Ciao giugno: lista di letture, visioni e ascolti
Il mese di Chiara
La vegetariana di Han Kang, edito da Adelphi. Ci arrivo col mio usuale ritardo sulle letture chiacchierate. Di questo romanzo so di aver sentito parlare moltissimo, non ricordo più se bene o male, ma io l’ho trovato affascinante. Una scrittura sinuosa, estremamente pulita (nella traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) di cui ho soprattutto apprezzato il gioco dello spostamento dei punti di vista, le voci intrecciate in un racconto unico di cui restano lati oscuri imperscrutabili alla fine, cosa che contribuisce alla bellezza del romanzo per certi versi, ma che può lasciare anche un po’ persi.
Black Mirror, sesta stagione. Oramai questa serie non è proprio più Black Mirror, forse fatta eccezione per l’episodio 1, “Joan is Awful”, che mantiene quello sguardo indagatore e un po’ apocalittico sul presente e sugli usi e rischi della tecnologia. Se si perdona alla serie di non essere più quella serie (che però appunto, si intitola black mirror, che è lo schermo spento), ci si ritrova un’antologia che spazia tra l’horror più classico alla fantascienza, con una sottile linea comica sotterranea, unico elemento d’unione tra episodi che, per quanto singolarmente riusciti, sembrano messi insieme un po’ a caso.
Globo, podcast settimanale de Il Post a cura di Eugenio Cau, che si occupa di temi di portata internazionale attraverso un’intervista a settimana. Sono rimasta folgorata dall’intervista a Valerij Panjuškin, un giornalista russo che ha da poco pubblicato un libro, L’ora del lupo, in cui racconta le vite dei profughi scappati dalla guerra in Ucraina, riportando il discorso su un piano umano, civile, e costringendo quindi il lettore a guardare l’orrore assoluto di chi la guerra la subisce. Intervista consigliatissima.
Il mese di Luca
Partiamo dalle basi. Disgusto, rabbia, tristezza, paura, gioia. Non è il remake di Inside Out ma un podcast, non nuovo, risale al lontano settembre 2022 ma che ho ascoltato solo ora. Fatto bene, non accademico, punta a farci capire soprattutto la differenza tra quello che pensiamo essere queste emozioni da mammiferi e cosa invece sono. Trovo che piccole immersioni siano necessarie a chiunque voglia scrivere.
Teddy Giunti ed. Collana M, sento l’obbligo morale di leggere chiunque si avventuri nel topos di Giro di vite, che considero un vero e proprio sottogenere dell’orrore. Un prodotto confezionato benissimo e pronto per Netflix. Una lettura leggerissima, quattrocento pagine lette durante una sola notte (tirate voi le somme dei pro e dei contro) e anche gradevolissima a patto di sapere cosa si ha in mano, non King. Oltre il ben fatto invece è il montaggio e l’alternanza delle illustrazioni, consiglio di non sfogliarle in anticipo. Quella a pagina ** (non spoilero la posizione dei colpi di scena) mi ha fatto saltare. Dunque sempre lode a chi ancora prova a scrivere roba de paura fatta bene e a chi la pubblica.
Lezioni di musica strumenti, compositori e opera. Un'enciclopedica raccolta ragionata di documentari sulla musica disponibile su Raiplay. Un viaggio che ho solo cominciato e che dovrò finire prima del ritorno di mio figlio dalle vacanze. C’è Superquark con i segreti degli strumenti e i loro interpreti. C’è Elio che ci fa immergere nelle opere liriche. Tra non molto incontrerò Beethoven e scoprirò il dietro le quinte di Bach. Tutto questo solo per far credere a mio figlio di saperne più di lui e per sorprenderlo nel trovare connessioni tra i Deep Purple e Ravel.
