, cosa, confesso, mai fatta prima. Seppure sia tra le tragedie più tragiche di Shakespeare, conserva sempre quella freschezza e leggerezza che solo lui sa calare sulle meschinità e sugli sbagli umani e irrimediabili.
Vuoi scoprire come funzionano i romanzi e le serie tv?
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Succede a ILDA
Leggi e scrivi racconti? Partecipa alla nostra call “INTERNO GIORNO”.
Francesca, la classe di Apnea e la redazione narrativa selezioneranno i migliori racconti da editare e pubblicare sulla nostra rivista.
E QUEST’ANNO LA CALL DIVENTA PREMIO!
La giuria tecnica composta dalle scrittrici Barbara Fiorio, Veronica Galletta e Sarah Savioli sceglierà i 3 vincitori. Scopri i premi in palio e le info per partecipare!
Intanto, Apnea è arrivata alla settima edizione: i preparativi fervono e la classe è pronta a leggere i due manoscritti inediti (dei due autori editi). Insomma, giovedì si comincia, stiamo per immergerci! E lo facciamo carichi dell’aver trovato casa agli ultimi due romanzi protagonisti delle scorse edizioni. Li vedrete presto in libreria!
Saranno sei mesi appassionanti e impegnativi: continuate a leggerci per scoprire cosa accade nei nostri corsi!
La settimana editoriale
Dal 1° gennaio Casa d'altri di Silvio D'arzo ha il copyright libero.
"È necessario scrivere per “nessuno”, in modo da non sentirsi in dovere di convincere un altro a riconoscerci come esistenze umane significative". Così scriveva Gianni Celati in una lettera a Enrico De Vivo, che la pubblica per ricordarlo a un anno dalla scomparsa.
Il 2022 è stato il centenario della nascita di Mario Lodi, su Che Fare Giacomo Giossi ne scrive un lungo ritratto.
Il libro più venduto in Francia nel 2022 è stato un fumetto: Le monde sans fine di Jean-Marc Jancovici e Christopher Blain, ancora inedito in Italia.
Lunga e precisa analisi di Francesco Boille sui fumetti di zio Paperone in edizioni cartonate e deluxe che Panini Comics porterà in libreria per i 75 anni del personaggio Disney. Su Internazionale.
«Wattpad ha ridefinito chi deve raccontare la propria storia», ha detto Sue Johnson, chief customer officer di Wattpad, a ridosso di un sondaggio per quantificare i gusti e le abitudini dei suoi utenti negli Stati Uniti (in maggioranza generazione Z): «Gli autori possono trovare la loro voce, costruire un pubblico globale e fare soldi con il loro mestiere». Adesso non esageriamo.
40 film attesi per il 2023, molti d'autore.
Lista molto lunga degli "attesi" esordi italiani del 2023 già ampiamente criticata e derisa, per lo più da quelli che ancora non ci sono finiti dentro (magari manca poco anche per voi, tranquilli) o da quelli delusi dal proprio esordio passato inosservato (ma non è colpa vostra, è che si fanno troppi libri, scrive Loredana Lipperini).
Non dimentichiamoci di Plutarco, scrive Mariachiara Rafaiani su Minima e Moralia.
La costituzione compie 75 anni, ecco alcuni libri per conoscerla.
Chi è Tea Hacic-Vlahovic, l’icona punk che ha scritto “A Cigarette Lit Backwards”.
Su Doppiozero il libro interdetto di Philip Roth che ‘rinasce’ in italiano.
13 posizioni aperte e 12 stage per lavorare in editoria.
Listofili, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 14 gennaio.
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