Ciao aprile: lista di letture, visioni e ascolti
Il mese di Chiara
Ho finito Atlanta (e finalmente! direte voi, e lo so che arrivo ultima alla festa), di Donald Glover, e mi siedo chiedendomi: che diamine mai posso dire di Atlanta che non sia ancora stato detto? Farò finta che non l’abbiate ancora vista e quindi vi dico che da sola vale l’abbonamento a Disney +, che è una serie assurda, potente, divertente, a volte delirante, altre volte commovente, che è il miglior racconto di un nucleo di personaggi e insieme di una città, ma anche cristallina rappresentazione di cosa significhi essere neri in America oggi. Su un piano più personale, per tono, immaginario e costruzione, Atlanta si allinea a due serie che ho amato molto e che mi hanno fatto compagnia (e un po’ mi mancano anche): Master of None, per l’affetto che ho provato per i personaggi, e High Maintenance, per la capacità di costruire un universo corale fatto di voci individuali.
Ho terminato la lettura de Il mostruoso femminile, saggio di Jude Ellison Sadie Doyle, tradotto da Laura Fantoni, edizioni Tlon, sulla costruzione della natura mostruosa della femminilità e della paura alimentata attorno a questa. Il saggio procede attraverso l’analisi di leggende, storie vere, film e letteratura. Ho molto apprezzato la ricerca, la struttura e la cura dell’analisi, molto meno il giudizio applicato alle storie. Non bisognerebbe mai guardare al materiale di invenzione con la lente dell’attivismo.
Sto ascoltando Priestdaddy di Patricia Lockwood, su Storytel. Non l’ho ancora finito ma sto amando molto questo memoir dallo sfondo durissimo ma che riesce ad essere brillante e a tratti esilarante. È la storia dell’autrice e del suo affrancamento dalla famiglia: figlia di un pastore che diventa prete cattolico quando già ha una famiglia, personaggio spaventoso (che l’autrice gestisce rendendolo comico) a cui vengono assegnate chiese in paesi sperduti, che spende i soldi dell’università della figlia per comprare una chitarra, e che gira in mutande per casa maneggiando pistole.
Il mese di Primavera
Non essere cattivo, di Claudio Caligari, disponibile su Netflix e RaiPlay. Per qualche motivo (principalmente per paura) ho evitato per anni questo gioiello tragico, sequel ideale del cult Amore Tossico (1983), capolavoro postumo di un regista che ha prodotto poco, ma sapeva benissimo dove stanno le storie da narrare. Siringhe, periferia, povertà: una botta al cuore, una dichiarazione d’amore al cinema e a tuttə gli ultimə.
SAP, di Mae Martin, su Netflix. Uno spettacolo di stand up comedy dall’autorə di Feel Good. Devo ammettere che non l’ho finito, ma forse solo per stanchezza: l’impressione è quella di una scrittura di alto livello, più matura rispetto al lavoro che ha reso famosə l’artista e (forse) di un nuovo filone di comedy queer che affronta i propri temi con nuova consapevolezza.
Florida Man, di Donald Todd, su Netflix. Quando ci si chiede dove trovare l'idea per una storia, una delle risposte possibili è “nella sconfinata produzione di trope, personaggi e situazioni tipo che è l’internet contemporaneo”. Questa serie commedia-dark nasce dall’omonimo meme, uno dei più diffusi negli USA, ed è tutt’altro che perfetta, ma regala ritmo e leggerezza, dialoghi brillanti e una storia un po’ alla fratelli Coen, con un’ambientazione irresistibile.
Beef, di Lee Sung Jin, su Netflix. Sono stata travolta da questo incessante susseguirsi di rabbia, decisioni stupide (dei personaggi) e ottima recitazione. Felicemente, perché la qualità è innegabile, anche della scrittura, e quasi per forza, perché è una serie che parla dritta alla mia generazione, con tutti i temi e i topoi del caso.
Ho riletto per lavoro il Manifesto Cyborg di Donna J. Haraway, con traduzione di Liana Borghi, Feltrinelli, sempre affascinante per le sue intuizioni e riflessioni lucide e visionarie, e iniziato Apocalypse Baby di Virginie Despentes, tradotto da Silvia Marzocchi, Fandango, perché non potevo resistere a un thriller ironico scritto dall’autrice di King Kong Theory e ambientato in Spagna.
Il mese di Beatrice
Ho adorato Wellmania, la serie di Helena Brooks e Erine White su Netflix. Conoscevo la protagonista, Celeste Barber, per i video esilaranti in cui imita le modelle, e si conferma anche una brava interprete del suo ruolo di giornalista borderline in lotta contro le dipendenze e la sua famiglia. La prima puntata è forse un po’ sottotono rispetto alle altre, in cui i personaggi si rivelano nelle loro nevrosi e gli imprevisti crescono, senza - incredibilmente - scadere nella parodia.
Ho letto Crudo, di Olivia Laing, traduzione di Francesca Mastruzzo, il Saggiatore. Della stessa autrice conoscevo Città sola e ne ero rimasta folgorata. In questo libro ho trovato meno desolazione emotiva e poesia, ma una scrittura sempre brillante. La protagonista è Kathy Acker, artista americana morta nel 1997 - perché, come la Lang ha detto in un’intervista: “Odio dover inventare. La realtà è l’elemento che mi accende come artista”. Kathy sta per sposarsi, e osserva gli altri e ciò che le accade con un forzato distacco - notevoli i repentini salti di persona da prima a terza, parlando di sé.