Il mese di Beatrice
Viaggio a Echo Spring - Storie di scrittori e alcolismo, di Olivia Laing letto da Debora Zuin, un resoconto davvero minuzioso e sentito dei problemi di alcolismo dei più grandi scrittori americani. Parallelamente alla trascrizione di colloqui con psichiatri ed esperti in dipendenze, Laing disegna le strade tortuose delle avventure alcoliche di maestri come Carver, Cheever e Tennessee Williams, mentre attraversa l'America in treno.
Un angelo migliore, di Chris Adrian, una raccolta di racconti crudi e devastanti, in cui i protagonisti si attorcigliano attorno alla depressione, alla malattia e all'infelicità. Li ho dovuti leggere con calma, intervallandoli con altro, specialmente quello intitolato La somma delle nostre parti, in cui la protagonista, Beatrice, sta morendo, in attesa di un trapianto di fegato che si dimostra da subito complicato.
Malignant, di James Wan. L’ho guardato con l’illusione che potesse tenere la tensione dei precedenti Saw - l'enigmista e The Conjuring. Le case infestate cominciano ad annoiarmi, specialmente se si usano sempre i soliti ingredienti: spiriti assetati di vendetta, donne sole — bellissime — che vi dormono dentro rifiutando l'aiuto dei famigliari, e pensando di proteggersi con un coltellino da burro e due assi sbilenche inchiodate alla finestra.
Il mese di Francesca
Shameless, ultima stagione, Prime Video. Molto molto brutta, nessuna intuizione nuova, argomenti social-politico-attuali inseriti a forza, nessuna trama di personaggio che spicchi sulle altre e anzi tutte inutilmente portate a zonzo come a cercare qualcosa che non arriva mai (ma si sapeva già fosse l'ultima, perché non usi quello che hai e tendi verso il finale e basta?) e poi ripiegate su sé stesse nelle ultime puntate per convergere verso l'unico obiettivo di una casa che non ha più senso di esistere (e con lei i personaggi che ci sono dentro). Non sono stati neanche capaci di farmi commuovere nel finale, eppure ero prontissima, non aspettavo altro. Non glielo perdonerò.
Caccia allo Strega, Gianluigi Simonetti, nottetempo. L'interessante obiettivo di determinare comuni denominatori ai romanzi vincitori del Premio Strega dell'ultimo ventennio, parte da un'introduzione senza troppe sorprese (sebbene sembra che spesso i lettori e perfino la bolla editoriale dimentichino l'ovvio, e cioè che lo Strega premia il sentire comune della letteratura, non lo specialismo stilistico) e si rivela più riuscito non nella parte critica intesa come l'analisi dei difetti e delle poco nobili qualità, ma in quella che trova i pregi, le svolte, la freschezza dei romanzi che si sono imposti in quanto portatori sani di un vento nuovo.
Il mese di Primavera
Oh The Places You’ll Go, di Doechii. Sono ossessionata da questa giovane e talentuosa cantautrice che descrive il suo genere come alternative hip hop e si colloca da qualche parte tra Nicki Minaj e Lauren Hill, reinventandone l’estetica. Ideale attorno a un cilum.
Diari. Volume I, di Virginia Woolf, Bompiani. Entusiasta per aver trovato l’opera omnia dell’autrice a 99 centesimi, ho iniziato dai diari, con la scusa di leggerli per lavoro. A leggerli bene ci si trova tutto, dagli spunti per lezioni di scrittura creativa alla capacità di tradurre l’astratto in concretezza. Da studiare e analizzare, oppure no (ci si perde dentro come in una chiacchiera attorno a un cilum).
Suits, su Netflix. Ho finito (tra le lacrime) tutte le nove stagioni di questa mia datata serie comfort, che ha il grosso pregio di fondarsi dal primo all’ultimo episodio sullo stesso dilemma morale, in ogni suo dettaglio. Anche qui, come in tante serie lunghe e corali, l’ultima stagione è un po’ un fan service: difficile reggere la stessa tensione senza il protagonista che l’ha resa celebre, e troppe storyline da chiudere tra matrimoni, nascite e partenze. La si guarda per salutare dei personaggi a cui è impossibile non affezionarsi.