Non so perché ma ho sentito l’esigenza di vedere John Wick, di Chad Stahelski, su Netflix. Pensavo che un film d’azione mi avrebbe permesso di staccare la testa e rilassarmi, come mi accade con gli horror, invece ho dovuto interrompere la visione più volte, colta da un’insopprimibile ansia da colpo di scena. Keanu Reeves si conferma il più galante degli assassini - come anche il più galante degli attori - e non si riesce che a volergli bene, anche quando si cerca di rendere credibili centinaia di vittime uccise con poco più un temperamatite. Inspiegabilmente, mi sono ostinata a vedere anche il sequel, John Wick capitolo 2, che tiene abbastanza il tono, mentre in John Wick 3 - Parabellum è un solo susseguirsi di sparatorie, che finiscono per essere grottesche.
I consigli del mese di Bollicine
Consigliati da Maria Teresa Trucillo
Blue lights, miniserie BBC poliziesca raffinatissima e perfettamente conclusa ambientata in Irlanda del Nord.
Un raggio di buio, di Ethan Hawke, edizioni SUR, una gran bella lettura, sorprendente.
Infinity pool, di Brendon Cronenberg. Visione dura, ma con Mia Goth, che riesce a mostrarsi ancora una volta per la dea che è.
Consigliati da Enrica Fei
Problemski hotel, di Dimitri Verhulst, edito da Fazi: un romanzo sull’immigrazione dal punto di vista di un ospite di un “centro di accoglienza”.
Sottobosco orizzontale, podcast di Marta Santamato Cosentino e Carlo Annese, su Rai PlaySound: un racconto delle abitazioni periferiche e ai margini a Milano.
Le onorate, di Stefano Nazzi e Anna Sergi. Podcast de Il Post, in collaborazione con Disney +, sulle donne della ‘ndrangheta.
Consigliati da Claudia Vanti
Storie in modo quasi classico, di Harold Brodkey, Fandango. Una raccolta per conoscere meglio questo grandissimo scrittore di racconti americano.
Swarm, di Donald Glover, su Prime, ambientata probabilmente nello stesso universo immaginario di Atlanta, ma più cupo e più angoscioso.
Masameer county, di Abdulaziz Almuzaini e Malik Nejer. Serie Netflix di animazione per adulti che racconta l’Arabia Saudita attraverso una visione umoristica e satirica.
Consigliati da Francesca Alvino
Succession, su Now e Sky, serie di Jesse Armstrong arrivata alla sua ultima e strepitosa stagione. Poche cose lì fuori reggono il confronto.
The Marvellous Mrs Maisel, su Prime, che finalmente alla sua quinta stagione riprende lo splendore e i ritmi delle prime.
Ted Lasso, serie su Apple TV, anche questa alla sua stagione finale. Un mondo in cui esiste Ted Lasso è un mondo migliore.
Consigliati da Ilaria Petrarca
Formule mortali, di Francois Morlupi, edito da Salani, un giallo mediterraneo dalle trame ben congegnate e dall’ambientazione intrigante.
Yamato, podcast emoms di Giorgia Sallusti sul Giappone, sul nostro immaginario e su quello che pensiamo di sapere.
A Camp, album del 2001, progetto di Nina Persson, voce del gruppo super pop The Cardigans, che passa qui a dalle sonorità decisamente alternative.
Il linguaggio giuridico, la sua oscurità (necessaria?), i problemi e le conseguenze che ne derivano, nell'articolo di Giulia Siviero su Il Post.
Scrittura, arte e fallimento: un dialogo tra Melania G. Mazzucco e Irene Graziosi su Lucy.
Se scriverà o meno il prossimo Grande Romanzo Americano è presto per dirlo, intanto Chat Gpt si cimenta coi biscotti della fortuna.
Su Wired, 6 libri in cui i protagonisti ingannano i lettori.
La scorsa domenica si è festeggiata la Giornata mondiale del libro. Qui i libri più tradotti e gli autori italiani più famosi all’estero (e il perché si festeggia il 23 aprile).
Nasce una nuova collana dedicata agli adolescenti: ElectaYoung.
Laura Pugno, su New Italian Books, intervista Giovanni Francesio, responsabile editoriale per la narrativa italiana Mondadori.
Elisa Cuter e Nicolò Porcelluzzi dialogano con Corrado Melluso, fondatore della casa editrice Timeo, progetto che “vuole ispirare un dibattito che restituisca un nuovo senso alle pratiche utopiche e diventi così sempre più ampio, fino a stravolgere il modo in cui pensiamo al mondo”.
Tre quarti dei film prodotti a Hollywood prima dell’avvento del sonoro sono andati perduti.
Netflix crede molto nelle potenzialità della Corea del Sud, ed è pronta a investire miliardi.
Un narcotrafficante perde un carico di cocaina che viene ritrovato da un orso bruno. Nella realtà è una storia triste, ma è diventata una commedia nera che sta riscuotendo un discreto successo: Cocainorso.
I migliori film tratti da Anime.
Su Il libraio saggi, dossier, graphic novel e romanzi per riscoprire la vita di Jan Vermeer.
Il fighettismo dell’arte contemporanea nel saggio di Caliandro.
“L’unica natura che conosciamo, o che appunto crediamo di conoscere, è quella dell’economia, della tecnologia e della scienza, e quindi la natura sottomessa”. Felice Cimatti, su Doppiozero.
Appuntamenti e opportunità
Fino a lunedì avete tempo per andare al Comicon a Napoli (ma niente auto, l’intero centro città è zona rossa 💙).
Dal 4 al 6 maggio al via la prima edizione de La città dei giovani lettori a Firenze.
Dal 5 al 7 maggio torna il Catania Book Festival, la Fiera Internazionale del Libro e della Cultura di Catania.
Il 6 e il 7 maggio a Modena al via la 16esima edizione di Buk – Festival della piccola e media editoria.
Mostruosi, i fantasmi delle newsletter passate.
Ci vediamo sabato 6 maggio.
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