I consigli del mese di Bollicine
Decision to leave di Park Chan-Wook. Un poliziesco sentimentale raffinatissimo e struggente, ogni inquadratura ha un senso in relazione al racconto ma anche come scelta estetica.
Il passeggero, di Cormac McCarthy. Pagine bellissime soprattutto quelle dei dialoghi. Il resto è viaggio/fuga, in un certo senso a ritroso, come degna conclusione di un viaggio verso la frontiera iniziato molti anni fa.
Consigliati da Claudia Vanti.
Succede a ILDA
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La settimana editoriale
Sempre in tema liste, questa è di Maremosso: i consigli per ragazze e ragazzi sui libri da leggere per l’estate 2023.
“La bella fanciulla che veste abiti maschili e mostra grande abilità nel combattimento è un tema antico e comune a varie tradizioni culturali”. Su Fumettologica un pezzo di Mara Famularo che parte dalla principessa Zaffiro di Osamu Tezuka e parla delle eroine combattenti degli shojo, i manga principalmente pensati per ragazze.
“In una cultura come quella occidentale così impregnata di queste radici (anche se tradite), lo zombie, con la sua resurrezione, con il suo non essere più individuo, si presenta come testimone che fa echeggiare il nichilismo riposto nel messaggio evangelico.” Una riflessione di Cosimo Monari sugli zombie che parte da The Last of Us e arriva all'Apocalisse di Giovanni Evangelista. Su Altri Animali.
Anche Francesco Gerardi - come Chiara - ha visto l’ultima stagione di Black Mirror, e su Rivista Studio ci dice perché non è più la stessa serie che conoscevamo. Su GQ però, se vi interessa, trovate tutti gli easter egg e i riferimenti ai vecchi episodi nascosti nella stagione 6.
Sempre su Rivista Studio, Clara Mazzoleni racconta il nuovo caso editoriale Cleopatra e Frankenstein di Coco Mellors, autrice che ci sta simpatica perché non ha problemi ad ammettere di aver avuto bisogno di fare editing (come tutti): “Mellors dice di aver impiegato più di 5 anni a scrivere il libro (mentre lavorava full time come copywriter), di aver ricevuto 30 rifiuti dalle case editrici e di essere stata aiutata da due editor a sviluppare meglio la relazione tra i protagonisti perché, nella prima versione, c’era qualcosa che non funzionava”
“Succede sempre tutto in cucina”: su Limina un pezzo sulla domesticità, l’alienazione domestica e il femminile in Chantal Akerman, regista del film Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles che quest’anno è stato definito il “miglior film di tutti i tempi” dalla rivista inglese Sight and Sound.
Elisa Ciofini parla del capolavoro di Edmond Rostand, Cyrano de Bergerac, su Il rifugio dell’Ircocervo.
Donata Columbro si interroga sul concetto di normalità, su L’Indiscreto.
Uno studio ha evidenziato che il dettaglio che attira di più chi lo sguardo dello spettatore ne Il Giardino delle Delizie, celebre dipinto di Hieronymus Bosch, è un volto, probabilmente un autoritratto dell’artista. Su Il Post.
CHM13hTERT è il nome di una cellula che ha recentemente permesso lo studio completo del genoma umano. Ma è anche il titolo dell’ultima performance di Agnes Questionmark, che “ è rimasta sospesa in una teca per sedici giorni, dodici ore al giorno, nella stazione di Milano Lancetti, presentando se stessa come un nuovo essere ibrido.” Un’intervista con l’artista su Frammenti Rivista.
Qui trovate un video che mostra come si lavora nel reparto conservazione della British Library.
Appuntamenti
Parte il 27 giugno la 13esima edizione del Salento Book Festival.
Oggi si conclude Salerno letteratura.
Invece avete tempo fino a domani per Passaggi, il Festival della Saggistica a Fano.
Enciclopedici, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 1 luglio.
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